Recensione Max Payne 3


Dal New Jersey a São Paolo

Nei primi due capitoli della serie abbiamo imparato a conoscere un poliziotto devoto al distintivo e alla famiglia, rispettoso della legge e dei principi morali, trasformato in un uomo assetato di vendetta e privo di pietà per la perdita di sua moglie e sua figlia, guidato dallo spirito di cancellare dalla faccia della terra tutti i bastardi che la popolano. Dopo molte battaglie che ha a combattuto, la consapevolezza di essere rimasto solo, senza la sua famiglia, ma sopratutto di non essere riuscito a proteggerli, si annida nel cervello e per poi cominciare a consumare anche l’anima.

Troviamo così, grazie alla stupenda introduzione del gioco, Max Payne ridotto a un ubriacone, invecchiato, con sempre meno voglia di parlare e sempre più rigetto verso il prossimo. La scena introduttiva ce lo mostra in una squallida stanza d’albergo in Brasile mentre, tra un bicchiere e un altro di wisky, affoga il dispiacere senza però escludere i ricordi che riafforano e portano a conoscenza, di chi non ha seguito i primi due capitoli, un pò del suo passato.

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Tormentato dai ricordi del suo passato traumatico, abbandona le fredde giornate del New Jersey per iniziare una nuova vita a São Paulo in Brasile come guardia privata per la sicurezza di Rodrigo Branco, un ricco industriale, e della sua famiglia. La città, come gran parte del Brasile, ha il ceto sociale spezzato in due: i ricchi e facoltosi industriali e i poveri dei quartieri malfamati. Quelli che stanno nel mezzo, le famiglie benestanti ma non facoltose, sono una ritretta minoranza tra le altre due.

Proprio questo enorme divario socio economico porta le gang a tentare agguati, rapine e anche rapimenti. Quando le gang prendono di mira la famiglia sotto la sua protezione, Max è costretto a salvare il suo cliente e nello stesso tempo cerca di ripulire il suo nome. In modo da liberarsi una volta per tutte dei demoni che l’hanno torturato per fin troppo tempo.

Il giocatore veste i panni di Max, vivendo la storia dal suo punto di vista, da come lui vede le cose e giudica le persone. Questa scelta narrativa concilia a dovere con la sete di curiosità dello spettatore di voler scoprire la verità, cosa si cela dietro i rapimenti, le uccisioni, cosa li tiene collegati. I personaggi secondari diventano subito riconoscibili, merito di Rockstar nel presentarli ciascuno con il proprio carattere, lo stile, non restando solo comparse occasionali, ma veri e propri tasselli del puzzle narrativo.

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Gli sviluppatori poi hanno inserito alcune chicche come alcune battute che per i più potranno sembrare banali e divertenti stati d’animo del protagonista, mentre i fan li potranno collegare ai precedenti episodi.

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In susseguirsi di flashback e situazioni incasinate, la storia lascia senza respiro, con un ritmo serrato che conferma come il genio creativo di Rockstar Studios sia riuscita a coniare le meccaniche classiche degli sparatutto con il marchio di fabbrica delle sue produzioni: tra colpi di scena, sparatorie e momenti epici, Max Payne 3 tiene incollati allo schermo per tutta la sua durata di poco più di 12 ore intercalate in 14 capitoli.

Nota: la versione Xbox 360 chiede di inserire il secondo disco pur avendoli entrambi installati sul HDD della console. Per cui, oltre ad un cambio nella Storia, è fastidioso vedere comparire il messaggio passando da una sfida all’altra nelle modalità Arcade e Multiplayer.

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