Speciale presentazione Bioshock Infinite

bioshock-infinite_thumb3Dal profondo e oscuro mare, al luminoso cielo.

Bioshock Infinite, il nuovo titolo di Irrational Games stravolge l’ambientazione portandoci in un diverso ambito, temporale e spaziale, rispetto al primo capitolo.

4News.it non ha perso l’occasione per vedere e provare direttamente a milano un gioco che non teme il peso del nome che porta. A presentare il gioco è intervenuta direttamente Erica Denning, Product e PR Manager – Export di 2K Games, supportata da un televisore 75 pollici, la quale ha illustrato nello specifico tutto ciò che riguarda la storia, i personaggi e le idee di Bioshock Infinite.

Erica ha iniziato lodando Ken Levine, direttore creativo e co-founder di Irrational Games. Quest’ultimo, come con il primo Bioshock, ha pensato ad un videogioco non solo da giocare ma anche da vedere, assaporare…vivere. Insomma scrivere una storia come se fosse un film.

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Columbia, un’utopia che sembra realtà

Il punto forte della saga creata da Irrational Games è sempre stata, oltre ad un gameplay strategico ed appagante, l’imponente caratterizzazione artistica ed ideologica che caratterizzava il mondo di gioco. Con bioshock Infinite, il team di sviluppo guidato dal genio creativo di Ken Levine, tentano di alzare il tiro proponendoci un background riccamente dettagliato è vibrante di vita, in grado di imporsi nella mente del video player con una prepotenza mai vista prima. Dopo la nostra visione del titolo, vi possiamo assicurare che Columbia sarà in grado di fare tutto questo; e anche di più.

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La storia della città sperduta nel cielo

Così come accadde per Rapture, Columbia non è solo uno sfondo alle vicende dei protagonisti del titolo, bensì una realtà viva e cangiante, che ha la propria storia da raccontare e conoscerla significa comprendere il titanico lavoro che gli sviluppatori hanno fatto per rendere questo BIoshock un’ altra pietra miliare nel mondo videoludico.

Columbia, la nuova utopia sociale a misura d’uomo, viene presentata al mondo alla fiera mondiale del 1893 come trionfo della tecnologia e della capacità inventiva umana. Per molti anni essa rappresenta il fiore all’occhiello del governo statunitense, in grado di suscitare l’invidia di tutte le nazioni industrializzate. Non passa però molto tempo prima che gli abitanti di Columbia comincino a sentirsi estranei alle vicende degli USA e di tutto il mondo sottostante.

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Grazie a questo clima separatista non passa molto tempo prima che un leader carismatico prenda le redini del comando ed assuma il controllo della società: Zachary Comstock, forte di un’ideologia che esalta al massimo il ruolo dei padri fondatori, si autoproclama pastore del popolo e nel 1901 recide i legami che lo legano al governo statunitense, rendendo così Columbia un’entità separata dove il meglio dell’uomo può innalzarsi sul resto del mondo. Non si sa più nulla, solo qualche ritrovamento in giro per il globo fanno nascere miti e leggende sulla sua continua esistenza. Fino al 1914, quando il nostro protagonista Booker DeWitt, viene ingaggiato per la sua misteriosa missione: salvare Elizabeth, una ragazza imprigionata in una delle torri di Columbia fin dalla sua nascita. In cambio Dewitt potrà estinguere i debiti accumulati sulla terra. Egli giunge sulla città alata in periodo ancora prospero, ma niente è mai come sembra.

Vox Populi e Founders: due faccie della stessa medaglia

Booker ed Elizabeth non dovranno solo affrontare coloro che tentano di fermarli (una profezia racconta che un giorno qualcuno ruberà la cosa più importante di Columbia e bisognerà ucciderlo) bensì una vera e propria guerra civile che comincia a prendere piede dal ventre della “bestia”, estendendosi come una metastasi sociale, in tutte le parti della città.

Come in ogni realtà totalitaria, vi è sempre una parte di popolazione che tenta di sottrarsi al giogo del potere ed anche Columbia non è da meno. I nostri due protagonisti infatti rimarranno coinvolti in una guerra tra fazioni in lotta per la supremazia. Da una parte abbiamo i Founders, una congregazione guidata direttamente da Padre Comstock, (che dopo la secessione gode di uno status quasi divino tra i suoi seguaci) e che comprende l’elite sociale di Columbia e gode di della maggior parte delle ricchezze, oltre a controllare le forze militari.


Dall’altra parte invece troviamo la Vox Populi, capeggiata da Daisy Fitzory, la quale rappresenta invece la parte debole e sfruttata della popolazione che, stanca delle ingiustizie sociali, tenta di riportare equità e benessere alle classi sociali più basse. Se fin da subito appare chiaro il ruolo dei Founders come nemico (Comstock controlla la vita di Elizabeth a causa dei suoi poteri) non è chiaro ancora che ruolo avrà la Vox Populi nelle vicende dei protagonisti.

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Una città viva

Come accennato in precedenza abbiamo potuto assistere ad una presentazione giocata del titolo (i primi 20 minuti della campagna direttamente pad alla mano di Erica Denninks) e che fin dalle prime battute ci ha catturato al suo interno. Dall’arrivo di Booker nella città, una cosa è ben chiara: Columbia è viva come non mai.

Passeggiando i vicoli della città assistiamo alla routine dei cittadini: abitanti che ridono e scherzano ed assistono ad una fiera in cui vengono mostrati gli ultimi ritrovati tecnologici, parate in onore dei padri fondatori, negozianti e mercanti che guidano carretti trainati da cavalli a propulsione elettrica, zeppelin che fanno la spola tra edifici gallegianti nell’ aria e che si spostano di continuo, tra cori “a cappella”, stampe di propaganda e molto, molto altro!

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Tutto sembra insomma un quadro post-vittoriano dipinto con assoluta maestria, in grado di donare a Columbia quel senso di vitalità e movimento che raramente si rescono a trovare all’ interno di una opera videoludica. Più che nell’aspetto grafico, di ottima caratura anche se non raggiunge i livelli di un Crysis 3 per la sua diversa natura di proporre gli scenari di gioco, è nella caratterizzazione artistica ed estetica che il team di Irrational si è concentrato nel creare il mondo di Bioshock Infinite e vi assicuriamo che il titolo possiede una potenza evocativa che non ha rivali, che lascirà il giocatore a bocca spalancata in più di un’occasione.

Complice di questo anche l’illuminazione, semplicemente perfetta, in grado di rendere giustizia sia agli interni quanto alle prospettive esterne e la colonna sonora, che spazia da brani orchestrali a pezzi folk, sempre appropriati alla situazione.

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Ovviamente da buon FPS che si rispetti, non ci vuole molto prima che sangue e armi facciano capolino. A seguito di qualche scaramuccia la polizia inizia a dare la caccia al nostro eroe, pistole post-guerra e fucili automatici in possesso di Booker ripuliscono le strade dai nemici. Ma quando non basta, come nel primo titolo Bioshock il nostro personaggio è in grado di incorporare poteri straordinari come lanciare palle di fuoco o prendere il controllo di torrette automatiche.

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Ci vengono mostrati quindi istantanee di più nemici, ognuno con caratteristiche uniche, uno più letale dell’altro. Interessanti novità che riguardano Bioshock Infinite sono sicuramente gli skylines, veri e propri trasportatori per cose e persone che permettono di percorrere l’intera città, persino durante un combattimento e gli sbalzi temporali, ancora non si sa molto, ma Elisabeth è in grado di teletrasportare piccoli o grandi oggetti nel tempo facendolo apparire davanti a nostri occhi.

Potremo andare avanti per ore ad analizzare ogni particolare visto in questa presentazione, ma lasciamo a voi il piacere di esplorare Columbia in ogni suo aspetto.

“E’ uno sparatutto, ma uno sparatutto che vi porterà nei posti più angusti e pericolosi. Non posso pretendere che lo giochiate, ma posso promettervi che una volta che l’avrete fatto sarà un’esperienza che non dimenticherete facilmente” – queste le parole di Ken Levine.

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Ricordiamo che il titolo è disponibile nei negozi italiani dal 26 Marzo 2013 su piattaforma PC, Playstation 3, Xbox 360.

Questa speciale presentazione del titolo è stata redatta da Eduardo Di Cristina in collaborazione con Alessandro Pozzi.

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