Recensione Guardians of the Galaxy: The Telltale Series – Episodio 2

Morto un nemico, se ne fa un altro.

Cercheremo di essere il più schietti possibile: il primo episodio di Guardians of the Galaxy: The Telltale Series ci è piaciuto. Potete notarlo dalla nostra recensione, ma possiamo anche riassumere gli aspetti vincenti della produzione: un’ottima gestione dei personaggi, sia a livello di trama che di fedeltà al mondo dei cinecomics; comparto sonoro d’eccezione, come nei film della serie; buon bilanciamento tra fasi di gameplay puro e di “visione” narrativa. Insomma, se nelle produzioni Telltale c’è sempre il rischio di questo scivolone e di incorrere nella noia, questa volta non c’è stato.

Il secondo episodio non va oltre nel migliorare o osare rispetto a quanto visto nel primo, ma non è un grande difetto. Telltale ha deciso di puntare, piuttosto, sulla trama fine a se stessa: ovvero andare a lavorare sui rapporti tra i personaggi e sullo svolgimento della vicenda. E qualcosa si dovevano pure inventare, dal momento che nel primo capitolo è venuto a mandare un bel personaggio (dove bel = importante). Con un villain di quel calibro in meno, è vero che morto un nemico se ne fa un altro, ma si rischiava anche di cadere nella monotonia.

Monotonia che, per fortuna e per il momento, sembra non esistere nelle avventure dei Guardiani della Galassia. Ed è bene che sia così.

Il passato di Rocket

Uno dei personaggi certamente più importanti nell’universo dei Guardiani della Galassia è Rocket, il procione antropomorfo che fa parte dei difensori dell’universo. Del suo passato si sa poco o nulla, solo che fu utilizzato per esperimenti in laboratorio dallo scienziato pazzo di turno. Poteva forse Telltale farsi scappare l’occasione di una introspezione sul personaggio, che facesse da filler alla serie in corso? No, che non poteva.

E così una delle prime decisioni (sofferte, perchè ci inimicheranno o questo o quel personaggio) che dovremo prendere ad inizio del gioco sarà quella di esplorare o meno il passato di Rocket. Noi abbiamo deciso di farlo DOPO un’altra azione che ci sembrava più impellente: poco male, dato che ovviamente e come sempre le nostre azioni non contano nulla a livello di trama e percorsi narrativi. Abbiamo così conosciuto, anche se in leggero ritardo, la “vecchia fiamma” del procione. Non vi anticipiamo altro: in un gioco dove la trama conta il 75% del titolo stesso, sarebbe un crimine dirvi più di questo.

Sappiate comunque che vale la pena farsi stregare da questi circa 90 minuti di gioco nello spazio: sembra che ogni personaggio debba affrontare una questione di famiglia. Gamora con sua sorella, Rocket con la “ragazza”, Peter con la madre. Ed è innegabile che, anche se l’azione in fondo non manchi quasi mai, si tratti più che altro di un capitolo introspettivo. Se i sentimenti sono finalizzati a una produzione matura e il tutto non scaderà nel banale dei prossimi episodi, ben venga.

Squadre che vince non si cambia

Se vi siete ormai assuefatti allo standard delle produzioni Telltale sapete già cosa aspettarvi anche dal secondo episodio di Guardians of the Galaxy. Esatto, parliamo proprio del consueto mix esplorazione/dialoghi/azione che contraddistingue anche tutte le altre serie della casa videoludica. Chiaramente chi acquista un gioco come questo si aspetta più che altro di vedere un film, e nel migliore dei casi un bel film, ad episodi. Con il giusto contraltare di gioco vero e proprio.

Le fasi esplorative cercano di essere originali, ma si tratta del consueto dirigersi dal punto A a quello B per fare una determinata cosa; raccogliere o scoprire questo o quel dettaglio; parlare con tutti i personaggi e sbloccare determinate linee di dialogo prima di poter proseguire. E sono proprio quei dialoghi, purtroppo esclusivamente in lingua inglese, ad essere interessanti e a catturare l’attenzione del giocatore. Peccato che siano forse talvolta troppi rispetto al vero gameplay, a patto di non considerare gameplay anche le fasi QTE in cui dovremo premere nel giusto ordine e nella giusta sequenza determinati tasti.

Commento Finale

Mancano ancora tre episodi all’appello prima di poter esprimere un giudizio completo sulla serie dei Guardiani della Galassia. Per il momento Telltale sta compiendo un ottimo lavoro, pur rimanendo nei limiti di canoni ormai prefissati, sia narrativi che ludici in senso proprio. E’ un lavoro che ci sentiamo di premiare con un 8. Che potrebbe arrivare anche a valori più alti, qualora la famosa “svolta di metà serie” e poi il finale si rivelassero meritevoli. Ma c’è anche il pericolo che non accada e si finisca nel banale. Ci auguriamo di no. Peter Quill e compagnia non se lo meritano.

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