Recensione Gundam Versus

Il giusto tributo per una serie che merita molto di più.

Gundam. Una parola che apre tutto un mondo per chi guardava i cartoni animati negli anni ’80, o che ha continuato a seguire la serie localizzata soprattutto sul suolo giapponese negli ultimi anni. Mobile Suit Gundam fu una serie di manga/anime ideata da Yoshiyuki Tomino insieme al gruppo creativo della Sunrise. In sostanza: robottoni giganti antropomorfi da combattimento, in difesa del nostro pianeta. Gundam Versus è l’ultimo di una lunga serie, ma quasi sconosciuta qui da noi.

La serie di Gundam VS ha visto il suo esordio ai tempi del Dreamcast e della PlayStation 2, per poi proseguire con tutta una serie di nuovi episodi che quasi mai hanno fatto parlare di sè per più di pochi giorni. Capitoli dimenticabili di un prodotto tutto sommato sconosciuto nel nostro paese, in grado di attirare tutta una serie di appassionati. Non ci credete? Eppure dovreste ricordare che solo mesi fa un altro episodio di Gundam è approdato anche su PlayStation Vita, proprio in occidente. A detta di Bandai è stato un tentativo per tastare il terreno, Gundam Versus rappresenta lo step successivo: il giusto tributo per una serie che merita molto di più.

E che potrà avere molto di più, se i fan lo permetteranno naturalmente. In caso di accoglienza tiepida semplicemente il brand se ne tornerà con tutta probabilità nel paese del Sol Levante sparendo dai radar. Noi stiamo per dirvi qualcosa di più, riguardo un titolo che in fondo ci ha convinti, anche se lo avevamo abbandonato tra i ricordi dei cartoni animati d’infanzia.

Quasi Arcade, quasi da sala giochi

Tanti quasi, ma poca precisione: il primo approccio con Gundam Versus non è stato dei migliori. Ricorda molto quei titoli arcade che proprio sul suolo giapponese hanno trovato il periodo del massimo splendore, ma qui non siamo in Giappone, e il salotto di casa dove riposa la nostra PlayStation 4 non è una sala giochi (per quanto ci piacerebbe). Gundam Versus si propone subito in tutta la sua immediatezza e ci getta in campo (su un pianeta sconosciuto) a darcele di santa ragione contro altri robottoni. Fin qui tutto bene, menare le mani sin da subito non è mai un male, soprattutto controllando robot giganteschi.

Il problema è che non si capisce esattamente cosa si abbia tra le mani. La struttura più profonda di un Arcade ci porta fuori della sala giochi, ma le impostazioni alla picchiaduro in terza persona con ambientazioni più vaste e tutte le direzioni dell’asse del movimento a disposizione, ci rendono incerti. Sicuramente Gundam Versus non è Tekken, eppure l’esecuzione delle mosse e i movimenti ci ricordano da vicino un vero e proprio picchiaduro.

Vogliamo essere sinceri anche su un altro punto: se non conoscete Mobile Suit Gundam, o se il cartone animato non vi è mai piaciuto, allora difficilmente apprezzerete Gundam Versus, che è una produzione pensata per i fan, sviluppata per i fan, e rilasciata nella speranza che i fan la considerino per un loro ipotetico acquisto. Certo l’assenza di una qualsiasi modalità storia non aiuta per niente, il giocatore è lasciato a se stesso, libero di scegliere tra l’online (di cui vi diremo tra poco) e una serie di missioni slegate tra loro e tutte piuttosto lineari, che messe l’una di seguito all’altra pretendono di riempire la sezione “storia” della produzione. Dove abbiamo già visto un’escamotage simile? A già: proprio nei picchiaduro!

Mobile Suit Online

Ebbene sì, se metà del cuore di Gundam Versus risiede nella componentistica online, l’altra metà è imperniata su partite in multigiocatore competitivo online. Versus nel titolo, “versus” di fatto, si scende in campo su vari pianeti (o sulla Terra) e si inizia a fare fuoco sui malcapitati giocatori online, naturalmente non lasciandosi a casaccio all’assalto ma ponderando bene ogni singola situazione e caso. E neppure la scelta della singola unità deve essere lasciata al caso, dal momento che le statistiche variano da Gundam a Gundam e che si gioca in squadre composte da più giocatori.

Studiamo il funzionamento. Ogni Mobile Suit possiede certi precisi valori che dipendono da vari fattori, e che sostanzialmente ne esprimono la potenza.  Ogni squadre possiede precisi “indicatori” a schermo, segna-punteggio. Ogni volta che sconfiggiamo un avversario, sottraiamo all’indicatore della squadra il valore di quel Mobile Suit: se l’indicatore raggiunge lo zero, la squadra corrispondente è sconfitta. Ciò significa che bisogna scegliere attentamente i Mobile Suit, specie se si gioca contro avversari organizzati che potrebbero prendere di mira, insieme, i bersagli più temibili ma anche più “prestigiosi”.

Gundam Versus è semplice da apprendere ma difficile da padroneggiare, e si potrebbe dire che l’intera produzione ruoti attorno ai quattro tasti frontali. Salvo rare eccezioni, ogni Mobile Suit può attaccare a distanza, eseguire colpi in mischia, saltare e cambiare bersaglio. I tasti dorsali consentono di effettuare alcuni colpi speciali, mentre lo stick analogico sinistro è utile per eseguire il Boost Dive, una meccanica chiave che, una volta padroneggiata, distingue nettamente i migliori giocatori in campo, perchè permettere di eseguire una “picchiata” al suolo riempiendo l’indicatore del Boost. Ma eseguendolo al momento sbagliato saremo praticamente spacciati…

Commento Finale

Gundam Versus non sarà un capolavoro, ma è un capitolo di transizione perfettamente riuscito, in grado di divertire per parecchie ore sia in singolo che nel multiplayer online. La ripetitività generale delle missioni e la mancanza di una vera e propria trama mostrano in realtà come Bandai punti i suoi assi migliori in una componente online profonda, tecnica e (se padroneggiata) appagante. Aspettiamo un degno nuovo capitolo entro i prossimi due anni, magari con qualcosa di più sostanzioso anche per la campagna in singolo – e più curata anche sul piano tecnico.

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PRO


CONTRO

1 commento

  1. Innanzitutto comincerei citando una frase dell’articolo che definisce questa serie anime da cui è tratto il gioco come caratterizzata da “robottoni giganti antropomorfi da combattimento, in difesa del nostro pianeta”: sul fatto che siano robot enormi ed antropomorfi non c’è nulla da dire, ma “in difesa del nostro pianeta” lascia pensare a qualcosa di simile a Mazinga Z o Goldrake, che racchiudevano alieni pericolosi intenti a minacciare la Terra, cosa assolutamente non inerente a ciò che è la saga di Gundam, che nulla ha a che fare con ciò, ma che anzi (stranamente tralasciato dall’articolo) si è contraddistinta per la particolare cura realistica con cui sono rappresentate queste armi semoventi giganti ed i loro piloti. Quindi per essere chiari c’è la totale assenza di alieni e simili, solo la solita, meschina, umanità, e ciò che ne può comportare.
    Nella recensione si legge inoltre che il gioco ha molto più di arcade che altro, e quindi quasi relegato ad un prodotto da sala giochi se non fosse per delle caratteristiche da gioco “casalingo”, accennando inoltre a come ci sia la totale assenza di qualsiasi componente “storia” o una appagante modalità da giocatore singolo. Riguardo il concetto di “arcade”, data la forte impressione da picchiaduro, è difficile immaginare un gioco (considerate altri picchiaduro a piacimento) che alla fine non si risolva in un semplice combattimento contro uno o più avversari. È come ghettizzare un gioco del tipo Gran Turismo ad “arcade” perché principalmente il nostro gameplay attivo si basa sul completamento di grandi quantità di gare su pista, cosa alquanto sbagliata.
    Per quanto riguarda invece la componente in singolo si può dire che il gioco è nato con scopo il comparto multigiocatore, ed a fronte di un prezzo più contenuto (anche questo omesso dall’articolo) vengono offerte solo attività per cui il gioco è stato pubblicizzato senza offrire grandi sorprese, vero, ma mantenendo tutte le promesse fatte.
    È stato anche detto che i Mobile Suit con cui si gioca hanno “statistiche diverse”, quando forse si voleva intendere “stili di combattimento diversi”, data l’assenza di qualsivoglia tipo di statistica numerica o affine, ed avendo tempi di recupero su varie animazioni standardizzate allo stesso livello per tutti i personaggi giocabili (cose che quindi precludono qualsiasi interesse per le statistiche, come un normale picchiaduro dovrebbe essere).
    Nell’articolo si può leggere anche che il gioco “ci getta in campo (su un pianeta sconosciuto)”: in che altro modo imparare a giocare se non… giocando? Il tutorial offre tutte le tecniche di base, ma al giocatore sta la ricerca delle mosse più difficili e complicate da elaborare. E questo “pianeta sconosciuto” altro non è che la mappa, denominata con un preciso nome (la mappa Hong Kong è su un pianeta sconosciuto? Direi di no!) che lascia poco spazio ai fraintendimenti tranne che in pochi nomi. Inoltre data la sicura particolarità del prodotto, si presuppone un minimo di conoscenza dell’ambiente narrativo in cui sono inserite le serie: gli elementi caratterizzanti di queste serie sono sempre stati luoghi “reali” e non fantasiosi o inventati come lascia intendere l’articolo, intendendo come reali la Terra, Marte, lo spazio all’interno del nostro sistema solare, e Colonie, gigantesche stazioni su cui gli uomini possono vivere a causa del sovraffollamento della Terra. Quindi un altra imprecisione è stata quella di affermare che i combattimenti avvengono su un “pianeta sconosciuto”.
    In ogni caso, seppur un ignaro giocatore comprasse il gioco unicamente per il gameplay senza sapere nulla sulla storia di una delle tante serie di Gundam, nel gioco sono presenti piccole descrizioni delle diverse serie, con presentazione della data di pubblicazione della serie e qualche informazione di base come trama e tratto caratteristico della produzione; alla fin fine qualcosa per ambientare il giocatore la si fa, certo non è possibile pensare di avere 30 anni di produzione in un solo gioco incentrato sul multiplayer e venduto a prezzo ridotto!
    Infine, la grafica dei menu è chiara ed efficiente, permette di capire tutto ciò che è necessario per giocare, senza intoppi particolari.
    Per quanto riguarda la parte tecnica: l’unica pecca è un “difetto di produzione” se così lo vogliamo chiamare, inerente le partite online a più di due giocatori: l’assenza di server dedicati non permette di sostenere la connessione richiesta su molte partite, in particolare a causa della connessione di noi giocatori per probabile connessione P2P.
    Lo ritengo un gioco ben fatto, che a parte il problema tecnico di cui sopra, sa il fatto suo. Lo riterrei un inizio che tasta il terreno e nel contempo offre qualcosa capace di catturare per molto tempo grazie al carattere dato ad ogni profilo combattente.

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