Recensione Perception

Cosa si nasconde nell’oscurità?

Perception è un’avventura horror sviluppata da un team composto in parte da persone che hanno lavorato a titoli del calibro di BioShock e Dead Space. Si vestono i panni di Cassie, una giovane ragazza non vedente che per esplorare il mondo circostante si affida esclusivamente al proprio udito. Il titolo è stato sviluppato da The Deep End Games e ci porterà ad esplorare un’inquietante casa infestata dai fantasmi in cerca di risposte, affrontando insidie e risolvendo enigmi di varia natura.

Dal trailer pubblicato qualche mese fa, c’erano tutte le premesse affinché Perception mantenesse tutte le aspettative. In parte le idee proposte dallo sviluppatore hanno un loro perché e ragion d’essere, dall’altro purtroppo il titolo non riesce ad emergere e a farsi apprezzare così come ci saremmo aspettati.

The woman without fear

Come detto in apertura della recensione, la protagonista di nome Cassie, è una ragazza cieca in grado però di sfruttare la sua grande astuzia, intelligenza e un dispositivo, simile ad un iPhone, grazie al quale può utilizzare diverse applicazioni che la aiutano a muoversi più che agevolmente. Inoltre grazie ad un udito finissimo, proprio come l’uomo senza paura Daredevil, riesce a ricostruire un’immagine attraverso i suoni e i rumori. Ci ritroveremo sin da subito dinanzi ad una spettrale magione, nel bel mezzo di un rigido inverno nei pressi della cittadina di Gloucester. Dopo una breve telefonata che cerca di distoglierci dall’entrare da soli nella casa, la coraggiosa Cassie decide di entrare per scoprire quali sono i misteri che si nascondono e soprattutto capire perché ha delle spaventose visioni che sembrano provenire da un suo remoto e doloroso passato.

Un’oscura ed inquietante presenza ha in qualche modo condizionato la vita non soltanto di Cassie ma anche delle persone che abitavano nella villa di Echo Buff. La giovane protagonista vuole risposte al perché sembra essere collegata a doppio filo con le tragedie e i misteri che si sono verificati in quei luoghi. Inizialmente sembra non esserci un vero filo conduttore, ma esplorando le stanze e analizzando i vari oggetti che si evidenzieranno dinanzi a noi, sarà possibile ricostruire gli eventi e ottenere una risposta. Tutti gli avvenimenti ci verranno raccontati attraverso audio log sparsi per la villa, i quali ci aiuteranno a spostarci a tentoni nell’oscurità della casa che cambierà configurazione; attraversando il tempo e situazioni differenti  si giungerà ad un epilogo finale davvero inaspettato. Manco a dirlo, c’è un’oscura presenza che aleggia su di noi, che cercherà di impedirci di arrivare alle risposte tanto desiderate, comparendo in un batter d’occhio attirata dal troppo rumore.

Ad indicarci la presenza ci penserà lo schermo, il quale si colorerà di giallo quando la presenza ci avrà percepito e diventando rosso sangue quando è nelle nostre immediate vicinanze. In questo caso, l’unica soluzione è nascondersi in enormi ceste sparse per la casa, quadri, letti ecc. Non avremo modo di difenderci, ma la poca scaltrezza e intelligenza del nemico giocherà a nostro favore il più delle volte, portandoci talvolta anche a sfuggirle per un nonnulla. In alcune occasioni però non avremo modo di affidarci alle fonti sonore per orientarci nelle oscure stanze della magione e per ovviare al problema, Cassie, potrà avvalersi di un comodo bastone che battuto sul pavimento ci fornirà di ritorno l’immagine degli ambienti circostanti. Il bello di Perception sta nel fatto che noi joypad alla mano vedremo con i nostri occhi tante cose che la protagonista per forza di cose non potrà vedere, ad esempio oggetti che si muovono improvvisamente. 

Tutte le nostre azioni saranno praticamente accompagnate per aiutarci al meglio a raggiungere l’obiettivo prefissato. Oltre alle capacità di Cassie, a volte un tantino estreme, tipo il poter correre tranquillamente senza colpire alcun ostacolo, a nostro supporto potremo contare su svariate funzioni presenti nello smartphone. Fra queste risultano essere piuttosto funzionali, la funzione che ci legge i testi e un’altra che mettendoci in contatto con un operatore ci fornirà la descrizione della foto che gli inviamo. Diciamo che non sarà mai particolarmente complicato indagare e capire come risolvere un particolare enigma o una determinata situazione. La libertà con cui effettuiamo le nostre azioni è piuttosto striminzita, in quanto l’intera vicenda segue un filone ben preciso. Non avremo particolari problemi nell’avanzare nell’avventura, basterà un po’ di calma e di sangue freddo. Il tutto si movimenterà maggiormente verso i capitoli finali dell’esperienza, grazie ad una maggiore azione e una maggiore comprensione degli eventi che si sono verificati nella villa. È un peccato che i primi capitoli risultino essere leggermente sottotono e a tratti piatti rispetto a quelli finali e all’epilogo conclusione altrimenti Perception si sarebbe rivelato essere una piccola perla.

In conclusione, parlando dal punto di vista tecnico, il gioco non si comporta proprio benissimo, ad una intro piuttosto accattivante, fra una fitta nevicata che si sta abbattendo all’esterno della villa, porte che sbattono, rumori e scricchiolii, cambiamenti repentini nella configurazione della casa che ci porteranno a trovare una strada alternativa, si contrappone una scarsa cura nei dettagli e diversi bug davvero fastidiosissimi. Capitolo dopo capitolo, tali difetti saranno sempre più evidenti e la mediocrità del motore grafico si paleserà inevitabilmente. Di buona qualità invece risulta essere il comparto audio, non tanto per le musiche, che il più delle volte resteranno confinate nello smartphone di Cassie, ma per gli effetti e i rumori che ci daranno quel senso di suspense tipico di un titolo del genere.

Il doppiaggio inglese è stato curato finemente, quindi se volete godervi appieno l’avventura e non avete problemi con la lingua inglese, vi consigliamo di disattivare i sottotitoli anche perché è capitato il più delle volte di trovare una sovrapposizione fra testo inglese e quello italiano un po’ fastidiosa.

Commento finale:

Sebbene le premesse ci avessero fatto ben sperare, Perception non riesce ad eccellere quasi in nulla. Ad una buonissima trama, ben raccontata e strutturata, che riesce a far raggiungere la sufficienza al titolo, si contrappone un gameplay a tratti raffazzonato che non riesce a farci immedesimare al meglio nei panni della povera ma coraggiosa e carismatica Cassie. Il titolo finisce per forza di cose ad essere inconsistente. Non convincono gli enigmi ambientali, fin troppo facili da portare a compimenti e l’esplorazione lineare e tratti davvero tediosa. Spiace molto, perché l’idea di base c’era ma è rimasta praticamente incompiuta.

 

 

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Riccardo Amalfitano
Riccardo Amalfitano
Videogiocatore sin dalla "tenera" età, amante anche di manga, cinema e serie TV. Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente!

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