Recensione La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra

Quanto sei disposto a sacrificare? E a soffrire?

Fra i colossal cinematografici di maggior successo nella storia del cinema, la trilogia de il Signore degli Anelli occupa un posto di assoluto rispetto. Secondo Metacritic, La Compagnia dell’Anello, Le due Torri e il Ritorno del Re, rientrano fra i Top 200 film di tutti i tempi. Fra i tanti record fatti registrare, Il Signore degli Anelli è la trilogia cinematografica di maggior incasso mondiale di tutti i tempi, superiore anche rispetto ad altri storici franchise come la trilogia originale di Star Wars e la saga de Il padrino. La serie di film ha incassato un totale di 2.91 miliardi di euro, portando inoltre a casa ben 17 premi Oscar e tantissimi altri riconoscimenti.

Se in ambito cinematografico i record sono tantissimi, dove il brand non è mai riuscito a sfondare è in quello videoludico. Ci sono state delle trasposizioni negli anni, a partire dal 1987. Fra RPG e action però il risultato non è mai stato dei migliori. Soltanto nel 2014, grazie a Warner Bros. Interactive Entertainment e Monolith Productions (che ricordiamo annovera fra le proprie creazioni anche FEAR e Condemned), abbiamo avuto la possibilità di vivere le vicende della Terra di Mezzo in una connotazione del tutto nuova grazie a L’Ombra di Mordor.

Un Open World liberamente esplorabile e brulicante di malvagi orchi pronti a farci la pelle. La produzione era sorretta dal quasi rivoluzionario Nemesis System, un sistema che riuscì a differenziare il gioco da altre produzioni action. Il gioco era divertente e praticamente infinito, spazzando via in pochissimo tempo, l’incertezza dei fan della saga sul risultato finale. Anche se le vendite de L’Ombra di Mordor, furono buone, fu realizzata anche una GOTY del gioco, che in cantiere ci fosse un sequel, non era poi così scontato e invece, sorprendendo tutti, Warner Bros. Interactive Entertainment, circa otto mesi fa, annunciò L’Ombra della Guerra.

Qui di seguito potete dare uno sguardo alla nostra videorecensione:

Non è ancora finita.

“Un Anello del potere. Ma il potere può accecare chi lo brama e anche i legami più saldi possono spezzarsi.”

L’Ombra della Guerra continua la narrazione de L’Ombra di Mordor, basata sul legendarium di J. R. R. Tolkien e impostata tra Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. Come il suo predecessore, il gioco prende anche ispirazione dagli adattamenti cinematografici di Peter Jackson. Il giocatore vestirà i panni del ramingo Talion e dello spirito del Signore elfico Celebrimbor, intenti a realizzare sul monte Fato un nuovo Anello del Potere per creare un esercito e combattere e sconfiggere il “Signore Oscuro” Sauron. Purtroppo, l’ultimo colpo della scure, sferrato sull’anello, separa Talion da Celebrimbor e quest’ultimo finisce nelle grinfie del Grande Ragno, Shelob che assumendo le sembianze di un’avvenente donna “tentatrice” e approfittando della vulnerabilità di Talion, impossibilitato a sopravvivere senza l’anima spettro, riesce a farsi consegnare l’Anello del potere scambiandolo proprio con Celebrimbor. L’intro narrativo rappresenta una sorta di pretesto per l’inizio del nostro complicato viaggio lungo la Terra di Mezzo. Non è certamente brillante e al pari del predecessore, anche L’Ombra della Guerra va considerato come un prodotto a se, svincolato dai temi canonici de Il Signore degli Anelli e de lo Hobbit dai quali, per forza di cose, prede spunto e si riallaccia a più riprese.

L’esperienza proposta dai ragazzi di Monolith Productions è più viva e ricca che mai. Aggiungendo anche una convincente componente RPG/Action che ci porterà ad affrontare svariate situazioni. Ci troveremo innanzitutto a scoprire Minas Ithil, assediata da un enorme esercito di orchi pronti a distruggere ogni difesa e a trucidare ogni essere umano a portata di spada. Qui è custodita una delle pietre veggenti che permetterebbe di modificare le sorti della guerra e della Terra di Mezzo. Dovremo combattere impavidamente, riscoprendo il Sistema Nemesi (che trae origine dalle produzioni Rocksteady), fra schivate, piroette, salti, fendenti, colpi di grazia. Un sistema più evoluto rispetto a L’Ombra di Mordor ma che mantiene ancora alcune criticità.

A tratti permane quel senso di poca fluidità dell’azione, della macchinosità dei movimenti, delle schivate e di un forte senso di confusione, quando saranno più nemici ad attaccarci, da farci girare quasi gli occhi. Così come la telecamera, mai perfettamente capace di seguire al meglio l’azione e a svariate situazioni in cui ci si presenteranno dinanzi delle buffe compenetrazioni poligonali. Quindi è vero che il sistema prende spunto dalla serie Arkham ma è ben lontano dall’avvicinarsi alla perfezione e al gradimento che la trilogia dell’Uomo Pipistrello riesce a darci. C’è comunque da dire che dopo una manciata di ore si farà l’abitudine e si penserà soltanto a trucidare gli orchi utilizzando le armi e i poteri a nostra disposizione. La nostra progressione prevede che ad ogni aumento di livello, che avverrà quando compiremo determinate azioni, porteremo a compimento le missioni e/o affronteremo eventi speciali, si otterrà un punto abilità da spendere nell’apposita schermata delle abilità.

Alla ricerca dei capitani

Qui potremo potenziare il nostro ramingo; in tutto sono disponibili cinque classi: Combattimento, Predatore, A Distanza, Spettro, In Sella e Storia. Per citare alcuni dei potenziamenti sbloccabili, abbiamo la possibilità di migliorare non soltanto il combattimento ma anche specifici poteri come il poter cavalcare bestie immonde, dopo averle però adeguatamente indebolite, il recupero della salute attraverso il prosciugamento della vita degli Orchi, gli attacchi dalla distanza, rallentando ad esempio il tempo, gli scatti, i movimenti ecc. Il tutto poi passa anche dal completamento di diversi obiettivi, primari e secondari, che ci daranno accesso a nuovi armamenti e alle preziose gemme, suddivise in Potenza, Vitalità e Ricchezza che ad esempio aumenteranno di una certa percentuale l’attacco di un’arma specifica, ripristineranno un certo quantitativo di salute quando uccideremo i nemici o aumenteranno le probabilità che i nemici uccisi rilascino “pecunie”.

In poco tempo, sarà possibile migliorare il livello del protagonista e le abilità disponibili. Una progressione molto spinta che porterà il ramingo ad utilizzare sempre più spesso attacchi diversificati, finisher brutali e affrontando un numero sempre maggiore di nemici. Non brilleranno di certo per intelligenza, il più delle volte, quando scompariremo dal loro cono visivo, eviteranno quasi subito di inseguirci o di cercarci ma riusciranno, se in gran numero, a darci filo da torcere. Ad un certo punto il buon Talion sbloccherà così tante abilità, equipaggiamento e alleati da essere in grado di gestire, quasi da solo, tutte le situazioni che si presenteranno. Morire, sarà abbastanza difficile, un po’ perché i nemici non sono per niente impegnativi, a parte i capitani nemici che vedremo fra poco e un po’ perché potremo liberamente assorbire l’energia vitale degli orchi. In caso di sconfitta, Talion ritornerà dalla morte, invece di affrontare quel nemico potremo dirigerci verso un altro obiettivo in modo tale da aumentare il nostro livello e ottenere un miglior armamentario e potenziamenti vari.

Tu vuoi l’anello!

Fra le tante attività disponibili, molto divertenti, risultano essere gli scontri con i capitani nemici. Ovvero, interrogando degli orchi marchiati di verde e individuabili attraverso il tasto L1 che ci darà accesso al mondo spettrale potremo scoprire l’ubicazione di un capitano nemico, i suoi punti critici, paure e debolezze. Una volta individuato, talvolta anche involontariamente in quanto i capitani nemici potrebbero tenderci delle trappole, consci dei punti deboli, dovremo affrontarli e sconfiggerli per ottenere nuovi potenziamenti. Verrà del tutto naturale, esplorare la grande mappa di gioco, suddivisa in aree, non solo per dare la caccia ai capitani nemici ma anche per ricercare oggetti e collezionabili. Le vere potenzialità del titolo però si presenteranno dal secondo atto in poi.

Infatti, utilizzando l’Anello del potere, potremo creare il nostro personalissimo esercito da schierare contro le forze orchesche, potenziandolo con tutti i power up disponibili. Avremo a disposizione un massimo di cinque campioni da schierare al nostro fianco. Potremo quindi reclutare gli Uruk, affidandogli compiti di infiltrazione o semplicemente richiamandoli quando avremo bisogno di rinforzi immediati. Il sistema è davvero portentoso e profondo riuscendo a dare maggior risalto alle schiere nemiche e alla varietà con cui andremo ad approcciare lo scontro. Se dovessimo essere uccisi da un capitano nemico, capiterà, fidatevi, il nemico in questione aumenterà di grado e allo stesso tempo anche le ricompense che ci lascerà, una volta ucciso, saranno migliori. Ciò ci spingerà talvolta a farci uccidere appositamente, in modo tale che il capitano nemico raggiunga un grado sempre più alto (fino a leggendario). Inutile dire che lo scontro sarà sempre più arduo e dovremo prestare tanta attenzione. Capitano dopo capitano, comandante dopo comandante, indeboliremo le file nemiche fino a culminare nello scontro degli scontri, l’assedio.

Per Gondor

Gli assedi daranno finalmente un senso a tutte le nostre azioni, facendoci vivere in prima persona le battaglie che hanno caratterizzato l’universo Tolkiano e la Terza Era. Sono molto appaganti, non soltanto in termini “pratici”, in quanto dovremo limitarci a trucidare gli orchi fino a quando farà la sua entrata il reggente, ma anche in termini grafici e scenici il motore grafico riesce a dare il meglio di se. Il Nemesis System ci permetterà, di convocare anche le guardie del corpo, le quali potranno intervenire attraverso i comandi che impartiremo attraverso i tasti direzionali. Ricordate di non andare all’avventura, ma di prepararvi adeguatamente prima dell’assedio. Sconfiggere i capitani e i comandanti indebolirà l’esercito di Sauron, quindi affrontate le missioni Scontro che saranno evidenziate sulla mappa da un teschio. Tutto si basa su un sistema gerarchico, quindi partite dal “pesce piccolo” per poi arrivare alla punta della piramide.

Sebbene ci sia grande varietà nelle azioni che potremo fare, nelle missioni primarie e secondarie disponibili, la mappa comunque dalle dimensioni buone e il Sistema Nemesi che fa da colonna portante alla produzione, si percepirà dopo qualche ora una certa ripetitività nelle azioni. Certo sarà il giocatore a decidere come delineare la progressione dell’avventura, ma anche variando, inevitabilmente si finirà a fare sempre le stesse cose. Caccia il capitano, identificalo, uccidilo, assali le fortezze, indebolisci le file avversarie ecc. ecc. Una sorta di controsenso considerate le grandi potenzialità del Sistema Nemesi; poche attività da fare, ma caratterizzate da tanta incertezza e imponderabilità. Forse per godere a meglio del titolo è consigliabile giocare sessioni brevi e intense e non dalla durata esageratamente lunga.

Fra le altre modalità disponibili, abbiamo la trasposizione degli assedi nel multiplayer online, Faida Online, modalità nella quale potremo vendicare la morte di altri giocatori o essere vendicati per la nostra di morte e alcune missioni atte ad evitare che Sauron possa riconquistare la Terra di Mezzo. Tutte queste attività, aumentano notevolmente la longevità di un titolo già vastissimo di per se e ci ricompenseranno con punti XP.

Le Ombre di Mordor!

Dal punto di vista tecnico L’Ombra della Guerra, almeno su console, non si presenta benissimo ma neanche così male. Il downgrade grafico fra scene di intermezzo e giocato è evidente ma forse un po’ esasperato da alcune recensioni online. Le note stonate riguardano la grande incertezza nei comandi di base del protagonista, spesso si muoverà in modo macchinoso compiendo manovre, diverse da quelle che vorremmo. Anche le abilità elfiche non migliorano il feeling complessivo, portandoci il più delle volte a rimanere addirittura incastrati in qualche elemento dello scenario o a non riuscire a scalare un parete o una torre così come vorremmo. Anche durante il combattimento si percepirà una certa incertezza del sistema.

L’imput lag non è dei migliori e capiterà di non riuscire a colpire un bersaglio che vorremmo quando attaccati da più nemici contemporaneamente. Scarse le animazioni, e la cura riposta nei modelli poligonali non sempre convince. Movimenti non realistici dei volti, della bocca quando i personaggi parlano e dei capelli ma per il resto il motore grafico rappresenta un buon passo in avanti rispetto al predecessore. Tali mancanze vengono però compensate da una grande varietà dei nemici, che si differenziano fra loro. Il gioco ha una risoluzione di 1080p e mantiene i 30fps quasi granitici, piccole incertezze di sorta, si sono presentate sporadicamente nel corso dell’avventura. Infine, dal punto di vista sonoro, il gioco è completamente doppiato in italiano, e la colonna sonora, sebbene non memorabile, è davvero piacevole.

 

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra
8.7 / 10 4News.it
Acquista suAmazon.it
Disponibile suPS4, XBOX One, PC
Pro
    - Gameplay migliorato rispetto al predecessore
    - Il Nemesys System è davvero portentoso
    - Plot narrativo affascinante
Contro
    - Alla lunga ripetitivo
    - Alcuni problemi di targeting
    - Movimenti ancora troppo meccanici
Riassunto
La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra è probabilmente ad oggi il miglior titolo dedicato al mondo di Tolkien. Al netto di qualche sbavatura tecnica di troppo, di una certa incertezza nei movimenti e dell'input lag non sempre fulmineo, ci siamo divertiti tantissimo a trucidare orchi, conquistare avamposti e uccidere i capitani nemici. Se siete fan de Il Signore degli Anelli, de Lo Hobbit e avete amato L'Ombra di Mordor, non potete farvi scappare questo capitolo. Ormai Monolith Productions ha dato prova di saperci fare e speriamo vivamente che fra qualche tempo ci possa essere un ulteriore capitolo a chiudere il tutto.
Gameplay
Grafica
Sonoro
Longevità
Giudizio finale

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Riccardo Amalfitano
Riccardo Amalfitano
Videogiocatore sin dalla "tenera" età, amante anche di manga, cinema e serie TV. Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente!

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