Recensione Layers of Fear

L’erede spirituale di P.T. in tutto il suo terrore.

Versione testata: PC.

La cancellazione (forse non definitiva) di Silent Hills ha sicuramente spiazzato tutti i fan che non vedevano l’ora di mettere le mani sul nuovo capitolo, ma moltissimi giocatori hanno avuto modo di provare o almeno vedere il “playable teaser” che annunciava l’esistenza del progetto. Sì, stiamo parlando del terrificante, decisamente contorto e malato P.T., una demo che difficilmente si dimentica, ammesso che siate riusciti ad arrivare al termine senza impazzire.

Sebbene sia stato rimosso dal PlayStation Store, qualcuno è rimasto piacevolmente soddisfatto dell’esperienza proposta da P.T. e ha deciso di realizzare un gioco vero e proprio che ne sarebbe stato un degno erede spirituale: il titolo in questione è Layers of Fear, sviluppato dai ragazzi di Bloober Team ed ufficialmente uscito dall’Early Access il 15 Febbraio. Traendo spunto dall’ottimo lavoro di Kojima in collaborazione con il grande Guillermo del Toro, lo sviluppatore ha portato su console e PC una piccola perla indubbiamente sconsigliata ai deboli di cuore e che sa come spaventare alla buona vecchia maniera.

Nella mente disturbata di un pittore pazzo

Beh, effettivamente nessuno ha mai sostenuto che i pittori fossero normali, e basta ricordare Van Gogh che si tagliò un orecchio per un autoritratto (il vero motivo lo potete trovare su Internet). In Layers of Fear impersoneremo un pittore che ha perso totalmente il lume della ragione, ma sin dall’inizio del gioco la trama appare molto confusa e priva di senso, pertanto starà ai giocatori “ricostruire” l’accaduto servendosi di lettere, fotografie e altri documenti reperibili nella dimora del protagonista. O, per meglio dire, nella mente disturbata di questo artista psicopatico.

Sì, perché l’intero titolo si basa su un viaggio nella psiche del pittore che si rivelerà terrificante, contorto e a tratti psichedelico al punto da creare un senso di disagio e disorientamento. Lo sviluppatore, infatti, è riuscito a realizzare un’esperienza di gioco in grado di trasmettere paura e ansia allo stato puro, con jump scares difficilmente prevedibili che più di una volta vi faranno saltare dalla sedia e che non si limitano ai soliti cliché. Purtroppo, ciò che affligge maggiormente la produzione è il fatto che il gameplay sia ridotto semplicemente a camminare e raccogliere gli oggetti più o meno nascosti nell’ambiente circostante, utili comunque a comprendere gli eventi. Sono presenti alcuni enigmi che tentano di diversificare un po’ questa “monotonia”, ma la loro semplicità li porta spesso ad essere dei rompicapi forzati.

L’elemento che più caratterizza Layers of Fear è il modo in cui le stanze e i corridoi della casa vengono trasformati e distorti in qualsiasi maniera: dopo essere entrati in una camera,  è possibile che la porta dietro di noi sia scomparsa e che, voltandoci nuovamente, ci ritroviamo in un luogo diverso da prima. E tutto ciò accade in modo costante per tutta la durata del gioco, contribuendo a confondere e disordinare la mente dei giocatori.

Abbiamo notato in diverse occasioni dei chiari riferimenti a P.T., che spaziano da corridoi molto simili fino a fasi di gioco che ricordano quelle presenti nella demo; se l’avete giocata, quindi, apprezzerete questi piccoli omaggi. Spendendo due parole sulla longevità, l’avventura si esaurisce in circa 4-5 ore, che dalla loro parte però sono abbastanza intense.

Un’atmosfera impeccabile

Ciò che sicuramente eccelle in questo gioco è il lato tecnico e si vede che Bloober Team ha svolto un lavoro magistrale sotto ogni aspetto. Il comparto audio vanta effetti sonori ottimi e lo stesso vale per la soundtrack, che sposa a pieno l’atmosfera proposta dando il tocco finale per renderla terrificante e ansiogena al punto giusto. Per quanto concerne il comparto grafico, siamo di fronte ad una gioia per gli occhi artisticamente parlando: la resa grafica è davvero elevata e dà vita ad un’ambientazione in puro stile XIX secolo che vanta una cura nei dettagli sorprendente, anche se sono presenti sporadici cali di frame rate e qualche piccolo problema nella gestione delle zone buie.

Configurazione di sistema utilizzata:

– CPU: AMD FX-8350 4.0 GHz
– VGA: AMD Radeon R9 380 4GB
– RAM: HyperX Fury 8GB 1866MHz
LoF screen

Commento finale

Layers of Fear si presenta come un gioco che possiede delle ottime potenzialità in termini di terrore e ansia che è in grado di trasmettere senza mezze misure, ma rimane un titolo che solamente gli amanti dell’horror possono vedere come una piccola perla. Sebbene l’atmosfera sia perfetta e l’ambiente venga plasmato in tutti i modi possibili per confondere i giocatori, purtroppo il gameplay ridotto all’osso porta il gioco ad essere noioso e monotono se non si ama questo genere di esperienza. Layers of Fear, quindi, è sicuramente un prodotto valido e godibile, ma occorre ponderare l’acquisto sulla base di quanto si ami l’horror unito ad un pizzico di paranormale.

Pro Contro
– Brividi puri e tensione alle stelle
– Atmosfera terrificante
– Ottima e costante trasformazione dell’ambiente circostante
– Finisce in poche ore
– Gameplay limitato a camminare e raccogliere oggetti
Voto Globale: 78

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Simone Rinaldi
Simone Rinaldi
Meglio conosciuto come "Ping" per gli amici e online, gioco dall'ormai lontano 2000. Cresciuto a pane e videogiochi a partire dalla prima PlayStation, nel tempo ho esteso i miei interessi anche all'ambito della tecnologia in generale, scoprendo un certo feeling con l'hardware PC. Le mie grandi passioni si sono poi trasformate in qualcosa di più concreto con l'entrata in 4News, grazie a cui ho avuto modo di vedere il mondo videoludico-tecnologico da una nuova prospettiva ed affrontarlo in modo più serio e professionale.

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