Recensione No Man’s Sky

Alla conquista dello Spazio

Versione testata PlayStation 4.

“Terra – la culla dell’umanità, ma non si può vivere per sempre in questa culla”

L’esplorazione spaziale è stata (e probabilmente sarà anche in futuro), uno degli obiettivi e una delle maggiori aspirazioni del genere umano, basti ricordare che nel secolo scorso e precisamente a partire dagli ’60, durante i quali c’è stato un susseguirsi di eventi storici senza precedenti (JFK diventa Presidente degli Stati Uniti, L’Unione Sovietica inizia la costruzione del Muro di Berlino, l’Assassinio di JFK ecc.), la famigerata “Corsa allo Spazio” ha portato a grandissimi progressi scientifici e tecnologici, prima con Yuri Gagarin, ovvero il primo uomo ad essere andato nello Spazio a bordo del Vostok 1 e successivamente nel 1969 a giungere, grazie alla Missione Apollo, sulla Luna.

Quei tempi, ormai così lontani ma anche così vicini grazie anche al volere delle NASA di “conquistare” Marte entro il 2030, vengono in qualche modo omaggiati dalla Software House britannica Hello Games, un piccolo Team composto da poco più di quindici persone che ha lavorato per ben 5 lunghi anni a No Man’s Sky, un gioco che a detta del fondatore Sean Murray non piacerà a tutti, proprio per la sua intrinseca natura esplorativa, caratterizzata da un “universo di possibilità“, generate in maniera del tutto casuale, dando quindi vita ad un’avventura infinita e personalizzata.

Cominceremo tutti allo stesso modo, ma scopriremo luoghi che nessuno ha mai visto prima, avremo la possibilità di scoprire e classificare pianeti e specie viventi, condividere le nostre scoperte con gli altri cosmonauti, raccogliere e commerciare le risorse che troveremo con le razze aliene, intraprendere entusiasmanti battaglie interstellari, plasmando con le nostre stesse azioni il destino della missione.

Benvenuti in No Man’S Sky!

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Preparate la navicella, si parte!

Sebbene le possibilità di scoprire gli stessi mondi siano pressoché basse se non inesistenti (almeno sulla carta), ognuno di noi, avviato No Man’s Sky, comincerà nel medesimo modo ovvero isolati dal mondo e in balia di un pianeta sconosciuto e soprattutto con la vostra astronave da rottamare; tutto è nelle nostre mani, affidato alla speranza della nostra fidata pistola (più precisamente raggio minerario) che ci permetterà di raccogliere le risorse necessarie per il prosieguo dell’avventura esplorativa intergalattica.

Qualunque sarà il vostro inizio di gioco, dal ritrovarsi circondati da strani rettili dall’indole innocua al dover combattere dal primo istante per la sopravvivenza, al dover trovare la propria strada attraverso tempeste tossiche o al ritrovarsi addirittura su una spiaggia tropicale, sin dall’inizio, risulteranno essere chiari i due elementi che rappresentano il cardine dell’esperienza di gioco ovvero: la natura prettamente esplorativa del titolo e la componente principale rappresentata dal Crafting.

Elementi che per gli amanti del genere Souls ricorderanno qualcosa, infatti sarà necessario raccogliere elementi di un certo tipo per potenziare le nostre abilità, la nostra attrezzatura, la nostra astronave e mantenere il sistema vitale della tuta spaziale ad un livello ottimale; nulla è lasciato al caso e sebbene l’inventario a disposizione è piuttosto striminzito e a tratti “inutile”, sarà necessario ponderare attentamente le nostre mosse cercando di capire quali strumenti e quali risorse sono necessarie nell’immediato e quali invece potrebbero tornarci utili successivamente.

Inizialmente il sistema di Crafting potrebbe sembrare poco intuitivo, in quanto non esiste un vero e proprio Tutorial a riguardo, proprio perchè ci ritroveremo catapultati sin dai primi istanti a lottare per la sopravvivenza e ad aguzzare l’ingegno per capire come muoversi in pianeti sconfinati, nei quali non esistono Città di alcun tipo e nè tantomeno personaggi (secondari) che possano in qualche modo darci utili consigli per capire cosa fare. Sta a noi decidere e per questo che il buon Sean Murray ha dichiarato che il gioco non piacerà a tutti in quanto nella sua “stranezza” ha un senso logico e un’idea di base sicuramente geniale ma che difficilmente potrà essere condivisa e capita da tutti.

Cercare di recensire No Man’s Sky non è affatto facile, proprio perché manca un elemento di linearità che forse avrebbe aiutato maggiormente nel comprendere il titolo di Hello Games; non è possibile dirvi come e dove inizierete la vostra avventura, se il pianeta in cui vi troverete sarà ostile o meno, se la ricerca degli elementi necessari per preparare la vostra partenza sarà facile oppure difficile o addirittura potrebbe sembrare qualcosa di banale ma alla fine invece potrebbe rivelarsi più complicato di quanto sembri, sicuramente è possibile dirvi che l’elemento più difficile da gestire è proprio quello legato alla raccolta delle risorse che verranno richieste in maniera sempre più “esigente” dal vostro equipaggiamento.

Il multi-tool a nostra disposizione, è l’oggetto più importante in quanto permette di raccogliere le preziose risorse necessarie ai più svariati scopi (dagli upgrade alla realizzazione di strumenti, al rifornimento delle armi e dei propulsori della navicella spaziale); richiede isotopi di varia natura, come il Carbonio (ne troverete in abbondanza), il Ferro, il Thamium9 passando poi per Platino, Crisonite, Zinco, Eridio, Emeril, ossidi, silicati o materiali unici, dei quali, prima o poi ne avrete disperatamente bisogno, e come detto in precedenza (talvolta) anche in grande quantità. Ovviamente gli sviluppatori del gioco hanno pensato a tutto in quanto non sarà possibile restare bloccati su un pianeta senza alcun tipo di risorsa.

Infatti, gli elementi di “prima necessità” saranno sempre a disposizione (a patto che siate disposti a girovagare un bel po’ prima di trovarli). Non basterà però “raccogliere e basta”, sperando che prima o poi uno degli elementi possa tornare utile allo scopo; lo spazio a disposizione nei due inventari disponibili (tuta e navicella) è inizialmente ridottissimo, e se consideriamo che loot e upgrade utilizzano i medesimi slot (se avrete intenzione di installare una nuova tecnologia, sarete quindi obbligati a rinunciare a qualcosa dell’inventario) capirete bene che ogni decisione dovrà essere presa oculatamente. Ecco è proprio questo aspetto che potrebbe essere “odiato” da alcuni giocatori, quindi se non siete amanti di quanto sopra descritto No Man’s Sky non è il gioco per voi. 

Inoltre, durante il viaggio, a patto di avere un po’ di pazienza, sarà comunque possibile ampliare man mano, sia l’inventario della tuta (utilizzando le capsule di modifica sparse su ogni pianeta) e sia quello dell’astronave (acquistandone una nuova, a prezzi variabili, o riparando un relitto abbandonato), ma purtroppo, il problema non verrà mai risolto pienamente, in quanto, prima o poi, capiterà di dover “litigare” con l’inventario nel bel mezzo di una tempesta tossica, durante un attacco nemico o qualora ci dovessimo trovare su pianeti particolarmente ostili soprattutto per quanto riguarda le condizioni climatiche, tutte situazioni che metteranno a dura prova la nostra tuta vitale e di conseguenza la nostra sopravvivenza.

C’è da dire che però il sistema funziona e funziona anche molto bene, e se riuscirete ad amarlo quanto basta, entrerete anche voi in quel circolo vizioso in cui si è obbligati ad esplorare per continuare ad esplorare e esplorare ancora, senza mai dimenticare di tener d’occhio l’inventario e il supporto vitale.

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Un Universo sconfinato da esplorare

18.446.744.073.709.551.616, non stiamo dando i numeri, anzi, per semplificarvi la vita vi diciamo che ci sono ben 18 trilioni di possibili pianeti e di galassie generate in maniera procedurale da No Man’s Sky, il che comporterà che il 99% dell’universo disponibile (a meno che non abbiate la possibilità di vivere 10 vite o oltre), rimarrà praticamente inesplorato. Fatto sta che, qualsiasi ruolo si scelga di impersonare – commerciante, esploratore o combattente – non ci saranno limiti nell’esperienza di gioco; sarà possibile passare da pirata a cacciatore di taglie con la massima libertà, ma badate bene, ogni decisione e ogni azione compiuta potrebbe avere delle conseguenza durature.

Oltre all’esplorazione sfrenata sarò inoltre possibile condividere le proprie scoperte; infatti ciascun giocatore inevitabilmente si imbatterà in una pluralità di sistemi solari inesplorati: pianeti, forme di vita e molto altro ancora. Sarà quindi possibile scegliere di condividere le proprie scoperte con altri videogiocatori, dar loro un nome (in modo tale da ottenere un certo quantitativo di unità spendibili al negozio e/o per concludere affari) e aggiungerle ad una mappa galattica sempre connessa e associata con il proprio PlayStation Network.

In questo sconfinato universo procedurale non saremo soli, anzi, sono presenti ben tre diverse razze aliene con le quali potremo interagire e instaurare relazioni di varia natura (non soltanto commerciali ma interagendo con le diverse razze sarà possibile apprendere anche qualche parola della loro “particolare” lingua). Il problema iniziale infatti sarà dato dall’impossibilità di comunicare in maniera adeguata in quanto ognuna delle razza presenti avrà un proprio linguaggio e se vorremo quindi interagire con esse inevitabilmente sarà necessario imparare almeno qualche parola in modo tale da poter capire e farci capire, evitando quindi di dover selezionare le risposte a caso, commettendo inutili errori.

Inoltre l’apprendimento delle varie lingue non avverrà esclusivamente a contatto con le singole “civiltà” presenti ma anche nel corso dell’esplorazione dei vari pianeti, sarà possibile andare a caccia dei monoliti della conoscenza, che permetteranno di scoprire non soltanto parole utili per comunicare ma anche una serie di elementi che altrimenti resterebbero sconosciuti.

Mancando un vero e proprio sistema di linearità, gli eventi sono pescati a caso dall’enorme calderone preparato da Hello Games, e anche se questi potranno di volta in volta differenziarsi fra loro (la risposta esatta per esempio non sarà sempre la stessa), prima o poi il gioco li riproporrà ciclicamente. Non è sicuramente un male, ma alla lunga il sistema adottato potrebbe stancare proprio perchè l’elemento ripetitività potrebbe presentarsi prima di quanto crediate.

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Un tripudio di colori

Lo stile grafico di No Man’s Sky è qualcosa di davvero particolare, in quanto è vero che non punta minimamente al realismo visivo (sarebbe stato piuttosto complesso realizzare qualcosa di verosimile), ma ad un’estetica di stampo fumettistico, eccentrica e colorata. La particolare scelta della Software House britannica si chiama Cel Shading ovvero un sistema basato sulla realizzazione di paesaggi simili a delle vere e proprie concept art, con colori vivissimi e contrasti molto marcati.

Naturalmente non è tutto perfetto come potrebbe sembrare, anzi, mentre i paesaggi risultano essere fatti in maniera superlativa, talvolta lo stacco visivo è davvero appagante, la flora e la fauna non risultano essere così dettagliate e le meccaniche di movimento in alcuni frangenti sembrano quasi irreali. Ciò nonostante il lavoro svolto da Hello Games è di prima qualità e personalmente mi sono ritrovato parecchie volte a cattuare degli screenshot per documentare in prima persona la bellezza dei pianeti e di quanto mi circondasse.

Il Motore Grafico, considerando il compito che va sostanziamente a svolgere, si comporta davvero bene. L’algoritmo utilizzato da Hello Games rende unici ma al contempo credibili gli ecosistemi dei vari pianeti, realizzando un connubio fra gli elementi presenti e i colori scelti  davvero eccezionale. C’è comunque da dire che sebbene si parli di “generazione procedurale casuale”, essa non è proprio casuale ma bensì il calcolo alla base parte da un elemento condiviso dal’intero Universo di No Man’s Sky; in pratica quel particolare pianeta generato risulterà essere esattamente lo stesso per qualsiasi giocatore che lo andrà a visitare.

Dal punto di vista strettamente tecnico, il gioco su PlayStation 4 gira in maniera fluida e senza particolari incertezze sui 30FPS, che considerato l’hardware non proprio al top, ci porta ad elogiare il notevole lavoro svolto da Hello Games per ottimizzare il tutto considerando la vastità degli ambienti di gioco e degli elementi presenti a schermo. C’è pero da segnalare, quando si sorvolano i pianeti a bordo della navicella e anche in diverse situazioni in cui dovremo muoverci nello spazio profondo, un effetto pop-up del paesaggio abbastanza marcato.

Infine è doveroso spendere qualche parola sulla maestosa colonna sonora del gioco, realizzata da 65daysofstatic, la quale risulta essere arrangiata in tempo reale (adatttandosi quindi alle specifiche situazioni di gioco) con un risultato simile al sistema iMuse, utilizzato nelle avventure grafiche LucasArts. L’OST di No Man’s Sky risulta essere adatta ad ogni circostanza e inoltre non essendo particolarmente “invadente” ci permette di esplorare lo spazio con la giusta calma e tranquillità. Devo dire che in alcuni frangenti i suoni e le melodie sembrano quasi uscire dagli anni ’70 e ’80 (un po’ mi hanno ricordato quelle presenti nell’espansione di Far Cry 3 – Blood Dragon).

Commento finale

No Man’s Sky è un gioco atipico, qualcosa di nuovo e a tratti davvero ben fatto, purtroppo si perde proprio nel suo universo sconfinato ed infinito, costituito da miliardi di pianeti, galassie e stelle che rappresenta per Hello Games il suo vero vanto. C’è da dire che non ci sono evidenti difetti ma piuttosto la mancanza di linearità (si avete capito bene) potrebbe aver “tagliato un po’ le gambe” all’ambizioso progetto di Sean Murray che sicuramente un po’ in simil Minecraft andrà ad infarcire No Man’s Sky di nuovi contenuti che lo renderanno più maturo rispetto all’esperienza di gioco attuale e perchè no potrebbe aumentarne anche la valutazione complessiva. Per quanti stiano pensando all’acquisto del gioco, se non amate l’esplorazione sfrenata e un sistema di Crafting piuttosto marcato, talvolta al limite della frustrazione, lasciate perdere perché potreste incappare in una cocente delusione.

Pro Contro 
– Un universo sconfinato 
– Un sistema di Crafting profondo e ben fatto
– Graficamente accattivante
– Alla lunga potrebbe stancare
– Mancanza di una vera e propria storia
– A tratti potrebbe risultare frustrante
  Voto Globale: 80  
 
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Riccardo Amalfitano
Riccardo Amalfitano
Videogiocatore sin dalla "tenera" età, amante anche di manga, cinema e serie TV. Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente!

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