Recensione Monitor ASUS PB279Q

L’era del 4K

Negli ultimi mesi non si fa altro che parlare di 4K. TV, gaming, smartphone, la sigla viene ora appiccicata un po’ su tutto. Un po’ come successo con il 3D, il marchio 4k aiuta a vendere, soprattutto tra quella fetta di utenza meno esperta che, forse, non si è accorta che al momento il numero dei contenuti TV o i film in 4K è trascurabile, i video in 4k sono prevalentemente demo e filmati dimostrativi, le connessioni a banda ultra larga sono ancora fantascienza in molta parte del paese, ed una macchina da gaming in grado di riprodurre giochi in 4k ad un prezzo abbordabile è ancora un miraggio.

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Quasi a voler verificare questo assunto, abbiamo chiesto ad Asus uno dei loro monitor 4k più allettanti, sia come caratteristiche, che come prezzo, il PB279Q, e abbiamo configurato una macchina affinchè fosse in grado di riprodurre discretamente contenuti in 4k, senza tuttavia costare un occhio della testa. [Spoiler] La premessa è confermata: è ancora troppo poco il materiale in 4K per poter apprezzare un monitor così, ma possiamo garantirvi che la differenza c’è e si vede, soprattutto quando tornerete indietro ai vostri monitor tradizionali.

Design Professionale 

Il monitor in questione è uno dei primi display 27″ di Asus ad offrire risoluzione di 3840×2160 in abbinamento ad un pannello AHVA (nel caso di specie un AU Optronics M270QAN01.0 AHVA). La tecnologia AUO AHVA (Advanced Hyper-Viewing Angle) promette di mantenere una visibilità quasi perfetta anche ad angoli di visione molto ampi, senza perdita di saturazione di colore e con risultati superiori sicuramente a quelli dei pannelli IPS tradizionali e che si avvicinano a quelli, per la verità imbattibili, dei display AMOLED. 

Tra le altre caratteristiche

  • Luminosità 300 cd/m²
  • Colour support: 1.07 billion (8-bits per subpixel plus dithering)
  • Tempi di risposta (G2G): 5ms
  • Refresh rate: 60Hz
  • Contrast ratio: 1,000:1 (100m:1 Dynamic Contrast)
  • Angolo di visione : 178º orizzontale, 178º verticale

Dal punto di vista estetico, il monitor ha un design piuttosto professionale con una finitura in plastiche nere opache, ed una cornice sottile solo 13 mm ai lati e 18 nella parte inferiore, sul retro della quale trovano posto i pulsanti per il menù a schermo e per l’accensione. Sebbene la funzione dei pulsanti sia indicata nella parte frontale, abbiamo trovato piuttosto scomoda questa scelta, che impedisce un riconoscimento immediato del pulsante che si sta premendo.

Il pannello in sè ha una finitura semi-lucida che garantisce un maggiore contrasto, senza però generare eccessive riflessioni. 

Lo stand, molto pesante e quindi molto stabile, permette una rotazione dello schermo di 90° per posizionare lo schermo in verticale (Pivot), ed una inclinazione di 5° in avanti e 20° all’indietro. Possibile inoltre la regolazione dell’altezza, molto utile ad individuare il corretto angolo di visione in relazione alla seduta.

Nella parte inferiore, sul retro trovano posto

  • #4 HDMI 1.4 (MHL)
  • #1 Display Port 1.2 e (cavo incluso nella confezione)
  • #1 Mini Display Port 1.2,
  • #1 Jack da 3.5mm

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Il monitor dispone anche di un piccolo speaker da 2w, le cui prestazioni non sono in realtà esaltanti, ma che resta comunque una buona soluzione per la riproduzione dei suoni di sistema e di altro audio di base. Assente invece un HUB USB, elemento questo invece disponibile su altri prodotti della stessa fascia di prezzo.

Configurazione di prova

  • OC AMD FX 8350@4,8Ghz
  • Gigabyte G1 Gaming NVIDIA GeForce 970
  • Corsair Memory Vengeance Jet Black 8GB DDR3 1866
  • ASROCK – 990FX Extreme 4
  • SSD Samsung 840 Pro 250 GB

Qualità dell’immagine

L’assenza di HDMI 2.0 ha richiesto il collegamento del display con il cavo Display Port 1.2 incluso, per poter godere del refresh rate a 60hz a 3840×2160. Collegando il monitor in HDMI (presenti solo porte HDMI 1.4) infatti, si otterrà, alla risoluzione nativa, esclusivamente un refresh rate a 30hz. Il subpixel layout del monitor è RGB, il che garantisce una buona visione dei caratteri sia su Mac che su Windows con ClearType. La definizione dei caratteri è molto buona grazie anche al buon rapporto pixel per pollice che è di 163ppi.
Eccellente la calibrazione dello schermo out-of-the-box, sebbene sulla qualità generale pare influire una certa non uniformità della illuminazione ai bordi. La resa dei colori è da primo della classe, risultando gli stessi sempre saturi e brilanti ma allo stesso tempo realistici. Identico discorso per il nero, profondo e mai slavato. Le ottime e approfondite modalità di calibrazione inoltre, permettono di agire sulla calibrazione del bianco, cosi’ come su quelle dei colori RGB e di ottenere un settaggio ancora più accurato del gamma. L’immagine risultante con una calibrazione anche minima è sempre dotata di una discreta profondità e tridimensionalità, che rende piacevole la visualizzazione di qualsiasi contenuto. 

Buona anche la reattività: sebbene i tempi di risposta (5ms,) non siano i più bassi mai registrati per un monitor gaming, in game non ci è stato possibile osservare, anche in situazioni piuttosto frenetiche, alcun fenomeno di ghosting.

Il Display offre inoltre una serie di funzioni di calibrazione preimpostate cosiddette “SPLENDID” che migliorano la qualità dell’immagine in relazione all’utilizzo che si fa del display. Tra i vari settaggi predefiniti vi sono:  Scenario, Standard, Teatro, Gioco, Notturna, sRGB, Lettura e Camera OscuraInteressante la funzione Vivid Pixel che migliora, agendo sui contorni, la qualità e la definizione del testo visualizzato (su questo punto la renderizzazione del testo su Mac Os X 10.10 è su un altro pianeta)
Ai preset si affiancano una serie di modalità di settaggio manuale che funzionano intervenendo sul l
ivello di saturazione dei tre colori base e permettono di impostare il gamma e la temperatura del colore tra tre livelli preimpostati: “Caldo, “Normale” e “Freddo”. 

La resa del 4k con Windows 8.1 e Windows 10

Arrivati a questo punto della recensione, sebbene non strettamente connesso all’hardware in prova, è necessaria una piccola digressione sul formato 4K ed in particolare sulla resa con Windows 8.1 e Windows 10 che abbiamo avuto modo di provare soltanto per qualche ora prima che il sample inviatoci fosse restituito. Windows 8.1 è evidente non è fatto per sfruttare una risoluzione così elevata. Nonostante il sistema operativo di Microsoft permetta un settaggio di caratteri e altri elementi dell’OS in un formato più grande, la gestione del settaggio personalizzato è, diciamoci la verità, fatta con i piedi. Il testo, il più delle volte, al massimo ingrandimento appare fuori dalla finestra e la quasi totalità delle applicazioni, da GOG a Steam, passando per Photoshop e gli applicativi Office, presentano caratteri troppo piccoli per poter essere utilizzati. Con Windows 8.1 abbiamo anche rilevato un problema in fase di avvio del PC. Il monitor, collegato in Display Port, non riceveva il segnale dalla scheda grafica rimanendo “In attesa di segnale” sino all’avvio del sistema operativo e rendendo impossibile accedere alle funzioni del bios. Il problema, risolto con l’aggiornamento a Windows 10 e dei driver della scheda grafica utilizzata (Gigabyte G1 Gaming Nvidia Geforce 970), per la verità può essere risolto anche sotto windows 8.1 collegando il display sia con cavo HDMI che con cavo DP e poi selezionando una volta avviato il sistema la visualizzazione solo tramite DP, ma è una ulteriore dimostrazione di come l’adozione del 4K non sia ancora “problem free”. 

Sotto Windows 10 la situazione caratteri migliora decisamente, pur essendo ancora necessari numerosi miglioramenti, soprattutto nella gestione del dimensionamento icone. Alcuni applicativi non supportano ancora del tutto il 4k, o presentano, come nel caso di Steam Big Picture, problemi di incompatibilità con lo strumento di ridimensionamento di Windows, generando malfunzionamenti e qualche crash.

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4K, Gaming e Cinema ne vale realmente la pena ?

L’argomento 4k Gaming è ancora controverso. Nonostante oramai la gran parte dei titoli più recenti supporti il 4K, sono ancora poche le soluzioni hardware, ed in particolare le schede grafiche, che permettono di giocare con la giusta tranquillità ad una risoluzione così elevata, mantenendo al contempo stabile, intorno ai 60, il numero di frame per secondo.

La configurazione di prova (vedi in apertura ndr.), che potremmo considerare al momento in cui vi scriviamo, di fascia media, nella gran parte dei titoli testati non riusciva ad offrire una fluidità sufficiente alla risoluzione di 3840x2160p. I giochi da noi testati,Tomb Raider, The Witcher 3 e Far Cry 4 in particolare, soffrivano di vistosissimi cali di frame rate fino ai 20 fps, senza al contempo apportare un miglioramento della qualità dell’immagine rispetto alla risoluzione immediatamete precedente, tale da giustificare l’ingente esborso economico necessario ad un upgrade hardware. C’è da dire che con un aliasing praticamente azzerato o in larga parte ridotto, risultano inutili tutti i filtri antialiasing che tanto incidono sul framerate del gioco e pertanto una calibrazione fine di tali settaggi di gioco potrebbe appianare alcuni di questi problemi, senza tuttavia poterli risolvere del tutto. 

Più interessante, come accennato, la soluzione 2k (2560×1440), che riesce a garantire con la quasi totalità dei giochi recensiti, un frame rate stabile e soprattutto una differenza qualitativa evidente rispetto alla canonica definizione di 1080p.

Resa con materiale cinematografico

Impostando la visione a schermo intero l’immagine in full HD proveniente dai vostri filmati o bd, verrà ovviamente upscalata. Uno dei vantaggi del 4k è che l’immagine in Ultra HD (3840×2160) è esattamente il doppio, in termini di pixel, rispetto a quella in Full HD (1920×1080). Tale circostanza rende meno gravoso il compito dell’upscaler e tutto ciò si tradurra in una minore perdita di dettaglio, che diviene del tutto trascurabile con visione ad una distanza di circa un metro, e che solo raramente dà luogo a qualche piccolo artefatto.
L’ottima taratura del monitor ha garantito una visione cinematografica perfetta, molto realistica e senza eccessi di saturazione, una circostanza questa non sempre osservabile in display votati più al gaming e al mondo professionale che al cinema. Praticamente assenti i fenomeni di juddering.

Commento finale

Con uno street price di circa 600 euro, il monitor ASUS PB279Q da 27″ è uno dei più appetibili schermi 4k in circolazione. Il suo buon pannello, capace di garantire colori carichi e fedeli, e una diagonale che lo rende duttile sia per un utilizzo propriamente PC che quale schermo destinato all’intrattenimento cinematografico e gaming, ne fanno una scelta sicuramente consigliata, se vi sentite di adottare la tecnologia 4K sin da ora.
Ragionando più serenamente e con un occhio al portafogli, visti i numerosi intoppi che al momento la risoluzione Ultra HD sta riscontrando, sarebbe più furbo attendere una maggiore maturità (anche a livello economico) dell’hardware complementare (schede grafiche e processori) e soprattutto un incremento considerevole del materiale 4K. Ricordate in ogni caso una cosa, il passaggio al 4K è irreversibile. Una volta fatto l’occhio alla qualità visiva e alla definizione di uno schermo con risoluzione 3840×2160 difficilmente riuscirete a tornare indietro.

Pro Contro 
– Buona qualità dell’immagine
– Tante funzioni di settaggio
– Una volta provato il 4k non si torna indietro
– Prezzo elevato
– Poca utilità, al momento, del 4K
  Voto Globale: 80 
 
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