Recensione Piranha 3DD

Midnight Factory, ep.1: tette, enormi pesci e… David Hasselhoff!!!

C’è dell’assurdo a questo mondo. Che Dio lo benedica. L’assurdo, non il mondo. A battezzare il globo con un bel po’ di cattivo gusto rosso sangue ci pensa già lo splatter.
E ben vengano entrambe, l’imprevedibilità del cattivo gusto e la poesia anticonvenzionale delle vette splatter.
Koch Media sembra concordare con chi scrive e, non a caso probabilmente, per la prima uscita della sua collana Midnight Factory ha scelto di presentare al proprio pubblico, una lussuosa edizione Home Video di Piranha 3DD.
Già, l’abbinamento di lussuoso e piranhas vira immediatamente il discorso verso l’assurdo, anzi nel caso di Piranha 3DD, verso il paradosso, quello al cubo.
Per questo tutto quello che seguirete a leggere d’ora in poi non sarà altro che un’accozzaglia di riferimenti, personaggi e situazioni ai limiti del parossismo. Probabile, dunque, che molti critici della rete, inclini a prendersi tremendamente sul serio, storceranno il naso di fronte ad un tale scempio.  Piranha 3DD, come molti altri film del genere gore, bersaglio facile da abbattere per tanti gladiatori della penna virtuale all’ultimo stadio di tolleranza, offre, a ben pensarci, uno spunto iniziale di riflessione che diventa fondamentale in un luogo, quello dello web, fatto di piccole realtà, che non esistono in pratica nella realtà, quella vera, ma tengono comunque moltissimo a mostrare il proprio impegnato attivismo prendendo come riferimento un film privo di ogni pretesa di serietà come quello distribuito da Koch Media.

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Fuori dalla scena!

Giustissimo allora dare inizio al tutto, nel modo più inflazionato possibile, punto di partenza imprescindibile di ogni elucubrazione del critico moderno: una bella citazione!
In difesa di Piranha 3DD e della categoria da esso rappresentata, nulla di più assurdo che tirare in ballo le parole di Anton Ego, non solo personaggio di finzione, ma facente parte anche di un prodotto Pixar, Ratatouille, il quale non ha nulla in comune con ciò di cui stiamo trattando e quindi non può non fare al caso nostro.
Citando le parole del grande critico, ma variandone il punto di arrivo possiamo in effetti facilmente sostenere che “per molti versi la professione del critico è facile: rischiamo molto poco, pur approfittando del grande potere che abbiamo su coloro che sottopongono il proprio lavoro al nostro giudizio; prosperiamo grazie alle recensioni negative, che sono uno spasso da scrivere e da leggere. Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l’opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale. Ma ci sono occasioni in cui un critico qualcosa rischia davvero. Ad esempio, nello scoprire e difendere…”  l’osceno.
Tutto questo sproloquio per dirvi che i mega Piranhas preistorici sono tornati, gente! Certo, e questo va subito sottolineato, non sono così in forma come nel primo film che li ha visti protagonisti, ma vi sapranno regalare nuovamente, tra sbudellamenti e scene al limite del non-sense, quella sana dose di umorismo misto a lieve tensione che il primo film diretto da Alexander Aja era riuscito a fornire in maniera tremendamente efficace.
Piranha 3DD non è un film definibile in un genere preciso, non brama un palco specifico, preferisce sguazzare, è il caso di dirlo, tra il sangue ed il sesso, il raccapriccio e l’inevitabile risata. Non ha, e sarebbe difficile dire il contrario, velleità di impegno sociale, ma non perché non riesce in qualche particolare intento fissato a monte, ma semplicemente perché non vuole averla. Tutto qui. Tra situazioni alla Porky’s e scene di sanguinamento a fiumi, non cercate, dunque, un barlume di eco-critica mal riuscita, perché non avrebbe senso.
Il senso di Piranha DD è lì dove il critico serioso non potrà mai trovarlo: tra le tette e gli affamati carnivori preistorici che cercano di infilarsi tra loro. Corpi sexy da distruggere, non serve mica altro.

Nessuno vi farà bagnare come noi

I piranhas del Lago Vittoria sono tornati quindi, pronti a far stragi di bagnanti. Cosa c’entrano le tette? Quelle c’entrano sempre, ma in realtà stavolta il motivo reale risiederà nell’apertura di un parco acquatico a tema, il “Big Wet”, il cui entusiasmante motto sarà “Nessuno vi farà bagnare come noi”. In effetti il suo fondatore ha avuto la brillante idea di assoldare un gruppo di spogliarelliste per svolgere il lavoro di bagnino, ognuna munita di regolare brevetto. Siamo qui a parlare di cose serie, cosa credete. Gira voce che qualcuna sia anche laureata, ma non è che siamo stati troppo lì a fare i pignoli dopo aver preso visione delle numerose scene di nudo presenti nel film, spesso e volentieri inserite senza seguire un minimo filo logico. Al diavolo anche la logica, in Piranha 3DD le belle figliole sono una delle colonne portanti, non si può certo negar loro qualche comparsata in più.
Fin qui la vita scorre meravigliosa anche per lo stereotipato gruppo di teenager amici della figliastra del proprietario i quali, tra tentativi di perdita della verginità e rapporti sessuali improvvisati con i tubi delle condutture delle varie piscine, non hanno la minima idea del pericolo che sta per giungere proprio da quei goduriosi condotti.
L’ingegnoso patrigno, la cui unica colpa sarà quella di aver voluto ottenere il massimo del profitto dalla sua geniale idea imprenditoriale, per risparmiare le spese derivanti dal riempimento delle vasche ha ben pensato, con la complicità dello sceriffo cittadino, di attingere l’acqua necessaria direttamente da un pozzo sotterraneo collegato, indovinate un po’, con il Lago Vittoria. Ecco dunque entrare in scena gli eroi del film, gli enormi piranhas, pronti a fare da spalla a quella ricerca del demenziale perseguita  dal nuovo regista, John Gulager, noto ai più per la trilogia dei Feast, la quale tra nani messicani e donne poppute, celebrava le enormi carneficine compiute pedissequamente da gruppi di strane mostruosità. Ecco così che gli elementi principali del film si mescolano con sapienza al fine di creare uno spettacolo anticonvenzionale, ma soprattutto molto scorretto, anche se, e questo il buon John ce lo conceda, privo della stessa puntualità di interventi e della stessa sapienza registica del primo episodio. Dal canto loro i Piranhas sembrano divertirsi, e come non potrebbero in effetti, divenendo i protagonisti di situazioni che corrono sul labile confine tra il raccapriccio e la pura demenzialità. Potremmo riportarvene numerosi esempi , ma ci limiteremo a segnalarvene uno sufficiente a farvi comprendere da solo l’essenza di tale poesia.  Durante la messa in atto di un rapporto improvvisato tra due baldi adolescenti, un piranha troverà soddisfacente infilarsi nell’organo sessuale dell’allegra giovincella per poi rimanere attaccato al membro del ragazzo proprio durante l’amplesso, costringendo lo sciupafemmine di turno ad un gesto estremo. Immaginate quale potrebbe essere.
Potremmo star qui a millantare per ore di quanto questa scena potrebbe in realtà rappresentare da parte della Dimension Film, un po’ come accadeva ad esempio per la simbologia sessuale celata dagli slasher de Il demone sotto la pelle di Cronenberg,  il tentativo di dar vita ad un horror nel quale il pericolo avrebbe a che fare con gli orizzonti inesplorati della sessualità, all’interno dei quali i corpi si tributano solo come materia da distruggere macabramente, non senza un certo piacere voyeuristico da parte di noi guardoni. Potremmo, ma non lo faremo. Ci sono già abbastanza assurdità nel film e nel succitato paragone con Cronenberg, non esageriamo ora. Vi basti la visione di Piranha 3DD.

Il solito idiota dai capelli rossi

Se non foste ancora convinti dell’acquisto, comprendente tra l’altro anche numerose scene censurate ed altri succulenti extra, il tutto custodito all’interno di un raffinato steelbook, non potrete tirarvi indietro dopo aver scoperto quali guest star vi attendono nel nuovo film di Gulager.
C’è, ad esempio, David Hasselhoff, nella parte di sé stesso, un cameo a metà tra il tributo ed il sacrificio, visto che il celebre attore di Baywatch,  sembra aver compreso lo spirito del film proponendosi come una caricatura che non esita a prendersi per i fondelli  da sola in totale autonomia. Stessa abbronzatura, stesse meches, trent’anni in più ed una smaniosa voglia di ripetere di continuo “ il solito idiota dai capelli rossi” mentre sfoggia orgoglioso la sua ramata capigliatura di fronte alle folle di fan sbizzarrite che gli chiedono autografi. Non preoccupatevi, quando la tensione si farà sentire, non mancherà nemmeno la classica corsa al rallentatore sulle note del motivetto tipico della storica serie. Qui si toccano le vette della metacinematograficità, non si  scherza mica. Siete avvisati.
Non solo riesumati bagnini, signore e signori. Tornerà in grade spolvero, nei panni dello scienziato già presente nel primo episodio,  Christopher Lloyd, che non tarderà a mostrare la sua grande classe di attore nemmeno quando farà a gara di views con il video del bambino che fa la cacca su Youtube.
Altro grande ritorno quello di Ving Rhames. L’omaccione, che nel primo film aveva perso le gambe lottando con i terribili piranhas, si ritroverà per caso al Big Wet per continuare la sua riabilitazione all’interno di una piscina per bambini. Non poteva scegliere momento più giusto, visto che questo gli consentirà di utilizzare le sue nuove protesi-fucile nel migliore dei modi, tributando se vogliamo il celebre Planet Terror. Tamarro, quanto basta, pur nello scherzare ferocemente con una menomazione fisica.

Lo scempio volontario perpetrato dal film, come potrete ben comprendere da soli, sarà inarrestabile su tutti i fronti. Piranha 3DD rappresenta di sicuro un buon punto di partenza per Midnight Factory, nell’ottica di Koch Media di voler dar vita ad una collana horror, la quale tra film inediti, grandi classici e perle del bizzarro come questa, sembra voler garantire al pubblico un’esperienza totalmente nuova.

Speriamo che vi siate divertiti nel leggere tante assurdità. Al prossimo episodio gente. Nel frattempo gustatevi qualche tetta condita con Piranhas.
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