Recensione The Surge

Macchine impazzite e meccaniche punitive: che altro possiamo desiderare?

Versione testata: Xbox One.

The Surge segna il ritorno del team di Deck 13: un ritorno in grande stile, in grado di proporci un titolo sorprendentemente fresco, al di là di meccaniche soulslike ormai cementificate dalla trilogia di From Software. I ragazzi di Deck 13 ci avevano già sorpreso qualche anno fa con Lords of the Fallen, il cattivissimo titolo alla Dark Souls, che per quanto divertente sì, ricordava davvero troppo Dark Souls.

Con il loro nuovo lavoro, attualmente disponibile su PS4, PC ed Xbox One (noi abbiamo provato quest’ultima versione), il team si è spinto oltre, realizzando un vero e proprio gioco dotato del suo carisma e in grado di segnare il loro percorso di maturazione all’interno di un’industria che non concede passi falsi a nessuno. E The Surge è di nuovo un gioco che strizza l’occhio a Dark Souls, d’accordo, ma avete mai visto un Dark Souls ambientato nello spazio, nel futuro e con robottoni giganti e androidi come nemici? No, che non lo avete visto.

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The Surge è il nuovo Dark Souls in salsa Sci-Fi. E il fatto che debba richiamare un altro gioco più famoso di lui non è affatto un male, dal momento che è lecito considerarlo un prodotto riuscito (e un acquisto più che necessario) anche soltanto se fosse in grado di conservare la metà dei lati positivi della saga From Software. Anzi, forse per proprio per evitare scomodi paragoni con la saga di From Software gli sviluppatori hanno deciso di abbandonare il fantasy classico per darsi alla fantascienza, fra tute meccanizzate, droni, ed un futuro distopico in cui l’umanità ha irrimediabilmente consumato le risorse del pianeta.

Vediamo insieme tutti i punti a favore (o a sfavore) dell’ultima fatica di Deck 13

C’era una volta una sedia a rotelle… e un virus alieno

The Surge comincia in maniera piuttosto inattesa: il protagonista del gioco è in viaggio verso i laboratori della corporazione che ha promesso di riportare la Terra al suo antico splendore, e spinge la sua sedia a rotelle lasciando l’utente discretamente stupito. Una sedie a rotelle? Sul serio? Non è un po’ fuori contesto laddove ci si aspetta un soulslike? Ma si sa, le apparenze ingannano.

Per il nostro eroe, unirsi alle fila della CREO significa anche dimenticare per sempre la sua infermità, grazie agli esoscheletri meccanici in dotazione ai dipendenti, che gli permetterebbero di tornare finalmente a camminare. Ma, sorpresa sorpresa, purtroppo qualcosa va storto proprio durante il processo d’installazione della tuta meccanica, e il nostro alter ego si risveglia piuttosto malmesso in uno scenario decisamente disturbante: i robot del complesso di recupero risorse sembrano impazziti, e pure gli altri dipendenti appaiono “contaminati” da un’inspiegabile furia omicida. Qualcosa è sfuggito di mano, insomma, e nessuno sembra più obbedire al controllo della multinazionale. I corridoi degli impianti sono lugubri, freddi e infestati da avversari che urlano in preda ad un morbo sconosciuto. Adesso sì che siamo tornati in un’atmosfera un po’ più “Souls”.

Un comparto narrativo che inizia con premesse estremamente interessanti, che risveglia la sincera curiosità del giocatore, ma lo svolgimento purtroppo è abbastanza fumoso e inconsistente. Il racconto in fin dei conti da questo momento in poi si svolge attraverso le parole dei pochi NPC che incontreremo nei laboratori e nelle aree di produzione della CREO, o grazie alle note audio nascoste nei quattro angoli del mondo di gioco. E’ un po’ la trama del morbo cibernetico innescato dall’avidità della corporazione, e del folle progetto per trascendere i limiti della razza umana: visto e rivisto in decine di film di serie C. Ma in fondo, onestamente, ai Dark Souls abbiamo forse giocato per la trama, o piuttosto per il gameplay e la solidità delle meccaniche di gioco?

Meccaniche interessanti, ma un po’ ostiche

Come abbiamo già precisato, The Surge è un action soulslike punitivo. Aggiungiamo ora qualche informazione per stabilire se, oltre ad essere punitivo, sia quantomeno preciso ed appagante. Una volta agganciati gli avversari umani, ad esempio, possiamo usare lo stick analogico per selezionare una porzione del corpo da colpire, caricando una barra dell’energia che ci permetterà di effettuare uno smembramento. Queste violente mosse finali servono per recuperare le parti degli esoscheletri avversari con cui avremo poi l’opportunità di equipaggiarci, o per strappare nuove armi dalle mani dei nemici. Niente è lasciato al caso.

Le categorie degli strumenti d’attacco sono cinque, e vanno dai dai bastoni alle doppie lame, ognuna con un moveset distintivo. Se state pensando alla varietà di Dark Souls vi accorgerete presto che si tratta di un lontano ricordo, ma perlomeno all’inizio dell’avventura è interessante impegnarsi per trovare la propria configurazione ideale. Le schivate, in The Surge, assomigliano più a quelle di Bloodborne che alle capriole della saga Dark Fantasy di Miyazaki, mentre il recupero della vita avviene attraverso gli “iniettabili”, che a seconda della tipologia possono funzionare come le classiche fiaschette Estus o come le gemme del secondo Dark Souls. Il problema è che, passato il fattore sorpresa, il mordente inizia ad essere perso molto rapidamente, perché ciò che è stato proposto o già stato visto altrove (e meglio) o è qualcosa di nuovo e non perfettamente delineato. Il punto forte, insomma, è praticamente l’ambientazione.

Un altro aspetto che distingue il titolo in esame dalle sue fonti di ispirazione è il sistema di potenziamento del protagonista. Grazie agli Scarti Tecnologici accumulati uccidendo i nemici possiamo potenziare l’Energia Nucleare della tuta, un indicatore che di fatto rappresenta il livello raggiunto dal personaggio. L’operazione incrementa un solo parametro, e marginalmente, ovvero l’estensione della barra della vita. Bisogna però anche dire che avere più Energia Nucleare a disposizione permette di equipaggiare armi e armature maggiormente potenti.

Ogni dieci livelli si sblocca anche uno slot aggiuntivo per un Impianto: si tratta di chip dalle funzionalità più disparate, tra cui rientrano anche gli Iniettabili. Ci sono chip che aumentano la Vita o la Resistenza, altri che riducono il consumo di energia, altri ancora che migliorano la competenza con un certo tipo di arma, massimizzandone quindi l’efficacia. Ci sono poi anche dei chip che funzionano da abilità attive: sempre dopo aver accumulato un certo quantitativo di Energia grazie agli attacchi in serie, bisogna attivarli per ottenerne gli effetti. Nella concitazione delle battaglie il processo risulta un po’ troppo complesso, e con tutta probabilità le strategie più efficaci sono quelle che prevedono la creazione di una build interamente passiva, dove una volta attivata possiamo concentrarci solo sul nemico che dobbiamo affrontare.

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Almeno i frame sono solidi

Vogliamo spezzare una doverosa lancia in favore di The Surge: alla versione console resta, se non altro, il piacere dei 60fps, ormai abbastanza raro su Xbox One e Ps4. L’azione è solida, rallentamenti non ce ne sono, e questi non sono dettagli secondari in un soulslike. Ma non solo: il colpo d’occhio viene valorizzato da effetti speciali d’impatto, shader di buona qualità, e da un sistema di illuminazione che genera atmosfere estremamente evocative.

Peccato invece per la qualità delle texture, che si rivela molto altalenante, e capita spesso che l’occhio finisca su superfici piuttosto sgranate. Il problema principale, comunque, resta quello di un’ispirazione artistica non sempre sufficiente, sia per quanto riguarda gli scenari che il contesto. L’universo narrativo e l’ambientazione di The Surge sono pensato in modo a tratti troppo superficiale e semplicistico, una maggiore dedizione a ricreare un universo memorabile non sarebbe stata certo sprecata.

Commento finale

The Surge è un’esperienza interessante, divertente e appagante. Gli amanti dei titoli From Software non dovrebbero pensare nemmeno per un secondo se acquistarlo o meno, e fiondarsi direttamente sull’ultima fatica Deck 13, considerata da molti (noi compresi) il “titolo della maturità” del team di sviluppo. Il problema, però, è che raramente The Surge è in grado di arrivare agli ottimi standard qualitativi che ci saremmo aspettati nei mesi precedenti. Resta un’avventura gradevole, ma poco diversificata, poco profonda, anche dal punto divista delle armi, degli ambienti e dei nemici di gioco. Un prezzo un po’ più contenuto non avrebbe certo fatto male.

Pro Contro 
– Cattivo al punto giusto
– Ambientazione affascinante
– Appagante, se padroneggiato a dovere
– Poca varietà negli ambienti e nei nemici
– Poca profondità negli oggetti di gioco
 
  Voto Globale: 75 
 
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