Battlefield V, la nostra recensione

Si ritorna alle origini!

Il ritorno di DICE sulla terra, dopo la parentesi in una “galassia lontana lontana”, coincide con il ritorno alle origini della serie Battlefield, in quella Seconda Guerra Mondiale che, nonostante non abbia mai smesso nel corso del tempo di affascinare il mondo del cinema e dei videogiochi, negli ultimi cinque anni soprattutto, ha ispirato alcune meravigliose pellicole cinematografiche come “L’ora più buia”, di Joe Wright, “Dunkirk” di Christopher Nolan e “Hacksaw Ridge” di Mel Gibson, tutte pluripremiate agli Academy Awards.

Il riferimento al cinema nella recensione di questo Battlefield V non è campato per aria, perché mai come in questo caso l’opera di DICE si è così avvicinata al media cinematografico, offrendoci una modalità campagna “da Oscar”, che mancava da tanto ai fan e una modalità multiplayer davvero migliorata tale da rendere questo Battlefield V tra i migliori capitoli della serie. Infine, il riferimento al cinema per chi ha visto il recente “L’ora più buia” è utile anche a capire il perchè di questo strano titolo; la V in Battlefield più che per quinto (questo non è sicuramente il quinto capitolo della serie) vuole ricordare l’iconico gesto che accompagnò il primo ministro Churchill durante tutti gli anni di guerra.

Il ritorno della modalità “War Stories”

Prima di addentrarci nella modalità multiplayer, che è sicuramente il cuore pulsante di questo Battlefield V occorre soffermarci sulla modalità campagna offerta dal gioco, che per l’occasione ritorna ad una struttura ad episodi, già introdotta in Battlefield 1, del tutto scollegati l’uno dall’altro.

L’escamotage delle “Storie di Guerra”, permette al pubblico di avvicinarsi a tutte le novità introdotte, di provare gran parte delle armi e le diverse modalità di gioco (carri, aerei e altri mezzi di trasporto) ma soprattutto di visitare in breve tempo quasi tutte le ambientazioni previste nel titolo. Ciascuna delle Storie di Guerra ci mette nei panni di diversi personaggi ciascuno impegnato in una parte del globo. Dalle fredde lande ghiacciate della Norvegia, agli assolati altopiani della Libia, ognuna delle ambientazioni è divisa in tre diverse sotto-mappe, con determinati obiettivi e  con la possibilità di affrontarli in un approccio differente: diretto oppure stealth, nel quale sarà necessario studiare con maggiore attenzione la mappa facendo riferimento alla informazioni che è possibile recuperare osservando con il binocolo la posizione di casse, target e nemici.

La cosa più interessante delle Storie di Guerra è che ci permettono di avere una idea del conflitto più spietato del secolo, da una prospettiva differente. Le diverse missioni raccontano infatti di episodi meno noti della seconda guerra mondiale, come la dolorosa resistenza del popolo norvegese e del ruolo, a lungo sottovalutato, che questa ebbe nella disfatta nazista. Oppure il ruolo della Special Boat Section, una agenzia segreta inglese, formata anche da teppisti e guastatori, in alcune grandi battaglie nel territorio nordafricano. In totale si tratta di cinque racconti, se si considera anche il “prologo” che fa da introduzione al mondo di Battlefield V, ed in particolare:

  • Sotto nessuna bandiera: che racconta la seconda occasione offerta dalla Special Boat Section a Billy Bridger, un criminale scarcerato da una prigione di Londra.
  • Nordlys: ambientata nella Norvegia occupata dai nazisti e con protagonista una giovane partigiana che tenta di sabotare i piani nazisti per la creazione di una bomba H
  • Tirailleur:che racconta dei sanguinosi scontri di fanteria tra i nazisti e le truppe senegalesi delle forze coloniali francesi che combatterono per liberare la “patria” franceseche non avevano mai visto prima.
  • L’ultimo Tiger: che racconta la disfatta dell’esercito nazista dal punto di vista tedesco e la storia di un carro armato Tiger,del suo ufficiale e del suo equipaggio, nella loro lotta per la salvezza.

Ciascuno di questi episodi ha una durata di circa un’ora e mezza che possono diventare anche due o tre se ci si spinge alla raccolta dei tanti collezionabili sparsi nella mappa, o ci si cimenta con le “Sfide”, che consistono nel completare obiettivi ulteriori o completare quelli principali in un modo particolare (ad esempio a bordo di un aereo). La raccolta di collezionabili non è fine a se stessa perché questi sbloccheranno particolari ed unici attacchi corpo a corpo nel comparto multiplayer, cosa che rappresenta davvero un buon incentivo a non farsi sfuggire la modalità campagna.

Un comparto online decisamente convincente!

Nonostante questa volta la campagna del gioco non sia da sottovalutare, la modalità principale di Battlefield V è sicuramente quella online. La componente multiplayer online del titolo nei mesi scorsi aveva ottenuto una accoglienza piuttosto fredda da parte dei partecipanti alla beta. Tuttavia EA e DICE nel lavoro di rifinitura hanno saputo tener conto dell’opinione della fan base e a giudicare dal giudizio del pubblico a qualche settimana dal lancio, possiamo dire che le cose sono sicuramente cambiate. L’approccio e il feeling con le armi è sicuramente cambiato in Battlefield V e questo è più avvertibile se si sceglie di giocare in modalità hardcore, ma non solo.

Innanzitutto il danno provocato dalle armi è più elevato rispetto al precedente capitolo e uccidere un nemico non corazzato è un’operazione molto più veloce. Lo stesso non può dirsi, invece, per i veicoli. Mentre nella beta questi risentivano enormemente del danno maggiorato delle armi, soprattutto gli aerei, DICE nell’ascoltare i commenti dei giocatori ha reso molto più difficile eliminare i nemici a bordo dei veicoli, soprattutto quelli pesantemente corazzati, come ad esempio i Tank tedeschi Tiger. Anche l’approccio con i veicoli è sostanzialmente cambiato: carri armati e altri mezzi pesanti ora hanno un’inerzia decisamente maggiore che ci fa sentire “sostanzialmente” il peso di questi ed è possibile sentire effettivamente la differenza con altri mezzi più pesanti. La sensazione è difficile da spiegare, ma vi basterà un giro su un Panzer IV o su un Tiger, per accorgervi di quanto vi stiamo dicendo.

Anche il gun fight è ora decisamente più fluido ed immediato sebbene stratificato quanto basta per consentire ai team più affiatati  di ricevere una giusta ricompensa per l’utilizzo di tattiche avanzate e ai giocatori più smaliziati un effettivo riconoscimento delle proprie abilità. Le mappe offrono tutte una discreta varietà, spaziando da ampie distese a spazi più angusti, permettendo anche differenti stili di combattimento all’interno della stessa partita. Il sistema di classi del personaggio e soprattutto il giusto assortimento del proprio team è, in questo senso, ancora più importante rispetto al precedente capitolo, sebbene l’abilità più importante per ciascun giocatore è indipendente dalle classi: stiamo parlando del sistema di fortificazioni attraverso il quale il giocatore più assistere il resto della propria squadra sistemando sacchi di sabbia, barricate, trappole per carrarmati, rifornimenti e altre infrastrutture in località prestabilite e donando al gioco una certa componente tattica capace di capovolgere le sorti di una battaglia. Una fortificazione ben piazzata in fase di difesa può infatti vanificare i tentativi di attacco anche dei più feroci assalitori. La classe di supporto, inoltre, ed è questa l’unica differenza rispetto a tutte le altre, oltre a costruire più velocemente, può creare anche fortificazioni offensive.

Le posizioni in cui è possibile installare le fortificazioni sono segnate sulla minimappa e sono indicate con un martello quando il toolbox (ovvero lo specifico strumento – pala, martello, chiave inglese ecc. –  necessario per la costruzione della fortificazione è equipaggiato). Queste, inoltre, possono essere rimosse solo con esplosivi o mezzi pesanti ma non da proiettili e mentre alcune saranno ricostruibili, altre, come le trappole anticarro, non potranno essere ricostruite.

La volontà di favorire un approccio più tattico alla battaglia e soprattutto la volontà di creare team più affiatati con giocatori meno lupi solitari concentrati alla sola caccia alla testa nemica, è stata condensata nel cosiddetto “Sistema di Logoramento” (Attrition System). Sistema di Logoramento vuol dire che ad ogni respawn il giocatore non avrà salute al massimo e munizioni illimitate ma entrerà in gioco con quantità limitate di entrambe. Questo costringe i giocatori non soltanto a valutare con maggiore furbizia quali azioni intraprendere e quali evitare ma aumenta anche la necessità di collaborazione tra i giocatori, che dovranno far riferimento ai giocatori con classe di supporto e medica per poter recuperare salute e munizioni. Nella beta, diciamoci la verità, il sistema di logoramento era sin troppo punitivo, ma nella versione finale del gioco le cose sono migliorate decisamente e il giocatore sarà dotato di un numero maggiore di munizioni e di una sacca medica. La soluzione scelta da DICE per favorire il lavoro di squadra era piuttosto rischiosa, ma alla fine grazie al buon compromesso raggiunto, pare che la soluzione abbia funzionato. Certo alcune sfide finiscono inevitabilmente in caciara, ma siamo ben lontani dalle scene assurde di Battlefield 4. Vincere uno scontro in BFV è quasi sempre una questione di squadra: gestione degli obiettivi, supporto medico e tecnologico, tattica e persino supporto nell’individuazione dei nemici, lavoro questo riservato principalmente ai Ricognitori.

Bugfield!

Naturalmente non mancano gli elementi di criticità ed in particolare alcuni bug che affliggono il gameplay, l’impossibilità di resuscitare i compagni in alcuni casi (abilità che non è più limitata alla classe dei medici), disconnessioni dal server oppure giocatori bloccati in alcune texture. Proprio un problema tecnico, notizia di poche ore fa, peraltro avrebbe impedito a DICE la pubblicazione nella giornata di ieri della prima grande espansione gratuita, Capitolo 1: Overture. C’è da dire tuttavia che i problemi si stanno lentamente risolvendo con piccoli fix rilasciati silenziosamente dal team di sviluppo, in attesa della prima grande patch che arriverà con Tides Of War e che, proprio stando alle dichiarazioni di DICE ridurrà i tempi di respawn, il rinculo e i tempi di ricarica delle armi, oltre e soprattutto a migliorare il net code del gioco e la latenza.

Dal punto di vista tecnico, tutti oramai sappiamo che Battlefield V è uno dei pochi giochi a supportare il ray tracing di NVIDIA e delle sue RTX: non ci è stato possibile tuttavia sperimentare di persona le meraviglie promesse dal ray tracing, ma siamo sicuri che neanche la gran parte dei nostri lettori, visti i costi proibitivi delle schede NVIDIA avrà questa fortuna, la tecnologia a parere di chi vi scrive è ancora prematura e riservata a pochi per potersi considerare una feature “interessante”. Se si considera poi che fino ad ora con RTX 2080ti e ray tracing attivato si raggiungevano appena i 30 fps in 1080p (l’ultimo aggiornamento dei driver NVIDIA però sembra aver migliorato incredibilmente le prestazioni fino ai 60fps in 1080p) si capisce quanto questa nuova funzionalità rappresenti più un vezzo che una reale potenzialità del titolo.

Detto questo però non si può far a meno di apprezzare l’incredibile lavoro stilistico e tecnico di DICE: le ambientazioni, come quella norvegese, restituiscono una sensazione unica, come se ci si trovasse davvero sperduti tra i ghiacci, alla bramosa ricerca di una luce a cui aggrapparsi (capirete a cosa mi riferisco quando giocherete Nordlys) e la modellazione poligonale di personaggi, armi e veicoli è, come sempre estremamente accurata. Anche dal punto di vista dell’ottimizzazione siamo sui livelli altissimi: su un pc equipaggiato con 1080ti custom (Zotac AMP Extreme) e Intel 7820x siamo riusciti a raggiungere i 60fps stabili in 4K e dettagli su ULTRA, segno che anche con la precedente generazione di schede grafiche queste risoluzioni sono sicuramente raggiungibili. Tra i problemi tecnici però, volendo trascurare qualche fenomeno di pop-in di texture qua e là e la scomparsa random di qualche texture, non possiamo tacere sull’assurdità dei filmati delle cutscene che vanno a scatti praticamente sempre. Si tratta di una cosa assurda francamente perchè il gioco è graniticamente fisso sui 60fps, ma ad ogni cutscene comincia a balbettare rompendo la magia di filmati davvero ben realizzati e con una colonna sonora davvero ineccepibile.

Review Box 0
8.4 / 10 4News.it
Acquista suAmazon.it
Disponibile suPS4, XBOX One, PC
Pro
    - Campagna single player interessante e avvincente
    - Multiplayer tattico e divertente allo stesso tempo
    - Formula rinnovata nel gunfight ma sempre avvincente
Contro
    - Filmati in game a scatti
    - Netcode ancora ballerino
    - Qualche bug ancora da sistemare nel multiplayer
Riassunto
Battlefield V è senza dubbio uno dei capitoli meglio riusciti della serie. Il comparto multiplayer è solido e le novità introdotte da DICE per rendere il gioco più competitivo e tattico hanno funzionato. I giocatori non sono incentivati ad agire da soli ma, indipendentemente dall'obbiettivo di squadra, dovranno fare costante affidamento ai propri compagni. Il sistema di logoramento svolge sicuramente un ruolo importante e, nonostante sia convinto che richieda ancora qualche aggiustamento (soprattutto nel modo con cui è possibile comunicare con gli altri compagni), la strada intrapresa è sicuramente quella giusta. Se a tutto questo aggiungiamo un comparto tecnico davvero eccezionale (seppure con le riserve in tema di Ray Tracing di cui abbiamo detto) e una campagna single player interessante ed "emozionante" possiamo dire che la V di vittoria in Battlefield V è sicuramente un obiettivo raggiunto.
Gameplay
Grafica
Sonoro
Longevità
Giudizio finale



PRO


CONTRO

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