Recensione You – Crea il tuo destino

Allora, qual è il gioco definitivo secondo te?

L’E3 2014 si è concluso da una decina di giorni. La più importante fiera dell’elettronica mondiale ci ha lasciato con il suo consueto bagaglio di annunci altisonanti, di demo e di trailer spettacolari, che probabilmente ci faranno illudere e riempire di aspettative verso giochi dei quali domani non ricorderemo nemmeno di aver sentito parlare. Tra dubbi e rinvii, però, la fiera di Los Angeles ci ha dato comunque un assaggio di quello che ci aspetta nel futuro del medium videogame, con sempre più titoli in Full HD e con le nuove console pronte a farci finalmente vedere il perché della loro esistenza.

Ma cos’era l’industria videoludica prima dei 1080p e dei 60fps? Che cosa c’era dietro i primi giochi in 3D, o apparentemente tali, arrivati nelle case dei ragazzi di tutto il mondo? E’ questo che ci racconta Austin Grossman in You: Crea il tuo Destino e l’avere ancora negli occhi i video di Los Angeles non può che rendere più attuali gli argomenti del suo romanzo.

Allo stesso tempo però, questo addetto ai lavori laureato in letteratura inglese non sta tenendo una semplice lezione di storia dei videogames. Ci sta raccontando delle vite: vite di nerd, di gamers e di business men; vite di persone qualunque che cercano solo un modo di tirare avanti; vite di geni visionari e di chi ancora non ha trovato il suo posto nel mondo. Ma ci racconta anche di mondi straordinari fuori dal tempo, di magia e di esplorazioni spaziali, di Endoria e della Shatterwar, di glitch e di bug in grado di mettere in ginocchio il mondo.

Ci racconta la storia dei personaggi di un classico RPG, di quattro eroi che attraverseranno gli schermi, le epoche e le vite degli sviluppatori degli Black Arts Studios, mescolando realtà e finzione solo per provare a farci rispondere ad una singola, semplice domanda: qual è il gioco definitivo?

Chi sono io? Cosa ci faccio nel mondo?

Russel ha 28 anni. Ha “ormai” 28 anni ed è ancora senza un lavoro e senza una strada da seguire. Ha provato a fare il college, ha cambiato indirizzi di studi e ha fatto tirocini per riempire il proprio curriculum. Ha tentato anche la rassicurante strada degli studi in Legge, tappa quasi obbligata per chi non ha ben chiaro come fare a crescere e a diventare adulto davvero. Ma quello che ha fatto veramente dopo aver finito il liceo è stato nascondere se stesso, provando a crearsi una nuova identità, diversa da quella del nerd sfigato che era stato all’epoca della scuola.

Senza ormai più niente da perdere, si rivolge così ai suoi vecchi amici del liceo, gli “sfigati” appunto. Quegli stessi sfigati che, mentre lui cercava la normalità, avevano fatto il botto e fondato una software house di successo: la Black Arts. Tra l’imbarazzo iniziale e la consapevolezza di essere rimasto indietro mentre il treno passava, Russel capisce però di aver trovato finalmente la strada giusta. Si ritrova così dove aveva sempre voluto essere, ma un colpo di scene inaspettato mette a rischio l’esistenza stessa dell’azienda e della sua nuova vita.

Cambi al vertice ed un terribile bug irrisolto nel gioco next-gen della compagnia lo costingeranno a darsi da fare per trovare una soluzione prima del lancio del nuovo Realms of Gold. Inizia così un vero romanzo giallo in cui il nostro protagonista ripercorre tutte le tappe della Black Arts, tutti i titoli pubblicati e quelli nati tra i banchi di scuola. Ripercorre il suo passato, il campus tecnologico dove era venuto alla luce il secondo capitolo di RoG e i rimpianti di un’amicizia trascurata per il bene di una reputazione da aggiustare.

You – Crea il tuo destino si trasforma così anche in un romanzo di formazione, con Russel che cambia e cresce davvero proprio mentre gioca. Ripercorre la sua vita e quella del suo amico Simon, un genio capace di rivoluzionare il mondo, paragonato a Steve Jobs per la sua capacità di essere sempre un passo avanti ma scomparso prematuramente pochi anni dopo il liceo. E mentre queste vite si intrecciano, Grossman ci fa prendere famigliarità con alcuni degli hack grafici più comuni, ovvero trucchetti di programmazione in grado di rendere un titolo più appetibile agli occhi dei giocatori.

Ma il mondo dei videogiochi non può muoversi su una sola realtà, così i personaggi di Realms, Clandestine e Solar Empires (che poi sono sempre gli stessi quattro protagonisti che sembrano viaggiare, immortali, tra le epoche) entrano ed escono dal mondo creato per loro dagli sviluppatori della Black Arts, attraverso portali che rendono sottile il confine tra ciò che è fatto di carne e ciò che è creato da stringhe numeriche. Nasce così una sorta di cyberspazio letterario, dove Russel può uscire con il suo personaggio preferito e diventare egli stesso parte del videogioco che sta creando. Sonno e veglia si mescolano nelle notti insonni passate ad indagare sull’eredità di Simon, mentre si avvicina l’uscita ufficiale del gioco ed il bug avanza inesorabile aumentando la sua frequenza di apparizione.

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Un libro per capire i videogiochi

You di Austin Grossman è senza dubbio un libro rivolto principalmente ai gamers e a quei nerd nostalgici degli anni ottanta, che ancora non si rassegnano ad avere più di 8 bit in un videogioco. Ma è anche un testo capace di toccare vari livelli delle più diverse sensibilità.

Chi ama i videogames di ogni epoca vi leggerà a chiare lettere le motivazione della propria passione, immedesimandosi nel protagonista e nella sua inquietudine per un mondo diverso da quello che lui vorrebbe. Chi non li ha mai capiti, invece, potrebbe finalmente scostare quel “velo di Maya” che offusca la sua mente e scoprire cosa si nasconde dietro quella violenza apparentemente immotivata o le peripezie di un idraulico italiano pronto a tutto per salvare ancora, e ancora, e ancora, la sua bella principessa perduta. Chi, infine, ama semplicemente la lettura, troverà in queste pagine tante storie e mondi diversi, raccontati, descritti e creati da un autore “tecnico” ma con una invidiabile sensibilità letteraria.

“Mentre tornavo a casa a piedi, ricordai una storia che Lorac mi aveva raccontato mesi prima. Una sera tardi, seduto davanti a un calice a forma di teschio pieno di vino, aveva affermato che molto tempo prima gli esseri umani e i personaggi dei videogiochi erano parte di un’unica potente razza di luminosi e immortali maghi e guerrieri. Persino gli dei ci temevano, così tanto che un giorno unirono le forze contro di noi e dopo una lunga battaglia ci sconfissero. 
Per prevenire ogni futura minaccia, gli dei decretarono che ognuno di noi dovesse essere diviso in due metà, e che ogni parte venisse scagliata in una dimensione distinta. C’era una metà umana, debole ma dotata di pensiero e sentimento, e una metà videogame, con un corpo luminoso e immortale che era solo un guscio vuoto, privo di volontà propria. Divenimmo una razza caduta e dimenticammo le nostre origini, ma qualcosa dentro di noi agognava a ristabilire l’integrità. E così inventammo il videogioco…”
(Il mito della metà secondo Lorac, mago di Endoria. You: Crea il tuo destino, A. Grossman)

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