Recensione Injustice 2

La lega delle ingiustizie

Versione testata PlayStation 4

L’universo DC Comics, diciamoci la verità, al Cinema non ha ancora trovato lo spazio e l’onore che si merita se si esclude il suo personaggio più emblematico, Batman; esauritosi lo straordinario ciclo di Christofer Nolan,  che ci ha regalato una delle trilogie cinematografiche supereroistiche più cupe ed entusiasmanti degli ultimi tempi, i suoi personaggi sono tornati all’ombra dei grandi cinecomics Marvel, dopo il mezzo flop ai botteghini di Man of Steel e il passo falso di Superman Vs. Batman: Dawn of Justice.

Se al Cinema la situazione della Justice League non è di certo brillantissima, in campo videoludico invece i personaggi DC Comics – in una situazione quasi capovolta con Marvel a fare da sparring partner – sono riusciti a ritargliarsi una fetta consistente di fan grazie soprattutto alle produzioni Rocksteady, con la splendida serie dedicata al cavaliere oscuro di Arkham, e a NetherRealm riuscita a trasfondere in un picchiaduro l’essenza della league.

Injustice Gods among Us di fatti  si era già guadagnato ottime critiche grazie soprattutto ad una struttura ludica di tutto rispetto a cui si accompagnava uno story mode convincente, ma è con questo Injustice 2 che NetherRealm Studios, complice anche l’esperienza maturata con il precedente capitolo e soprattutto con Mortal Kombat X guadagna la definitiva consacrazione offrendoci un picchiaduro incredibilmente maturo nelle meccaniche di gioco ma soprattutto in grado di esaltare un universo profondo e credibile almeno in parte quanto quello offerto dai fumetti.

Dove eravamo rimasti?

La narrazione di Injustice 2 comincia lì dove si era interrotta nel primo Injustice, ecco perchè forse vi sarà utile questo breve reminder; Superman reso folle dalla morte, per sua stessa mano, di sua moglie Lois Lane e del figlio che portava in grembo, in seguito ad un perverso e doloroso piano di Joker, ha soggiogato il pianeta terra ponendola sotto il suo controllo. Ad opporsi all’auto proclamato Alto consigliere Clarke e al suo disegno per una Terra Unita, pacificata  sotto il giogo severo di un essere divino, vi è solo un gruppo di super eroi ribelli che, capitanati da Batman, dopo alterne vicende riuscirà con l’aiuto di un altro Superman proveniente da una dimensione parallela (quella a noi più familiare) a sconfiggere l’Alto consigliere e a riportare la pace e la libertà nella nuova dimensione.

Sino a qui gli eventi narrati nel primo Injustice Gods among Us. Cinque anni dopo, Superman è ancora in catene, ma una nuova minaccia si abbatte sulla terra appena uscita dal regime di Kal El. Questa volta a guidare i propositi di conquista del mondo è una fantomatica organizzazione conosciuta con il nome di “La Società”, apparentemente guidata da Gorilla Grodd ma le cui fila sono manovrate da Brainiac, un folle già responsabile della distruzione di Krypton. Gli eroi della ribellione che aveva portato alla sconfitta del regime di Superman, oramai decimati, si troveranno perciò a chiedere l’aiuto proprio di colui che avevano contribuito a mettere in catene e di alcuni membri della sua fazione, reintroducendo nello story mode quel conflitto tra il concetto di  moralità di Batman e la visione totaliristica di Superman che aveva caratterizzato il primo capitolo.

L’esito della battaglia non è scontato grazie all’introduzione, per la prima volta, dei finali multipli che vengono influenzati  dalla scelta della fazione, e i colpi di scena, alla fine delle circa 6 ore dello story mode, sono garantiti.

Come sempre la narrazione è affidata alle numerose cutscenes e ai dialoghi, molto ben scritti, in grado di dipingere un universo decisamente credibile ed autonomo, fuori da qualsiasi continuity con il materiale cartaceo o cinematografico.

La modalità storia di questo nuovo capitolo, insomma, sebbene più debole rispetto a quella offerta in Gods among Us, soprattutto in termini di originalità, risulta nel complesso estremamente godibile e fondata su una regia matura e convincente.

Botte da orbi

Se qualcosa si è perso in termini di originalità della trama rispetto a Gods among us, tanto si è guadagnato dal punto di vista sia della tecnica narrativa sia dal punto di vista del combat system.  Le cutscenes si aprono senza soluzione di continuità durante lo story mode, dando al giocatore una sensazione di immersività che difficilmente sarà in grado di ritrovare in altri titoli del genere. Il combat system d’altro canto si arrcchisce di nuovi elementi in grado di caratterizzare in maniera ancora più marcata il feeling di ciascun personaggio.

In Injustice 2 ogni supereroe o super villain è sempre dotato di tre tipi di attacco: leggero , medio e pesante, a cui si aggiunge un attacco speciale proprio del supereroe scelto. Rispetto al precedente capitolo è ora però leggermente più semplice inanellare combinazioni di combo senza spezzare la frenesia di gioco o se volete “il flow”, sfruttando le caratteristiche peculiari dei personaggi del roster. L’estensione delle combo quindi seppure non semplicissima, specie con alcuni personaggi, è sempre possibile, soprattutto se si riesce a tenere in aria l’avversario. Questo può avvenire in due modi, il più semplice dei quali è sfruttare le mosse speciali tipiche di alcuni supereroi, in grado di lanciare in aria l’avversario, catapultarlo oltre le pareti o farlo entrare in uno speciale hit state che vi consentirà di “giocare” con il vostro avversario e con le vostre combo. Alcuni personaggi come flash con la sua abilità di rallentare il tempo o Green Arrow e la sua freccia di ghiaccio vi semplificheranno molto la vita permettendovi di far entrare l’avversario nell’hit state con molta più facilità.

Con altri, invece, la cosa si fa leggermente più complicata a causa di un sistema di controllo decisamente più macchinoso rispetto ad altri picchiaduro e ad un sistema di “buffer” (il tempo che il gioco lascia al giocatore per eseguire correttamente i comandi) decisamente poco permissivo. Tutto questo incide, sebbene in maniera meno marcata rispetto al capitolo precedente, sulla fluidità dei combattimenti costringendovi a sperimentare con trial and error ciò che potete o non potete fare. D’altro canto pero’ in questo modo il gioco vi invita a perfezionare le meccaniche di attacco e difesa di ciascun personaggio, soprattutto completando i character tutorials.

Questo ci porta alle diverse modalità di gioco presenti.  Oltre al già citato character tutorial, utile a padroneggiare le diverse abilità speciali e soprattutto i timing per effettuare combo, blocchi e difese, Injustice 2 offre al giocatore la possibilità di rifinire le sue abilità in una completissima modalità allenamento  che vi permetterà di spolpare per bene mossa per mossa tutte le caratteristiche dei personaggi.

Nella modalità sfide dal Multiverso, invece, i giocatori dovranno affrontare sfide aggiornate anche quotidianamente con diversi gradi di difficoltà. In alcune di queste ad esempio la luce potrebbe improvvisamente andare via, costringendovi ad attaccare al buio, o ancora, potreste trovarvi ad affrontare di seguito una serie di personaggi senza mai ricaricare la vostra barra di energia e così via, con sfide sempre più impegnative aggiornate di volta in volta dal team NetherRealm. Per non parlare delle sfide multiplayer aggiornate costantemente capaci di tenervi incollati al gioco per molto tempo.

Le sfide sono uno degli elementi di punta dell’offerta ludica di Injustice 2 grazie al sistema di ricompense denominato “Gears”, che rappresenta la componente ruolistica del titolo sviluppato da NetherRealms. Affrontando lo story mode vi sarà possibile sviluppare il vostro personaggio fino ad un certo punto, ma è soltanto attraverso le sfide che guadagnerete abbastanza esperienza, moneta di gioco, loot boxes con elementi di customizzazione e shaders.

Tutti questi elementi vi permetteranno di acquistare equipaggiamento per la personalizzazione del personaggio, con conseguente modifica delle stats di abilità, forza, salute, difesa con dfferenze notevoli e immediatamente verificabili in game. Gli upgrades sono divisi per livello e per rarità, ciò significa che una volta utilizzati per il livello del vostro personaggio non potranno essere riutilizzati per un livello superiore a meno che non decidiate di utilizzare i token di rigenerazione che vi permetteranno di sfruttare i gears equipaggiati anche con le evoluzioni del vostro personaggio.

I gear insomma non sono solamente elementi estetici ma sono in grado di modificare anche pesantemente la vostra esperienza di gioco.

Multiplayer tra luci ed ombre.

Mentre il netcode di Injustice Gods among us ha provocato più di qualche grattacapo ad utenti e team di sviluppo, il secondo capitolo del gioco risulta invece stabile e fruibile nel 99% delle partite affroantate. Injustice 2 fa meglio del suo predecessore anche dal punto di vista del roster, ora decisamente più ampio e completo. Tuttavia proprio uno degli elementi di maggior pregio del titolo è quello che più penalizza lo stesso dal punto di vista del multiplayer competitivo. Alcuni personaggi infatti hanno caratteristiche sin troppo peculiari e difficili da padroneggiare. Questo determina uno sbilanciamento che incide negativamente sulla varietà delle sfide online. Paradossalmente Injustice 2 è un titolo che dà il meglio di sè nel comparto single player più che in quello multiplayer a differenza dei suoi illustri concorrenti, come Street Fighter o lo stesso Mortal Kombat XL.

Cinecomics o videogame?

Dal punto di vista tecnico,  Injustice 2 offre modelli ancora più dettagliati rispetto al precedente capitolo e animazioni davvero ben realizzate, soprattutto nelle cutscenes. Solo raramente ci si trova di fronte a qualche legnosità di troppo, ampiamente giustificabili dalla qualità generale dell’opera di NetherRealm. L’impressione è di trovarsi di fronte ad un cinecomics discretametne realizzato più che ad un videogames. Anche su PS4, come su PS4 Pro, nessun rallentamento o lag influisce sulla godibilità del gioco, ma nella versione per la console potenziata di Sony, i 60 FPS sono decisamente rock solid. Perfetto il comparto sonoro, in grado di sottolineare con precisione i momenti di maggiore pathos. Qualche dubbio invece suscita il doppiaggio in italiano che fa perdere appeal a qualcuno dei personaggi secondari, soprattutto se lo si paragona alla versione in lingua originale, davvero su un altro pianeta.

Commento Finale

La seconda incarnazione di Injustice ci regala un titolo completo e soddisfacente sotto ogni punto di vista. L’enorme carisma dei personaggi, così come un profilo di personalizzazione che si avvicina a quello di alcuni giochi di ruolo, garantiscono una profondità di gioco insolita per un picchiaduro. A tutto questo si aggiunge un combat system decisamente migliorato, sebbene ancora leggermente sbilanciato e difficile da padroneggiare ed una story mode davvero ad alti livelli. Il risultato è uno dei migliori picchiaduro in circolazione godibile ovviamente in compagnia, ma, ed è questo il vero elemento di novità anche in single player.

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Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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