Da Olimpia a Babilonia, la recensione de “Le 7 Meraviglie”

Ho visto le mura di Babilonia percorse dai carri, e lo Zeus presso l’Alfeo, e gli orti sospesi, e il grande colosso del Sole, il lavoro delle alte piramidi, il mausoleo gigantesco, ma quando vidi il grande tempio di Artemide svettare sopra le nubi, ho pensato che il sole, al di fuori dell’Olimpo, non ha mai visto tale bellezza

Antologia Palatina (9,58)

Septem miracula mundi. Per secoli gli autori antichi, ad Alessandria come a Roma, da Strabone a Diodoro, passando per il poeta latino Properzio, si sono dilettati in elenchi e classifiche delle più mirabili costruzioni dell’uomo. Tali liste, incentrate sul numero sette quanto le nostre top ten lo sono sul dieci, non distinguono con sicurezza tra realtà e mito, mutano nel corso degli anni e rappresentano in molti casi le uniche testimonianza superstiti dell’esistenze di tali opere dell’umano ingegno. Il più antico di questi canoni di ῾Επτὰ ϑεάματα (eptà theàmata), un breve epigramma di Antipatro di Sidone (la traduzione italiana nel virgolettato in alto, ndr), risale alla metà del II secolo a.C. e, pur non citando il Faro di Alessandria, già riporta praticamente tutte le meraviglie che oggi riteniamo “classiche”. 

Approfittando anche delle scarse fonti materiali a riguardo (solo le piramidi di Giza sono giunte intatte fino a noi), l’autore italiano Luca Blengino ha così ideato una miniserie a fumetti dal titolo Le 7 meraviglie, attualmente serializzata in Francia (un volume per ciascuna merveille) e (ri)portata in Italia grazie alla collana Star Comics Presenta. I tomi italiani, a differenza dell’edizione originale, propongono un doppio volume “al prezzo di uno” e si basano su un piano di pubblicazione in tre uscite. La prima, arrivata nelle fumetterie a metà del mese di dicembre, è incentrata sulla Statua di Zeus ad Olimpia e sui Giardini pensili di Babilonia.

Giochi e segreti: lo Zeus di Fidia

E’ il 432 a.C. e, all’alba della fase Archidamica della Guerra del Peloponneso, i rapporti di Atene con le città dell’Elide, aderenti alla lega Peloponnesiaca, non sono certo buoni. Ma la tregua olimpica, l’Ekecheiria, è sacra e nessun greco sano di mente dovrebbe voler incorrere nell’ira degli dei violandola. Così emissari da tutta la Grecia giungono ad Olimpia per i giochi, Ateniesi compresi.

All’interno di questa cornice, sfruttando anche gli interrogativi ancora irrisolti sull’esilio dello scultore ateniese Fidia, autore della monumentale statua criso-elefantina (d’oro e avorio) di Zeus, Blengino imbastisce una sceneggiatura incentrata sul tradimento e l’intrigo politico, ma anche sulla lotta, la sportività ed il sempre delicato tema della (pedo)filia greca. Tutto ruota attorno ad un orfano in cerca del padre, che probabilmente era un atleta straniero, ma la vicenda si snoda con naturalezza attraverso le azione di tanti personaggi, dal lottatore al nobile ateniese, dalla vasaia all’allievo del vecchio Fidia. Tutti sono collegati tra loro, in un sottile gioco di ragnatele in grado di far convergere ogni singola storia in un tragico finale.

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Nessun’aura idealistica è gettata sui giochi, nessun filtro è posto tra le pulsioni umane ed il lettore, che si trova a leggere un racconto maturo, adulto, che non si concede alla censura e che si affida ai disegni di Stefano Andreucci per offrire un tratto realistico alla corporeità umana. Nessun elemento viene così bandito dalle tavole: a fianco degli aitanti corpi dei lottatori, rigorosamente nudi come voleva la tradizione, troviamo allora i seni cadenti della donna, che si concede ad un vecchio amico per trovare conforto, nonchè volti coperti di rughe e cicatrici, straziati per il dolore o contorti dalla rabbia. 

L’esilio babilonese: il miracolo dei giardini pensili di Nabucodonosor

Con il secondo racconto, Blengino ci fa tornare indietro nel tempo, fino al 585 a.C., accompagnandoci nella capitale del regno di Nabucodonosor II, all’epoca della deportazione ebraica a Babilonia. Intrighi di palazzo e giochi di potere sono il tema centrale della sceneggiatura, che coinvolge anche il profeta Daniele. 

Protagonista assoluto è in questo caso un giardiniere ebreo di nome Hesediel, che conquista il favore del re grazie alle sue straordinarie capacità nella coltivazione di qualsiasi pianta. Divenuto curatore dei magnifici giardini pensili, Hesediel vivrà la sua vita da schiavo nel paradiso terrestre, ritrovandosi, suo malgrado, al centro di congiure di corte e rivolte. Viaggerà per il mondo alla ricerca di un raro fiore, conoscerà l’amore e la sete di vendetta, la disperazione e la redenzione, fino a scoprire quale miracolo sia il giardino da lui così a lungo curato e trovare, nel frattempo, una libertà tanto amara quanto solitaria.

Magistrale e perfettamente inserita nell’intreccio la caratterizzazione della “follia” di Nabucodonosor, sovrano-dio tanto dispotico quanto preoccupato per la caducità della condizione umana. 

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Nonostante i mille sotterfugi che verranno a galla solo nel finale, in questa seconda parte troviamo poi una maggior propensione del disegnatore, Roberto Ali, verso gli spazi aperti, complice la frequente rappresentazione di scorci sul rigoglioso giardino di Nabuconodosor. Il tratto si mantiene realistico, non risparmiando mai al lettore scene cruente ed esplicite. Davvero interessante la caratterizzazione grafica dei personaggi, tutti dotati di una propria mimica facciale, in grado di esprimere emozioni anche laddove i balloon e le parole non sono possibili.

Una piccola curiosità, infine, sulla sintesi delle due storie in un unico volume: la copertina dell’edizione francese dedicata ai giardini pensili è stata in questo caso utilizzata come ultima pagina del tomo italiano.

Commento finale

I primi due racconti de Le 7 meraviglie fanno parte di un’opera che a nostro avviso si presenta tanto interessante quanto controversa. La cornice storico-archeologica, supportata da accurati studi e corredata da note dell’autore, rappresenta senza dubbio un ottimo pretesto per avvicinarsi ad alcuni dei più straordinari prodotti dell’ingegno umano, alle loro storie e ai misteri nati intorno alla loro stessa esistenza. D’altra parte, però, alcuni temi, rappresentati con tanta forza sulle tavole, potrebbero turbare parte di un pubblico, come quello italiano, poco abituato ad affrontare direttamente alcuni argomenti e, soprattutto, ancora restio a pensare il fumetto come un prodotto dell’arte e della letteratura piuttosto che come un semplice passatempo per bambini.

Info serie:

SCP – LE 7 MERAVIGLIE di Blengino, Andreucci, Lou, Ali, Montes –

19,5×26, B., 112 pp, col. Sovracoperta con alette,  13€. Disponibile in fumetteria.

Les 7 Merveilles, volumes 1 to 2, Blengino – Andreucci – Ali © E’ditions Delcourt – 2014.

For the Italian edition: © 2014 Edizioni Star Comics s.r.l.

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