Back 2 The Past: oggi parliamo di Crash Bandicoot

Il marsupiale più famoso dei videogiochi

Il popolo della rete ha deciso! Oggi parleremo di Crash Bandicoot, la storica icona PlayStation, tornato recentemente alla ribalta grazie ad un attesissimo remake.

Sviluppo, come è nato Crash?

Nel lontano 1994 i due fondatori di Naughty Dog e fino a quel momento unici membri (Andy Gavin e Jason Rubin), la celebre software house che ha portato nei nostri teleschermi dei capolavori come la serie di Uncharted e The Last Of Us, hanno posto le basi per uno dei titoli che sarebbe diventato un’icona del genere platform e ci sono riusciti durante un viaggio da Boston a Los Angeles.

Durante il viaggio (che in auto richiede circa 44h), i due cominciarono a studiare tutti i videogiochi arcade (quelli delle sale giochi per intenderci) e compresero subito che molti giochi dai simulatori di guida agli sparatutto avevano iniziato il passaggio al 3D.

Questa evoluzione, portò i due sviluppatori a pensare che il vento da seguire era proprio quello e per prima cosa pensarono come un gioco platform (loro genere preferito) potesse apparire grazie a questa novità.

Infatti, il profilo del personaggio non sarebbe più stato visibile al giocatore, in quanto la visuale sarebbe diventata in “terza persona”, quindi solo la parte posteriore sarebbe visibile al giocatore. Quest’ultima idea, portò al nome del progetto “Sonic’s Ass Game”.

La tecnologia base del gioco venne sviluppata in Indiana, l’idea invece prese vita in Colorado. Il progetto li entusiasmò a tal punto che interruppero lo sviluppo di un precedente progetto, questo cambiamento di direzione costò ai due molti dollari.

A volte l’Universo è proprio piccolo…

Dopo aver trasferito la loro società in California, precisamente a Universal City, Rubin e Gavin incontrarono il Vicepresidente di Universal Interactive Studios, un giovane Mark Cerny (si proprio lui, chissà se anche allora girava con le sue camice a scacchi), i due presentarono la loro idea di “Sonic’s Ass Game”, che venne subito approvata, la successiva sfida portò alla rivoluzione del mondo videoludico dell’epoca.

Abbiamo il gioco… su quale console farlo uscire?

Il gruppo studiò attentamente tra tutte le piattaforme esistenti all’epoca, dal 3DO al Sega Saturn, passando per l’Atari Jaguar ed il Sega Mega Drive 32X, tutte le console citate vennero ritenute inadatte in quanto le vendite erano scarse e le unità di sviluppo erano troppo voluminose.

Le idee del gruppo composto da Cerny, Gavin e Rubin optarono allora per la new-entry di casa Sony, la prima PlayStation (che il prossimo 3 dicembre tornerà in versione “mini”), presentata alla stampa nel 1994 e ritenuta più accattivante dal team di sviluppo.

La scelta ricadde su PlayStation anche perché all’azienda nipponica mancava una mascotte, come Sonic per Sega e Mario per Nintendo. Naughty Dog allora decise di pagare ben 35.000 dollari per il kit di sviluppo sella console, successivamente vennero stanziati 1.7 milioni di dollari come budget per il gioco.

Personaggi

I ragazzi di Naughty Dog prima di iniziare lo sviluppo volle creare un protagonista sulla falsa riga di quanto fatto da SEGA con Sonic The Hedgehog e da Warner Bros con Taz, il Diavolo della Tasmania, si trattava di partire da un animale esistente e caratterizzarlo per renderlo unico.

Il team allora decise di acquistare una guida sui mammiferi della Tasmania e scelse 3 animali “papabili” per il ruolo di protagonista, tra cui il wombat, il potoroo ed il bandicoot.

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Temporaneamente fu scelto il wombat, con lo pseudonimo di “Willie The Wombat”, la scelta fu provvisoria in quanto esisteva già un personaggio con lo stesso nome nella serie televisiva dedicata a Taz (chi è della mia generazione non potrà affatto dimenticare la sigla cantata dalla intramontabile Cristina D’Avena).

Nell’ottobre del 1994 (un anno veramente ricco per i ragazzi di Naughty Dog) venne scelto il protagonista finale, il bandicoot, nonostante ciò continuarono a chiamarlo “Willie The Wombat” in quanto non avevano un nome definitivo in mente.

Il team decise che il protagonista non avrebbe parlato, in quanto la qualità del doppiaggio in quegli anni era piuttosto scadente. Inoltre, ci si aspettava che il giocatore si immedesimasse con Crash.

I successivi bozzetti portarono ad avere i dettagli più iconici del protagonista, come la cresta e gli occhioni.

E il cattivo?

Fu Jason Rubin a dare l’idea, infatti all’epoca era appassionato a molte serie animate, tra cui quella dedicata al duo di roditori più ambiziosi del mondo, parliamo proprio di Mignolo con Prof.

Fu Gavin poi a sviluppare l’idea di un grande genio del male, dotato di un grande cervello, la cui personalità impediva di ammettere gli errori delle sue macchinazioni eccessivamente complicate, scaricando sempre la responsabilità ai sottoposti.

Il nome Neo Cortex, invece deriva da una frase dello stesso Gavin che comprendeva la parola neuroni.

Ed ecco tutti gli altri…

Successivamente vennero ideati gli altri personaggi, come Nitrus Brio, seguace di Cortex, ma con una personalità opposta, molti dei nemici di Crash derivano sono appartenenti al mondo animale, da Ripper Roo (canguro) a Pinstripe Potoroo (roditore).

Molti personaggi sono stati tratti dai film, per Pinstripe Potoroo è chiaramente ispirato al Padrino, la fidanzata di Crash invece è stata ideata pensando a Pamela Anderson.

Infatti la prima versione di Tawna è stata bocciata perché troppo provocante, questo personaggio è presente solo nel primo videogioco.

Un vero e proprio successo

Il gioco ha ottenuto un grande successo di critica e di pubblico, tanto da raggiungere lo scopo di far diventare Crash la mascotte della nuova console di Sony. Da quel momento in poi i giochi dedicati al marsupiale sono diventati moltissimi, dai primi 3 a cura di Naughty Dog a tutti gli altri (con diverse fortune) sviluppati da Activision.

Conclusioni

Crash Bandicoot ha contribuito notevolmente al successo della prima console targata Sony. Inoltre, la creazione dei ragazzi di Naughty Dog ha portato il fantastico mondo dei platform nel terzo millennio, grazie ad un gameplay classico, ma al tempo stesso ricco di sfide.

L’immedesimazione con il simpaticissimo Crash è istantanea, il gioco stesso invoglia a giocare e rigiocare le avventure del Bandicoot per raccogliere le gemme, che richiedono impegno e molti Santi in Paradiso o la compagnia di un Padre Confessore.

Nonostante tutto, Crash Bandicoot ha segnato in maniera indelebile quella meravigliosa età d’oro dei videogiochi e anche i pomeriggi di molti di noi.

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Andrea Bevilacqua
Andrea Bevilacqua
Nato nei magnifici anni '90 ed entrato in tenera età nel magico mondo dei videogiochi grazie ad un baffuto idraulico italiano ed un prode spadaccino in calzamaglia verde. Oggi, passata la soglia degli "enta", cerco nei moderni capolavori videoludici il titolo in grado di emozionarmi e di regalarmi un gameplay stimolante. Le mie altre passioni sono: musica (ex-chitarrista), calcio (irriducibile cuore rossonero) e cinema.

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