Life is Strange 2 Episodio 1: Roads – la nostra recensione

Un lungo viaggio verso la frontiera messicana.

Arcadia Bay, Max Caulfield, Chloe Price. Se siete fra quelli che hanno giocato ed adorato l’avventura grafica targata Dontnod Entertainment uscita nel 2015, difficilmente avrete scordato questi nomi. Anche perché, diciamocelo, risulta praticamente impossibile non avere un ricordo indimenticabile dell’esperienza che è stato in grado di regalare Life is Strange, uno dei pochi titoli veramente degni di nota e che meritano una menzione speciale nella scena videoludica. Un gioco che metteremmo al pari di una produzione cinematografica da premio Oscar, capace di toccare chiunque nel profondo e trasmettere emozioni come solo un film saprebbe fare. Una perfetta alchimia fra trama, colpi di scena, caratterizzazione dei personaggi e colonna sonora che ha dato vita ad un titolo che definirei Arte, senza esagerare (e che vi consigliamo di recuperare se ancora non lo avete nella vostra libreria).

Il grande successo riscosso dal primo capitolo ha portato alla nascita, nel 2017, di Life is Strange: Before the Storm, prequel in cui avremmo compreso il motivo del forte legame affettivo tra Chloe Price e Rachel Amber e il cui sviluppo è stato affidato, questa volta, a Deck Nine Games. Come spesso accade, però, il rischio che un prequel/sequel possa non essere all’altezza del titolo originale è sempre elevato, in particolar modo se si parla di un prodotto sceneggiato in modo magistrale come nel caso di Life is Strange. Il risultato era abbastanza prevedibile: Before the Storm è certamente un titolo valido e capace di intrattenere, ma senza particolari pretese di “spodestare” il suo predecessore. Non è un must have a meno che non siate fan della serie, ma ha indubbiamente aiutato ad attenuare l’attesa del seguito diretto su cui, appunto, erano al lavoro i ragazzi di Dontnod.

Come un fulmine a ciel sereno, ad agosto viene ufficialmente mostrato un teaser di Life is Strange 2: inutile dire che le aspettative erano decisamente elevate, nella speranza di ritrovarsi di fronte ad un altro capolavoro capace di appassionare, commuovere e stupire. Il primo episodio ha ufficialmente debuttato il 27 settembre e noi, finalmente, siamo pronti per iniziare questa nuova avventura.

Prima di iniziare la recensione, però, ci teniamo ad omaggiare la sfortunata casa di sviluppo Telltale Games che, come in molti saprete, ha da poco chiuso i battenti ma i cui lavori sono stati la “fortuna” di Dontnod. Come ha precisato lo sviluppatore, infatti, la serie di Life is Strange non sarebbe mai esistita se non ci fossero state le loro avventure videoludiche da cui prendere spunto, in particolar modo per la struttura ad episodi. Quindi, vogliamo unirci ai ringraziamenti e augurare il meglio a tutti i membri di Telltale Games.

Estamos llegando, Puerto Lobos

Life is Strange 2 è ambientato circa 3 anni dopo gli eventi del capitolo originale e ci porta a Seattle, dove faremo la conoscenza dei due nuovi protagonisti Sean e Daniel Diaz. Un triste evento di cui, ovviamente, non vi parleremo costringerà i due fratelli messicani a tornare nella loro terra d’origine, intraprendendo un lungo, difficoltoso e pericoloso viaggio verso Puerto Lobos.

Sin da subito è evidente come l’avventura tocchi principalmente i temi della famiglia e del forte legame che esiste tra due fratelli. Sean, infatti, sarà l’ombra del suo fratellino Daniel e spetterà a lui prendersene cura e proteggerlo da qualsiasi eventuale pericolo. La costante interazione fra i due personaggi, quindi, è essenziale per infondere nel giocatore un continuo senso di responsabilità delle proprie decisioni, con la consapevolezza di ciò a cui si andrà incontro. Starà a noi e al nostro buonsenso scegliere come agire in ogni situazione: daremo a lui le ultime cibarie rimaste o faremo gli egoisti? Gli insegneremo a rubare o ad essere sempre corretto anche in circostanze disperate?

Ecco, proprio a questo proposito, in Life is Strange 2 entra in campo anche l’istinto di sopravvivenza, seppur affrontato in modo molto superficiale in quanto, giustamente, non era obiettivo di Dontnod trasformare improvvisamente la serie in un survival. Il soldi che avremo dentro al portafogli, perciò, avranno una discreta importanza così come le risorse a nostra disposizione durante il viaggio, quali patatine piuttosto che biscotti al cioccolato o acqua anziché bevande gassate. Queste scelte, ovviamente, non comportano cambiamenti al corso della storia, al contrario invece di altre decisamente più importanti che genereranno situazioni differenti a seconda delle nostre decisioni. Come accadeva già in Life is Strange e in Before the Storm, insomma, quindi di per sé la formula di gioco è rimasta pressoché la stessa.

Se nel capitolo originale Max adorava scattare foto come passatempo, nel sequel Sean è un abile disegnatore e preferisce immortalare i momenti migliori con la mina della sua fedele matita, con cui riempirà di scritte e disegni il suo diario personale che potremo consultare per ripercorrere alcune vicende. Una piccola novità introdotta è la possibilità di personalizzare lo zaino del protagonista principale con i collezionabili sparsi nei vari episodi, che sostituiscono appunto le fotografie di Life is Strange. Gli adesivi e i portachiavi che troveremo, infatti, possono essere posizionati ed alternati a propria scelta fino ad esaurire gli slot disponibili.

Dimentichiamoci inoltre della capacità di controllare il tempo, perché Daniel sarà il portatore di un nuovo potere soprannaturale totalmente differente che gli permette di creare una sorta di onda d’urto, ma non vogliamo dirvi altro.

Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Life is Strange 2 mantiene sempre una grafica simil-cartoonesca ma gestita ora dall’Unreal Engine 4, che permette di avere un livello di dettaglio migliore ed un’immagine più pulita rispetto ai precedenti capitoli senza però richiedere troppo in termini di hardware. Con la nostra configurazione, che vede un Intel Core i7-5820K affiancato ad una NVIDIA GeForce GTX 1070 e 16 GB di RAM, non abbiamo avuto alcun genere di problema a far girare il titolo a 60 fps con i settings grafici impostati su Ultra, sebbene, almeno all’inizio, abbiamo notato un lieve fenomeno di stuttering poi svanito proseguendo nell’avventura.

Infine, le ambientazioni sono state magnificamente riprodotte dai ragazzi di Dontnod così come la colonna sonora, uno degli elementi portanti dell’intera produzione e che, per noi, è all’altezza di quella ascoltata in Life is Strange, almeno in questo primo episodio. Ci prepariamo quindi in anticipo a trattenere le lacrime nelle scene più tristi che sicuramente ci aspetteranno prossimamente.

Commento finale

Life is Strange 2 ha tutte le carte in regola per essere un degno sequel senza perdere nulla in termini di qualità della produzione. Già dal primo episodio ci si affeziona ai personaggi di Sean e Daniel come avvenuto per Max e Chloe, grazie alla forte caratterizzazione di entrambi, e la storia è semplice ma intrigante. Non possiamo negare che siamo ovviamente rimasti con il fiato sospeso al termine di questa prima parte di avventura, durata all’incirca 3 ore esplorando bene ogni ambientazione, ma se viene mantenuto questo livello siamo sicuri che ci troveremo di fronte ad altro capolavoro targato Dontnod Entertainment.

Life is Strange 2 Episodio 1: Roads
8.5 / 10 4News.it
Disponibile in digitale suPS4, XBOX One, PC
Pro
    - Una nuova ed intrigante storia
    - Colonna sonora al pari del primo Life is Strange
    - Ottima caratterizzazione dei personaggi
Contro
    - Qualche problemino tecnico
Riassunto
Life is Strange 2 ha tutte le carte in regola per essere un degno sequel senza perdere nulla in termini di qualità della produzione. Già dal primo episodio ci si affeziona ai personaggi di Sean e Daniel come avvenuto per Max e Chloe, grazie alla forte caratterizzazione di entrambi, e la storia è semplice ma intrigante. Non possiamo negare che siamo ovviamente rimasti con il fiato sospeso al termine di questa prima parte di avventura, ma se viene mantenuto questo livello siamo sicuri che ci troveremo di fronte ad altro capolavoro targato Dontnod Entertainment.
Gameplay
Grafica
Sonoro
Longevità
Giudizio finale

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Simone Rinaldi
Simone Rinaldi
Meglio conosciuto come "Ping" per gli amici e online, gioco dall'ormai lontano 2000. Cresciuto a pane e videogiochi a partire dalla prima PlayStation, nel tempo ho esteso i miei interessi anche all'ambito della tecnologia in generale, scoprendo un certo feeling con l'hardware PC. Le mie grandi passioni si sono poi trasformate in qualcosa di più concreto con l'entrata in 4News, grazie a cui ho avuto modo di vedere il mondo videoludico-tecnologico da una nuova prospettiva ed affrontarlo in modo più serio e professionale.

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