Recensione Ori and the Blind Forest

Moon Studios porta su next gen un piccolo capolavoro

Versione testata Xbox One.

L’attuale generazione di console ha portato alla luce diatribe che speravamo fossero ormai morte e sepolte da tempo, quelle portate avanti da trolls e flamers che non perdono occasione per puntare l’indice contro e fare il conto dei poligoni e dei pixels, tirando in ballo solo l’involucro esteriore che compone un videogame: la grafica. Per costoro, infatti, se un gioco non è al limite del fotorealismo, o non muove una mole poligonale pregna di effetti particellari da far gridare al miracolo, allora tale prodotto è da scartare a priori.

In un contesto simile, ecco che lo sviluppatore Moon Studios porta sui nostri Pc e Xbox One un “metroidvania” o “castleroid” che dir si voglia di tutto rispetto: Ori and the Blind Forest. I termini appena citati non sono maledizioni in aramaico antico, bensì descrivono una tipologia di videogiochi che hanno in comune a capostipiti quali Metroid e Castlevania meccaniche di gioco simili, basate sull’esplorazione di ampie aree di gioco, ottenimento di abilità aggiuntive e l’immancabile backtracking che questi giochi ci hanno insegnato ad apprezzare. Saprà Ori and the Blind Forest ritagliarsi il suo spazio oppure cadrà nel dimenticatoio?

Un bagliore di luce nel buio

La foresta di Nibel sta morendo a causa del malvagio Kuro, che stravolge i normali equilibri del mondo causando carestia e siccità, rendendo arida e brulla quella che una volta era una foresta rigogliosa e ricca di vita. Ori, all’epoca di questi avvenimenti, altri non era che una piccola foglia di luce appesa all’albero padre della foresta, ma venne strappato dalla furia del vento ed allontanato dall’albero della vita. Il buon gigante Naru trovò questa foglia di luce, ed una volta avvicinatosi, essa si trasformò in Ori. Da qui ebbe il via una storia di amicizia e di amore come quello di un padre verso il proprio figlio; storia che purtroppo è destinata a finire in maniera brusca, lasciando ancora una volta il piccolo Ori solo ed in balia del proprio destino.

Inizia così l’avventura del piccolo spirito di luce, nel tentativo di salvare la foresta ed il mondo che lo circonda. Non vogliamo addentrarci ulteriormente nella sinossi del gioco, lasciando a voi il piacere di gustarvi quella che è una storia davvero avvincente.

Abile e arruolato

Una volta terminato il prologo, faremo ben presto la conoscenza di Sein, uno spirito guida che insegnerà ad Ori come utilizzare al meglio l’energia della luce che si rivelerà indispensabile per proseguire nell’avventura. Come nel più classico dei platform 2d appartenenti al filone “metroidvania”, all’inizio Ori avrà un set di abilità che definire limitato è eufemistico; il piccolo protagonista infatti disporrà solo di un semplice salto e potrà muovere piccoli elementi dello scenario per superare alcuni ostacoli. Grazie a Sein però, sbloccheremo nuove abilità di Ori, come il doppio salto, la capacità di arrampicarci sui muri, respirare sott’acqua e molte altre. La curva di apprendimento di queste skills non è mai ardua e permetterà di assimilarle al meglio ed imparare a gestirle in ogni situazione. Oltre alle abilità legate al movimento, Ori apprenderà ben presto abilità offensive, che gli permetteranno di sparare dei globi di luce all’indirizzo dei nemici sparsi nei livelli.

L’unico neo che emerge nella produzione Moon Studios è appunto il sistema di combattimento, troppo semplicistico e non approfondito. Basti pernsare che l’attacco principale prevede un lock automatico sui nemici più vicini e premendo X, le sfere lanciate colpiranno automaticamente il nemico di turno, senza che il giocatore si preoccupi minimamente di dover mirare. Ammettiamo che in alcune sezioni di gioco particolarmente impegnative sarebbe stato difficile muoversi di piattaforma in piattaforma occupandosi anche di colpire le creature ostili, ma il combat system di Ori and the Blind Forest si limiterà ad una pressione continua del tasto attacco e del salto per schivare i proiettili nemici. Le cose purtroppo non cambiano nemmeno quando Ori apprende l’attacco secondario, un’esplosione di luce caricata, che servirà più altro alla risoluzioni di alcuni enigmi.

Salva che ti passa

Come dicevamo poc’anzi, progredendo nel gioco, il piccolo Ori imparerà diverse abilità che permetteranno di visitare aree precedentemente precluse al giocatore. Il backtracking sarà sempre presente in Ori and the Blind Forest ma mai fastidioso. L’enorme mappa di gioco cela diversi segreti, molti dei quali andranno trovati combinando al meglio le diverse abilità conquistate sul campo. Come premio per i nostri sforzi potremmo aumentare l’indicatore della vita di Ori, la sua energia magica o svelare parti della mappa senza doverla esplorare di persona. Se la funzione dell’indicatore della vita è piuttosto intituitiva, ovvero quello di segnalare quando il protagonista del gioco è vicino alla morte, discorso diverso va fatto per quello dell’energia magica. Esso permette infatti di lanciare l’attacco caricato e di utilizzare alcune abilità, ma può essere anche utilizzato per creare una fiamma dello spirito che ci permetterà di salvare la nostra posizione di gioco.

In Ori and the Blind Forest sono infatti rari i salvataggi automatici, cosa che purtroppo, all’inizio dell’avventura mette in difficoltà i giocatori per la natura poco intuitiva di questa scelta. Inoltre, bisogna tenere a mente che per aprire scorciatoie ed accedere ad alcune aree segrete della mappa, alcune porte richiederanno l’uso delle sfere blu di energia per essere aperte, quindi il giocatore sarà messo di fronte alla scelta di continuare ad esplorare l’area di gioco oppure salvare. Scelta da svolgere oculatamente, perché per ripristinare l’energia magica dovremmo trovare e distruggere alcuni cristalli azzurri sparsi nei livelli, dato che sconfiggere i nemici raramente donerà al giocatore energia magica o vitale.

E’ apprezzabile che i ragazzi di Moon Studios abbiano tentato di introdurre qualcosa di nuovo o di svecchiare un metodo di salvataggio classico, ma questa scelta si rivela una pericolosa arma a doppio taglio; capiterà infatti di dimenticarsi di creare punti di salvataggio, oppure non avere abbastanza energia magica a disposizione per crearne uno, morire perché ci si è addentrati in una nuova area inesplorata e dover ripetere grandi porzioni di livello, magari perdendo potenziamenti acquisiti, aree segrete visitate e punti esperienza guadagnati in precedenza. Dovete sapere che i nemici, una volta sconfitti, rilasceranno per la maggior parte delle volte sfere gialle che riempiranno un indicatore apposito; una volta pieno Ori otterrà un punto d’abilità da spendere nei punti di salvataggio creati per accedere al ramo abilità. Potremo ad asempio lanciare più sfere luminose contemporaneamente, sbloccare un triplo salto, aumentare la potenza d’attacco, la resistenza ai danni nemici e cosi via.

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Una gioia per gli occhi e non solo

Ori and the Blind Forest richiederà circa 8 ore per essere portato a termine, ma questa non sarà affatto un’impresa facile. La difficoltà di gioco in alcune sezioni è alta, fatta di trial and error che in più di un’occasione vi faranno venir voglia di scagliare il joypad contro il televisore. Purtroppo alcune fasi saranno frustranti, dover centellinare al millimetro i movimenti con precisione chirurgica, esibirsi in strabilianti combo utilizzando all’unisono le diverse abilità di Ori per poi morire miseramente magari per un banale errore di calcolo metterà a dura prova anche i più pazienti. Fortunatamente il sistema di controllo progettato dai ragazzi di Moon Studios funziona alla perfezione accoppiato al joypad di Xbox One, e ogni volta che sbaglieremo un salto, una planata od una scalata, dovremo incolpare noi stessi.

Nonostante l’elevata difficoltà, Ori and the Blind Forest è un gioco che sprona ad essere sviscerato fino in fondo, proponendo livelli sempre vari e mai ripetitivi, con grotte scure, colate di lava, foreste rigogliose e templi traboccanti di ostacoli. La varietà del mondo di gioco è davvero impressionante, e mai avrete la sensazione di “già visto”. Il motore grafico Unity calza a pennello con l’avventura, dando vita ad un meraviglioso acquerello che prende vita schermata dopo schermata, con colori vivi e sgargianti, splendidi scenari da cartolina e un character design che non sfigurerebbe nei migliori studi d’animazione. La risoluzione 1080p a 60fps garantisce un’ottimo comparto tecnico anche se, in alcuni sporadici casi, abbiamo notato qualche rallentamento, ma nulla che possa inficiare l’esperienza finale.

Tanto di cappello al comparto audio, oltre agli effetti sonori di pregevole fattura, la colonna sonora presente in Ori and the Blind Forest è qualcosa di sublime, che si sposa alla perfezione con le svariate situazioni di gioco, donando alla produzione Moon Studios un’atmosfera che raramente si trova in titoli indie.

Commento finale

Ori and the Blind Forest è un must have per tutti gli amanti del genere platform. Una produzione di altissimo livello che dimostra quanto possa valere il talento di pochi sviluppatori a fronte di certi titoli blasonati tripla A. Con un rapporto qualità / prezzo eccezionale, Ori and the Blind Forest è un gioco che non dovrebbe mancare nella collezione di nessun videogiocatore.

Non esente da difetti, sia chiaro, il primo dei quali è il sistema di combattimento semplificato che toglie gusto anche nelle poche Boss Fight presenti, un sistema di salvataggio per nulla user friendly, ma molta, moltissima carne al fuoco rendono questo metroidvania un piccolo capolavoro che potrete scaricare dallo store Xbox per soli 19,99 €.

Fate presto, la foresta di Nibel ha bisogno di voi!

Pro Contro
– Una gioia per gli occhi e per l’udito
– Vaste aree di gioco da esplorare e molti segreti
– Rapporto qualità / prezzo eccellente
– Difficoltà elevata
– A tratti può rivelarsi frustrante
– Combat System troppo semplificato
Voto Globale: 88

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