Recensione Lego Worlds

Minecraft (o quasi) in salsa LEGO.

Versione testata: PlayStation 4.

I videogiochi targati LEGO negli ultimi anni hanno letteralmente invaso al mercato, spaziando dai film ai fumetti e arrivando persino a sfiorare le serie televisive: l’ultimo prodotto a segnare un successo strepitoso in fatto di carisma e varietà di contenuti è stato il recente Lego Dimensions, che tra l’altro ha segnato anche l’approdo del brand nel settore Toys For Life. Tra trame lineari, nuove introduzioni open-world nel passaggio sulla current gen, multiplayer in locale mai noioso, l’unica cosa che davvero mancava nella serie è un prodotto dedicato proprio alla fantasia pura: creare, immaginare, realizzare qualsiasi cosa. Un bel controsenso, se vogliamo: proprio i LEGO che da bambini ci hanno insegnato ad immaginare, nei videogiochi ci hanno sempre e quasi soltanto spinto a distruggere tutti gli elementi ambientali dei livelli per raccogliere i gettoni (studs). Perchè non fare un gioco, invece, in cui più di distruggere si costruisce?

Naturalmente il paragone con Minecraft salta subito in mente. Come potrebbe essere altrimenti, dato che Minecraft ha segnato la anscita di un genere? Vediamo insieme cosa ha da rivendicara per sè, invece, Lego Worlds, e cosa è cambiato dalla nostra anteprima di un annetto e mezzo fa, quando il titolo era arrivato in early access su Steam.

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La novità di Lego Worlds…

Cosa poteva essere aggiunto al format Lego per renderlo più interessante e attirare persino quello che persone che hanno sempre visto nei mattoncini danesi niente più che un prodotto per bambini, sottovalutandone l’enorme potenziale? Poteva essere aggiunto l’elemento open world, innanzitutto, e Lego Worlds lo ha. Ma non era ancora abbastanza. In effetti, i giochi Lego si sono sempre presentati con quell’atmosfera di “prendo e ti spacco tutto”, ma la vera anima delle costruzioni (cioè appunto il costruire) è sempre rimasta in secondo piano, apparendo in pochi e limitati frangenti. Lego Worlds è il primo titolo della serie ad essere invece incentrato principalmente sul costruire. Si tratta di un sandobox a tutti gli effetti, chiaramente ispirato alle meccaniche ed esperienze ormai famose a livello mondiale offerte da Minecraft in tutte le salse e su tutte le console. Ma, a differenza del titolo Mohjang (poi passato a Microsoft) che doveva inventarsi personaggi, situazioni e tutto un mondo alle proprie spalle, Lego Worlds tutto questo lo ha già, perché può attingere a centinaia di universi diversi, che hanno ispirato negli ultimi 30 anni i vari Set Lego apprezzati da bambini (e adulti) di tutto il mondo. 

Nei due anni del suo early access Lego Worlds è riuscito a divertire facendo leva “solo” su due elementi: la varietà dei mondi di gioco e l’estrema personalizzazione di ogni meccanica presente. Sostanzialmente, si entrava in mondi generati casualmente, che potevano essere dunque di tutti i tipi, e si iniziava non solo a distruggere, ma soprattutto a costruire, a proprio piacimento. E in ogni dettaglio: dalla roccia in fondo alla strada agli alberi, alle stesse “zolle” che formano la superficie del suolo, e via dicendo fino a spostare i corsi dei fiumi, l’altezza e la collocazione delle montagne e tutto il resto. Lego Worlds significa appunto questo: i Mondi dei lego. Mondi completamente modellabili dal giocatore, senza alcun limite.

… ma forse era meglio la versione Early Access

Non c’era alcun limite nella versione early access. Nell’edizione completa del gioco, che trovate in vendita anche su Xbox Store e PSN Store a 29.90 euro, i limiti ci sono eccome. Tanto per cominciare, non è più possibile entrare a proprio piacimento in qualsiasi mondo vogliate e di qualsiasi dimensione esso sia. Adesso bisogna pagare una sorta di moneta di gioco, i ben conosciuti Mattoncini d’Oro, per liberare l’accesso verso mondi via via sempre più grandi. In mancanza di essi, il personaggio resterà confinato con la propria navicella nel primo (piccolo) universo disponibile. Un gran brutto affare per chi giocava già a Lego Worlds su PC e aveva sborsato la somma iniziale, che si vede ora limitate dall’oggi al domani gran parte delle modalità e delle meccaniche che aveva imparato ad apprezzare in due anni di gioco.

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Ma non finisce qui. In Lego Worlds è stata introdotta l’unica cosa di cui non c’era davvero alcun bisogno: una trama. Passi per Lego Avengers e Lego Batman, in cui un minimo evento narrativo deve giustificare la distruzione incondizionata e ironica dei mattoncini. Ma in un sandbox open-world incentrato sulla creatività, che necessità mai ha potuto spingere gli sviluppatori a frenare la fantasia? Sacrificandola, tra l’altro, non a un elemento nuovo, doveroso ma almeno necessario, quanto a un dettaglio del tutto accessorio e fuori posto. Sembra piuttosto che all’ultimo momento Warner Bros abbia avuto paura di spaventare i fan della serie presentando loro qualcosa di troppo innovativo: facendo un passo indietro, ha preferito ricorrere ancora una volta alla trama come elemento principale del gioco da cui tutto deve partire. Una scelta che ci sembra plausibile soltanto pensando al pubblico di bambini, che si sarebbe ritrovato altrimenti tra le mani un mondo di possibilità armati soltanto di tutorial, e non degli eventi narrativi da cui sono stati guidati in tutti gli altri gioco. Ma anche così dobbiamo storcere il naso.

Viva la varietà

Dal punto di vista della varietà e del comparto audio-visivo Lego Worlds è stato notevolmente migliorato, potenziato e perfezionato. La presenza di più di 20 biomi diversi rende quasi ogni partita un unicu, ed è possibile letteralmente perdersi all’interno dei mondi, ad osservare animali esotici, costruzioni, edifici e scenari divertenti quanto ben realizzati. Determinati animali possono essere presi dal loro habitat e utilizzati come veicolo: ad esempio un elefante nella savana, o un cavallo nella foresta. Non mancano neppure draghi, serpenti marini e creature ben più affascinanti e pericolose.

L’aggiornamento alla versione definitiva ha anche aggiunto tante nuove tracce audio che si adattano quasi perfettamente ai determinati ambienti in cui sono inserite, e il colpo d’occhio convince sia su PS4 che su XBOX ONE (le prestazioni migliori, come sempre, restano prerogativa del PC). Insomma, un’avventura che vale davvero la pena di vivere. E poi, se vi dicessimo che in qualsiasi momento potete invitare nel vostro mondo un amico online, o consegnare il secondo controller a vostro fratello facendolo aggiungere alla partita in corso? Avreste ancora qualche dubbio nello spendere questi 29.90 euro di divertimento a base di mattoncini? Secondo noi, no.

Commento finale

Lego Worlds sarà per alcuni il gioco LEGO atteso da sempre, in cui si può fare quasi tutto in qualsiasi momento e con chiunque (anche online). Rispetto agli altri capitoli monotematici (Lego Batman, Lego Avengers) si propone come qualcosa di nuovo, ma senza riuscire a scrollarsi di dosso determinati elementi che sembra gli sviluppatori abbiano voluto inserire a tutti i costi (la trama, ad esempio, o la necessità di sbloccare determinate aree prima di renderle giocabili). Per chi, poi, ha avuto la possibilità di provare per un anno e mezzo la versione Early Access, il nuovo aggiornamento è un vero e proprio tradimento. In quale categoria rientrate? Valutate l’acquisto in maniera ponderata. Ma per 30 euro (e aspettando uno sconticino) talvolta nella vita vale la pena rischiare, non trovate?

Pro Contro 
– Infinite possibilità
– Doppiaggio interessante
– Millemilla milioni di oggetti sbloccabili
– Alla lunga monotono
– Alcune caratteristiche limitano l’immaginazione
– La trama è un mero riempitivo (fuoriposto)
  Voto Globale: 80 
 
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