Recensione Limbo

Portami nel Limbo

Finalmente è arrivata l’estate che ha portato con sé il bel tempo e anche caldo, molto caldo. Nel tentativo di rinfrescare le nostre giornate, Microsoft ha da dato il via all’iniziativa Summer of Arcade, ovvero un rilascio programmato di titoli XBLA durante la stagione estiva, conscia del fatto che in questo periodo dell’anno le software house si godono un periodo di meritato riposo.

Limbo è un titolo che fa parte di questo progetto, sviluppato dal team danese PlayDead e vincitore di 2 Indipendent Games Festival Award.

Il bianco e il nero

Un particolare che attirò l’attenzione di critica e pubblico alla presentazione di Limbo fu senza ombra di dubbio la scelta artistica minimalista ed essenziale del titolo in questione. Infatti Limbo gode di una grafica monocromatica, lo sfondo nero sul quale si muove il protagonista e lo sfondo, grigio che scorre dietro i nostri passi. Potrebbe sembrare una scelta piuttosto azzardata, vista la tendenza attuale di spingere sempre di più sul comparto grafico. Il protagonista di questa vicenda è un fanciullo nero come la pece, dal quale spiccano due occhioni bianchi che paiono essere l’unico barlume di vita in un mondo avvolto dalle tenebre e gettato nell’oscurità più profonda. Prendendo il controllo del bambino ci incamminiamo verso il nostro obiettivo. Già, ma qual è la storia che muove questa fiaba dalle forti tinte dark? Sappiamo solo che il ragazzino è finito in questo lugubre luogo con il compito di ritrovare la sua sorellina scomparsa. Ma chi è la sorella scomparsa? Per quale ragione è finita in questo posto maledetto? Joypad alla mano tenteremo di dare risposta ai nostri quesiti.

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