Recensione Enigmatis: The Ghosts of Maple Creek

Un’avventura grafica semplice e appassionante.

Versione testata PlayStation 4.

Artifex Mundi è una piccola software house sconosciuta: il qui presente è arrivato a The Ghosts of Maple Creek solo perchè l’immagine di copertina era davvero, ma davvero accattivante. E poi dicono “non bisogna giudicare un libro dalla copertina”: va bene, ma una bella copertina resta sempre innegabilmente invitante. Quella di Maple Creek presentava un lugubre villaggio in decadenza, di notte. Come facevo a non aprire la pagina dedicata al gioco su PlayStation Store per dare una sbirciatina? I fantasmi di Lovecraft e Stephen King che abitano nella mia testa mi hanno letteralmente imposto di dare un’occhiata. Ed eccoci qui con la recensione.

Dicevamo di Artifex Mundi: una piccola software house, è vero. Una volta terminato il loro titolo mi sono fiondato sul sito per vedere se ce n’erano ancora, dello stesso tipo o magari anche un seguito (dato che il finale di Ghosts of Maple Creek è tremendamente proteso verso un seguito). Ho scoperto così che, per quanto piccola, Enigmatis ha pubblicato una valanga di titoli negli ultimi 5-6 anni, la maggior parte dei quali è approdata sugli smartphone. Lo stesso Ghosts of Maple Creek sarebbe perfettamente fruibile su smartphone.

Vi sto spaventando solo perchè ho detto “smartphone”? State buoni, se mi sono messo a scrivere una recensione su un titolo trovato per caso è perchè, diamine, credo che sia un ottimo titolo. Altrimenti non vi farei perdere tempo in questo modo. Ghosts of Maple Creek è un ottimo gioco, un’ottima avventura grafica per l’esattezza, adatta a tutte le età. Soprattutto agli amanti degli horror/thriller/polizieschi.

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L’Orrore di Maple Creek

Ti svegli al termine di una forte tempesta. È sera, e tu sei sdraiato sul ciglio della strada non lontano da una piccola cittadina. Ti vengono i brividi quando il tuo corpo rievoca cose che la tua mente purtroppo non può – o piuttosto, non vuole – ricordare…

Questa è la descrizione di Enigmatis: The Ghosts of Maple Creek pensata dagli sviluppatori. Non è male, anzi è estremamente invitante: accompagnata alle giuste ed evocative immagini del villaggio abbandonato, della tempesta, della atmosfera notturna, fa la sua bella figura. Qualcosa di più concreto sulla trama del titolo ve lo dico invece io, senza rovinarvi la sorpresa. La protagonista del gioco (è una Lei, la descrizione trae in inganno) davvero non riesce a ricordare nulla all’inizio della sua avventura, tranne un misterioso inseguimento: qualcuno o qualcosa la seguiva nel bosco. Al suo risveglio si ritrova per la via principale del paese, con l’hotel dove aveva preso in affitto una stanza alla sua sinitra e una chiesa di campagna sulla destra. E la sgradevole sensazione che le cose non vadano per il verso giusto. In città non c’è letteralmente nessuno, sembrano tutti spariti, e voi siete soli.

Ma The Ghosts of Maple Creek non è completamente un horror, non del tutto. Si tratta in find dei conti di un’avventura punta e clicca a tema investigativo, una sorta di fiction poliziesca interattiva condita con elementi de Ai confini della realtà. Il soprannaturale c’è, eccome. Ma non rovina gli eventi rivendicando il primo posto: è un piacevole contorno di un caso tutto umano molto più interessante: delle ragazze sono sparite, a Maple Creek. Più volte nel corso degli anni. E l’unico, plausibile indagato, sembra non invecchiare mai da oltre 60 anni… riuscirete a ritrovarle e rimettere tutti i tasselli al proprio posto?

Enigmi, dettagli e deduzioni

A livello di gioco ci troviamo davanti a un’impostazione “punta e clicca” di quelle che c’erano una volta, ma adatattata alla fruibilità dei tempi moderni e dunque estremamente semplificata. Con un cursore ci sposteremo di scenario in scenario, tra stanze ed ambienti esterni, raccogliendo oggetti, notizie e informazioni che potrebbero aiutarci a risolvere il caso sulle ragazze scomparse e capire che diavolo stia succedendo a Maple Creek. Alcuni percorsi saranno naturalmente bloccati e determinati oggetti inutilizzabili finchè non avrete ottenuto la chiave necessaria per proseguire. Facendo un piccolo esempio: volete entrare in cortile ma quel dannato cagnaccio non ne vuole sapere di farvi passare? Io ho girato attorno un bel po’ nei paraggi e alla fine ho trovato una succuletta salsiccia da mettergli nella cuccia per farlo stare buono.

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Un titolo in cui bisogna far lavorare il cervello insomma, ma non ai livelli eccessivi delle vere avventure grafiche in cui si restava bloccati anche per giorni. Anche la meccanica degli enigmi e dei “minigiochi” è stremamente semplificata, tra sessioni in cui dovrete riordinare i lembi di una mappa a mo’ di puzzle o sfide a trovare il giusto ordine di attivazione di determinati meccanismi, premendo al momento giusto e nel giusto ordine i vari componenti. Con una semplice pressione della croce dei comandi sul pad inoltre potremo richiamare velocemente a schermo gli indizi raccolti, le deduzioni ottenute combinando i dati raccolti e persino una mappa di tutte le aree che ci segnalerà dove c’è ancora qualcosa da fare o un elemento di gioco da raccogliere/analizzare. A meno che non giocherete in modalità esperto. Anzi, vi consiglio di farlo: in questo modo sarete costretti a pensare più a lungo ai dettagli e vi godrete al meglio l’avventura narrativa di Enigmatis.

Come dipingere l’inquietudine

Fatta eccezione per pochi, sporadici e dimenticabili filmati in uno pseudo 3D, l’intera avventura a Maple Creek va vissuta di disegno in disegno. Le zone del gioco, gli interni e gli esterni sono dei veri e propri “dipinti” su cui il giocatore muove il cursore per individuare punti di interesse ed interagire con l’ambiente: le avventure grafiche funzionano in questo modo. Ma il vero punto di forza della produzione di Enigmatis è la cura per i dettagli: ogni singolo oggetto degli ambienti è realizzato con una cura magistrale e il colpo d’occhio si ritrova appagato sia all’interno che all’esterno degli scenari. Visivamente ho pensato più volte di ritrovarmi di fronte a vera e propria arte impressionistica, per quanto macabra o inquietante che fosse: date uno sguardo all’immagine poco sopra e ditemi voi se non la appendereste in salotto. Io sì.

Anche dal punto di vista tecnico, complice anche il genere, non abbiamo nulla da segnalare: sia caricare una nuova partita che spostarsi tra gli scenari richiede davvero una manciata di secondi. Un po’ meno bene il comparto sonoro. Non che la musica scelta dagli sviluppatori non sia azzeccata, piuttosto è esigua: un paio di brani ripetuti ovunque per tutta la storia. Per di più, in alcuni momenti la musica scompare del tutto, lasciando al suo posto soltanto gli effetti sonori. Ho giocato per una buona mezz’ora ascoltanto soltanto il suono dei miei passi e il rumore degli oggetti che utilizzavo. Quando è tornata di colpo la colonna sonora, mi è preso un colpo. Sul serio.

 

Commento finale

Enigmatis The Ghosts of Maple Creek è un’occasione divertente e intrigante per tornare nel mondo delle avventure grafiche, per di più al prezzo estremamente contenuto di soli 10 euro. Con un ottimo comparto artistico, enigmi interessanti ma mai davvero complessi e una strama avvincente, muoverete i passi un villaggio abbandonato in cui le cose non stanno andando come dovrebbero ed alcune ragazze sono scomparse: riuscirete a risolvere il mistero?

Pro Contro 
– Bellissimo da vedere
– Enigmi interessanti
– Storia avvincente
– Un po’ meno bello da sentire
– Difficoltà tarata verso il basso
 
  Voto Globale:  80
 
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