Recensione Yo-Kai Watch 2

Più di 300 mostri da trovare, conoscere e schierare in battaglia.

Versione testata: Nintendo 3DS.

Lanciare a così poca distanza l’uno dall’altro titoli di una serie principale, e che sta diventando importante come Yo-Kai Watch, è sempre un rischio. La Storia dimostra che capitoli troppo frequenti e a cadenza annuale non sempre vivono una sorte felice. Grazie a Nintendo Italia, tuttavia, abbiamo avuto la possibilità di provare la versione completa del nuovissimo Yo-Kai Watch 2 e adesso possiamo dirlo: tutti i dubbi derivati dalle prime ore del test si sono dileguati proseguendo nel corso dell’avventura, e Level-5 ci ha convinto appieno del fatto che il proprio titolo sia ancora in grado di dare tanto ai giocatori. Certo, così come già per il primo episodio pubblicato nel 2014, ci sono alcuni determinati elementi che andrebbero rivisti, eliminati o corretti, ma gli errori del primo Yo-Kai Watch sono stati tutti sapientemente affrontati dal team di sviluppo.

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Ne risulta così che abbiamo potuto dedicarci a un titolo divertente, pulito, ben definito; non manca qualche piccolo difetto da rivedere nel futuro Yo-Kai Watch 3, che ormai è del tutto lecito aspettarsi nel prossimo futuro sia in terra nipponica che nel nostro mondo occidentale.

Nathan tra passato e presente

Yo-Kai Watch 2 ha una storia collegata con il primo capitolo della serie, ma non si tratta di un elemento limitante per chi si accinge a provare il titolo di Level-5 per la prima volta. Non è necessario recuperare il primo Yo-Kai Watch: per tutta la prima ora di gioco (e con qualche straforo), Yo-Kai Watch 2 funge da eccellente introduzione alla narrazione, ai personaggi e alle meccaniche di gioco. Il titolo è perfettamente comprensibili e accessibile a chi non ha mai sentito parlare di questa serie. Naturalmente questa scelta ha anche un rovescio della medaglia: se siete degli appassionati e avete spolpato il primo capitolo, per tutta la fase iniziale, tra malinconia e qualche tentennamento, proverete una grande nostalgia in un déjà-vu orchestrato ad arte dagli sviluppatori, ma proprio per questo anche un senso di “già visto, già sentito” in grado di far storcere il naso.

Il nostro protagonista è ancora una volta Nathan (o Nathaniel), il ragazzino fortunato possessore dell’orologio in grado di mostrargli gli spiriti che vivono attorno a noi. Ma il poveretto viene derubato di tutti i suoi ricordi relativi allo Yo-Kai Watch e agli Yo-Kai durante una notte estiva: glieli rubano delle megere dall’abbaino della sua camera da letto. E per questo motivo, la mattina successiva non solo Nathan non ha più al polso il prezioso strumento che gli permette di vedere le fantastiche creature nel mondo reale, ma non si ricorda neppure di averlo mai posseduto. Dopo un giro per i negozi della piccola cittadina di Valdoro (che per un Nintendo 3DS piccola non lo è affatto, poi) in compagnia dei genitori, è il momento di una caccia agli insetti nel parco in compagnia degli amici Katie, Sandrone e Pier. Vi ricorda qualcosa, questa situazione? Esatto: il primo Yo-Kai cominciava esattamente allo stesso modo, e in quel parco Nathan aveva incontrato per la prima volta l’amico ultraterreno Whisper (il fantasma maggiordomo).

Al tramonto, prima di rientrare in casa, un negozio al fondo di un vicolo attira la sua attenzione: sembra trattarsi di un robivecchi con in vendita degli oggetti piuttosto strani. E poi, il proprietario si chiama proprio Roby Vecchi, a sottolineare la genialità dei traduttori in lingua italiana (e il titolo è completamente doppiato nella nostra lingua). Sarà lui a donare di nuovo a Nathan il suo Yo-Kai Watch, e anche un euro con cui utilizzare la Yo-kai Slot fuori del negozio, per rincontrare così il fido Whisper. A quel punto il nostro ragazzo riacquista la memoria, e la sua avventura nel nuovo capitolo può finalmente ingranare.

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A dispetto di ciò che potrebbe sembrare inizialmente, la trama di Yo-Kai Watch 2 è completamente inedita e presenta un intreccio semplice diviso in capitoli, in cui torneremo ad incontrare Jibanyan e Whisper. Nonostante nelle prime battute risulti un po’ priva di mordente, una volta arrivati a metà dell’avventura la trama migliora considerevolmente, approfondendo le origini del Yo-Kai Watch e del suo inventore, con tanto di viaggi nel tempo e scene strappalacrime, come ad esempio quelle sul passato di Jibanyan. Di certo non ci troviamo di fronte al premio oscar per la narrativa, ma c’è da dire che svolge senza dubbio la sua funzione principale, riuscendo a intrattenere e interessare il giocatore fino alla fine.

Meglio del primo, più grosso del primo

La formula per riassumere il passaggio dal primo al secondo Yo-Kai Watch è la seguente: “più ce n’è, meglio è”. E in effetti tutto ciò che era presente nel primo capitolo è stato potenziato, ampliato, rivisto. La mappa di gioco è ora più vasta e dettagliata, tanto che occorrono i mezzi pubblici per recarsi dalla cittadina principale alle località costiera, montana e di campagna. I mostriciattoli sono stati aumentati fino a raggiungere il considerevole numero di 380, per potenziare ancora più il fattore collezionistico degli appassionati. Le quest secondarie, per quanto monotone, sono in numero maggiore. E del resto, a dimostrare questa volontà di fare di più non bastano i titoli stessi dei due giochi? Sono state rilasciate, infatti, la versione Spiritossi e quella Polpanime, che differiscono tra loro per 5 creature uniche e per il team di avversari che affronteremo (e relativa nostra fazione).

Non basta ancora? Esplorando in lungo e in largo Valdoro è possibile trovare una enorme quantità di cose da fare: sbloccare aree speciali protette dai Varcologi, potenziare il livello dell’orologio per trovare Yo-Kai più potenti, entrare nel mondo degli spiriti attraverso speciali Portali Bizzarri ricchi di sfide secondarie, dare la caccia a pericolosi Yo-Kai criminali per riscuoterne la taglia e così via. Anche cercare e catturare gli Yo-Kai per ampliare il proprio Medalium e collezionare insetti e rettili rari è un’attività che dona una certa soddisfazione e si sposa molto bene con la fondamentale parte esplorativa. Questi dannati mostriciattoli, oltre che variare da regione a regione, possono nascondersi in qualsiasi anfratto, in cima ad un albero, sotto un’auto parcheggiata, nel bel mezzo di una aiuola o sotto a un distributore automatico.

Una volta stretto amicizia con gli spiritelli bisogna capire in cosa consistano le loro abilità, in modo tale da poterli sfruttare efficacemente in battaglia. Gli Yo-Kai appartengono a otto differenti tribù e mettere vicini due o più esponenti della medesimo gruppo può sbloccare dei bonus unione molto vantaggiosi nel corso dello scontro. Tutti gli spiritelli, poi, possiedono dei tratti caratteriali unici (burberi, scontrosi, invidiosi, teneri e così via) che possono influire negativamente e che bisogna in qualche modo andare a modificare attraverso specifici oggetti consumabili tesi a mutare la personalità degli Yo-Kai più difficili da gestire. A questo si deve aggiungere che ogni singolo componente del grimorio guadagnerà esperienza in modo indipendente dagli altri salendo quindi di livello, aumentando le proprie statistiche ed evolvendosi (sempre se decideremo di farlo) in forme via via più potenti.

Combattimenti interessanti, ma con qualche limite

Uno dei maggiori punti di differenza tra Yo-Kai Watch 2 e la serie Pokèmon consiste non solo nelle creature, che non possono essere considerate davvero “catturabilie”, quanto nel sistema di combattimento progettato da Level-5, che già a suo tempo aveva destato più di una perplessità nel suo essere casuale, aleatorio e a tratti poco convincente. Il gruppo che scende in battaglia è sempre composto da sei elementi, ma possono combattere solo tre per volta, grazie alla rotazione della ghiera circolare posta nel touch screen inferiore. Gli Yo-kai impegnati nello scontro combattono automaticamente attraverso uno schema turnario del tutto arbitrario e casuale (dato che le variabili sono incalcolabili), mentre l’attività del giocatore rimane sempre confinata ai mini-giochi che gli permettono di purificare i combattenti inabilitati, oppure caricare le loro abilità speciali.

La vera e propria novità che va ad arricchire lo scenario del combattimento è lo Yo-Kai Watch Model Zero, ovvero l’originale e inimitabile primo orologio Yo-Kai messo a punto proprio dal nonno di Nathan. Passando al modello Zero, le abilità Energimax dei combattenti diventano abilità M, ovvero mosse speciali talmente potenti che, una volta caricate, consumeranno la barra d’energia di tutti i compagni adiacenti al caster. “Pungi” è anch’essa una nuova funzione che consente di fare esattamente ciò che promette: pungere gli spiritelli alleati pigri e scansafatiche per rimetterli in riga nonché punzecchiare i punti deboli dei nemici per ottenere diversi effetti e bonus vantaggiosi. Queste meccaniche di gioco riescono nell’intento di ampliare non solo il grado di interattività, spronando il giocatore a mantenersi pronto e reattivo col pennino in mano, ma anche ampliare le opzioni strategiche per rendere gli scontri un po’ più vivaci.

Dal punto di vista tecnico Yo-Kai Watch 2 si difende bene su Nintendo 3DS, spingendo quasi al massimo i limiti della console della casa di Kyoto, ormai datata ma in grado di offrire (come in questo caso) avventure graficamente e stilisticamente di tutto rispetto.

Commento finale

Yo-Kai Watch 2 è palesemente un sequel: un sequel dignitosissimo del primo titolo arrivato in Occidente lo scorso anno. Presenta tutti i punti di contatto possibile con esso, ma aggiunge di suo tante cose nuove e interessanti, che da un lato potenziano il fattore collezionistico, dall’altro correggono parzialmente (ma efficacemente) i difetti del gameplay e del combact system del padre. Con più di 300 mostri da incontrare, una trama interessante, un comparto tecnico e artistico di tutto rispetto, ecco un nuovo buon motivo per riprendere in mano una console che proprio non sembra voler andare in pensione.

Pro Contro 
– Trama interessante
– Gameplay parzialmente rivisto, più efficace
– Comparto tecnico dignitoso
– Combattimenti ancora troppo casuali
– Design degli spiriti a volte banale
  Voto Globale: 80 
 
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Riccardo Amalfitano
Riccardo Amalfitano
Videogiocatore sin dalla "tenera" età, amante anche di manga, cinema e serie TV. Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente!

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