Apple, persa la causa sui brevetti con la Wisconsin University

Predica bene e razzola male.

In alcune nostre recenti news, abbiamo parlato di come Apple e Samsung stessero ferocemente mandando avanti una delle cause più rilevanti a livello internazionale, per quanto riguarda questione di brevetti e design. Una vicenda che si protrae da quattro anni, che nel tempo ha visto Samsung essere costretta a sborsare più di un miliardo di dollari di multa, arrivando però ad un probabile epilogo che avrà luogo nella primavera del 2016, grazie ad un accordo di mediazione tra le due parti.
Sappiamo bene come Apple abbia combattuto e difeso la propria gamma di prodotti e la propria “proprietà intellettuale”, inscenando alle volte, delle vere e proprie esagerazioni.
Eppure il buon samaritano, che protegge il lavoro delle persone, è ora coinvolto in una violazione di brevetti lui stesso con l’Università del Wisconsin. Si tratta di aver illegalmente utilizzato un brevetto appartenente ai ricercatori di tale università, depositato nel 1998, per la progettazione dei processori A7, A8, A8X implementati in iPhone 5S, iPhone 6, iPhone 6 Plus e numerosi iPads. 
Il caso è stato portato alla luce a Gennaio dello scorso anno, quando la Wisconsin Alumni Research Foundation (WARF), l’organo che si occupa della tutela dei brevetti dell’Università, ha citato in giudizio Cupertino, che a sua volta ha cercato di invalidare le accuse alzando dubbi della validità del brevetto stesso. 
La corte ha ignorato le pressioni dei legali di Apple ed ha inflitto una multa di 862 milioni di dollari, che potrebbero aumentare se la WARF riuscisse a provare che quest’ultima ha offerto alla compagnia statunitense di poter usufruire della licenza del brevetto, in cambio di una tassa, e che Apple si sarebbe rifiutata di pagare. Non solo, lo scorso mese, la WARF ha lanciato una seconda indagine che vede prendere di mira i nuovi flagship iPhone 6S, iPhone 6S Plus ed iPad Pro, contenenti i processori A9 e A9X. 
Insomma, la coerenza non è di certo il punto forte di Apple e delle multinazionali in generale, quindi che la giustizia faccia il suo corso. 

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