Cosa si rischia a guardare film in streaming illegali?

Chi lo fa, è perseguibile penalmente oppure no? Facciamo chiarezza!

Chi di noi non ha mai fruito di contenuti in streaming nella propria vita? Praticamente lo abbiamo fatto tutti. Inutile prenderci in giro, sul web esistono centinaia di siti illegali attraverso cui poter guardare l’ultimo film uscito nelle sale, una puntata della nostra serie TV preferita o magari eventi sportivi di vario genere.

Un fenomeno, particolarmente diffuso nel nostro paese, in cui la cultura del copyright (in italiano diritto d’autore), fino a pochi anni fa, era inesistente. La fattispecie, soltanto in anni recenti è sotto la lente di ingrandimento di mezzi stampa e tribunali, sensibilizzando maggiormente gli utenti a fruire di contenuti in streaming legalmente, senza alimentare siti di dubbia provenienza per la maggiore localizzati all’estero.

Ma che cos’è lo streaming?

Identifica un flusso di dati audio/video proveniente da una determinata sorgente e diretto ad una rete telematica. Detta così, non ci sarebbe nulla di male, l’attività risulterebbe essere a tutti gli effetti legale. Il problema sorge quando il meccanismo viene sfruttato per trasmettere in modo illecito materiale coperto da copyright, come film, musica, partite di calcio o eventi solitamente acquistabili sulle Pay TV tradizionali. Quando il World Wide Web era soltanto agli inizi, l’unico modo per acquistare contenuti illegalmente era quello di scendere di casa e andare agli angoli delle strade, dove persone per lo più straniere, vendevano CD e DVD tarocchi.

Con il diffondersi di internet e delle linea fibra ad alta velocità, il fenomeno dello streaming illegale è cresciuto enormemente diventando una vera e propria cultura di massa. Ma vi siete mai chiesti cosa si rischia quando si guarda un contenuto in streaming in maniera illegale? L’utente rischia in termini penali o ad essere perseguibile è il titolare del sito? Esistono piattaforme streaming che permettono la visione legalmente?

Andiamo con ordine!

Copyright e diritti d’autore, due modi per dire la stessa cosa!

Il diritto d’autore è l’istituto giuridico che ha lo scopo di tutelare i frutti dell’attività intellettuale attraverso il riconoscimento all’autore originario dell’opera di una serie di diritti di carattere sia morale, sia patrimoniale. L’esercizio in forma esclusiva di questi diritti da parte dell’autore permette a lui e ai suoi aventi causa (ossia tutti coloro che hanno l’autorizzazione di utilizzo dal punto di vista giuridico, dell’autore) di remunerarsi per un periodo limitato nel tempo attraverso lo sfruttamento commerciale dell’opera.

In particolare, il diritto d’autore è una figura propria degli ordinamenti di civil law (tra i quali la Francia e l’Italia), mentre in quelli di common law (come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna), esiste l’istituto parzialmente diverso del copyright.

Cosa si rischia a guardare contenuti in streaming illeciti?

La legge sul diritto d’autore in Italia risale al 1941, si parla della legge 633. Attraverso aggiornamenti e successive modifiche riesce a regolare ancora oggi la fattispecie.

Ma bisogna fare una doverosa differenza fra chi è il cosiddetto gestore del servizio e chi è l’utilizzatore. Il gestore che “carica” sulla propria piattaforma contenuti che vanno a violare il copyright è perseguibile penalmente. La pena pecuniaria è di 15.000€ ma si rischiano anche tre anni di reclusione.

Diversa invece è l’ipotesi in cui l’utente fruisca di contenuti illegali a scopo ricreativo, ovvero senza fini di lucro e guadagno. In tal caso l’art. 174 ter della legge 633 dispone che: Chiunque abusivamente utilizza, anche via etere o via cavo, duplica, riproduce, in tutto o in parte, con qualsiasi procedimento, anche avvalendosi di strumenti atti ad eludere le misure tecnologiche di protezione, opere o materiali protetti, oppure acquista o noleggia supporti audiovisivi, fonografici, informatici o multimediali non conformi alle prescrizioni della presente legge, ovvero attrezzature, prodotti o componenti atti ad eludere misure di protezione tecnologiche è punito, purché il fatto non concorra con i reati di cui agli articoli 171, 171-bis, 171-ter, 171-quater, 171-quinquies, 171-septies e 171-octies, con la sanzione amministrativa pecuniaria di euro 154 e con le sanzioni accessorie della confisca del materiale e della pubblicazione del provvedimento su un giornale quotidiano a diffusione nazionale. 2. In caso di recidiva o di fatto grave per la quantità delle violazioni o delle copie acquistate o noleggiate, la sanzione amministrativa è aumentata sino ad euro 1.032,00 ed il fatto è punito con la confisca degli strumenti e del materiale, con la pubblicazione del provvedimento su due o più giornali quotidiani a diffusione nazionale o su uno o più periodici specializzati nel settore dello spettacolo e, se si tratta di attività imprenditoriale, con la revoca della concessione o dell’autorizzazione di diffusione radiotelevisiva o dell’autorizzazione per l’esercizio dell’attività produttiva o commerciale“.

Ma ci sono due fattispecie che potrebbero portare a sanzioni maggiori:

  1. la prima è il Peer-to-peer, ovvero l’utilizzo di Torrent e/o programmi quali eMule finalizzati al download illegale di musica e film. In questo caso, l’utente non andrà soltanto a scaricare il contenuto sul proprio PC ma sarà diretto protagonista del diffondersi del file in rete. Le pene previste sono salate e le possiamo parificare sostanzialmente al gestore del servizio di cui vi abbiamo accennato più sopra. Inoltre il rischio è maggiore in quanto si potrebbe essere identificati attraverso il proprio indirizzo IP.
  2. la seconda fattispecie, sempre da interpretare in base alla normativa vigente (Art. 171-ter Legge Diritto d’Autore), si riferisce a chi invece, installa, ad uso personale e/o pubblico, apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato (come Premium o Sky attraverso il diffusissimo IPTV), effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica, sia digitale. In questo caso le sanzioni vanno da 2.582 euro a 25.822 euro con il rischio aggiuntivo di essere puniti penalmente con la reclusione dai 3 mesi ai 3 anni.

Quello che si evince è che soltanto chi effettua il download del contenuto rischia seriamente qualcosa. Anche qui è tutto da vedere, perché un conto è scaricare un paio di file al mese, altro discorso è il download di migliaia di contenuti. La legge quindi è chiara per la fattispecie del P2P ma non prevede praticamente nulla per chi si collega ad un sito e fruisce di contenuti a scopo personale. Si parla di sanzione amministrativa di 154€, che in Italia non si è mai vista e comunque la fattispecie si riferisce chiaramente all’utilizzo di determinati strumenti. In conclusione possiamo dire che chi si collega a siti di streaming illegali e guarda un contenuto senza effettuare il download sul PC e senza quindi condividerlo, non è passibile di alcuna sanzione, proprio perché non esiste alcuna norma di legge che regoli tale comportamento. L’unico rischio per l’utente, non ha niente a che vedere con la sanzione amministrativa o penale, piuttosto riguarda la salvaguardia dei propri dati e del proprio PC. Infatti, utilizzando siti di dubbia provenienza, spyware o adware potrebbero installarsi senza che neanche ce ne accorgiamo.

Streaming legale: le soluzioni esistono

Negli ultimi anni però, accanto al fenomeno illecito di cui vi abbiamo parlato, si stanno diffondendo tante piattaforme ed app di streaming perfettamente legali. Il trend è chiaro, il fenomeno dello streaming aumenterà sempre più, non soltanto in riferimento a film e serie TV ma anche per quanto riguarda il mondo del gaming che sta puntando proprio a quella direzione.

Tornando a noi, se il vostro desiderio è quello di guardare contenuti streaming in maniera lecita, arriva in vostro soccorso filmamo.

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Riccardo Amalfitano
Riccardo Amalfitano
Videogiocatore sin dalla "tenera" età, amante anche di manga, cinema e serie TV. Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente!

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