Recensione Skullcandy Hesh 3 Wireless

In prova le HESH 3 Wireless, le cuffie che segnano un punto di svolta nel marketing di Skullcandy e nella signature  delle sue cuffie

C’è un momento nella vita di ognuno di noi in cui si raggiunge la consapevolezza di essere diventati grandi. Cambiano i gusti, le abitudini, il modo di vestire, l’idea che abbiamo del mondo. Ci appassioniamo a cose che non avremmo mai pensato di amare e d’improvviso quelle che ritenevamo l’unica ragione di vita, diventano superflue. Accade spesso,  ma non sempre, anche con alcuni brand che maturano, cambiano il loro target e la loro immagine, un po’ per intercettare i gusti dell’utenza e le mode che cambiano continuamente, un po’ perché, come noi, crescono.

Chi vi scrive ha avuto la fortuna di provare per lavoro o per gusto personale, la gran parte dei prodotti Skullcandy, sin dal suo arrivo sul mercato europeo: Smokin’ Buds, Hesh, Hesh 2, Grind, Crusher. Rileggendo le recensioni scritte, mi sono accorto di un fil rouge che le accomuna: la crescita progressiva della maturità del marchio, nello stile certo, ma anche e soprattutto nella qualità sonora. Le Hesh Wireless 3 in prova rappresentano probabilmente la fine di un percorso e l’inizio della maturità per Skullcandy, che in queste cuffie ha racchiuso quanto di meglio la compagnia sia in grado di offrire dal punto di vista della qualità audio, in un design maturo e sobrio che rappresenta la summa dell’evoluzione stilistica del marchio.

Unboxing e design.

Il packaging delle Skullcandy Hesh 3 wireless è piuttosto sobrio, dominato dal colore nero e dai loghi Skullcandy in bianco, ma soprattutto da una grande immagine delle cuffie. L’apertura a libro scopre un blister in plastica nera che contiene e protegge le cuffie. Al centro, una piccola scatolina con l’emblematico teschio di Skullcandy contiene gli accessori, un cavo jack da 3,5 mm di circa un 1m di lunghezza e un cavo USB per la ricarica, oltre ad un foglietto illustrativo per la garanzia. Niente di esaltante insomma e forse è il momento per la compagnia di cominciare a inserire una borsa, anche in tela, per il trasporto dei suoi prodotti, similmente a quanto già fanno altri produttori.

L’archetto ha una stuttura portante in alluminio e una cover in plastica nera leggera, ma dall’aspetto decisamente resistente. La finigura dei padiglioni ha una colorazione opaca e leggermente gommata che dona al dispositivo una piacevole sensazione al tatto.                        

Quanto alle dimensioni, Skullcandy è riuscita a mantenere le dimensioni delle cuffie su di un “footprint” quasi quadrato di cica 17x15cm. Da chiuse, invece,  nonostante i due driver da 40mm, l’ingombro non supera gli 11 cm, in pratica le stesse dimensioni delle Jabra Revo Wireless (vedi gallery in calce), che però sono cuffie sovraurali, che si poggiano cioè sull’orecchio e non lo contengono.

Particolarmente interessante è il dato del peso: circa 200g per una cuffia wireless sono davvero pochi. Per continuare con il paragone, le Jabra Revo pesano 250g mentre le Crusher Wireless addirittura 650g.

I padiglioni, come dicevamo prima, similmente a quelli delle Crusher wireless hanno una forma ovale e sono rivestiti da un abbondante strato di memory foam (circa 1.5cm), che ricopre anche la parte centrale dell’archetto superiore, ma con uno spessore più contenuto di circa mezzo centimetro. La struttura delle cuffie permette non soltanto di ripiegarle all’interno dell’archetto, favorendone il trasporto, ma anche di ruotare i padiglioni di 90° e di poggiarli sulle spalle quando non in uso. Probabilmente però il verso di rotazione inusuale, in senso orario, non è tra i più comodi e avremmo di certo preferito un sistema più tradizionale con rotazione in senso anti orario.

Tutti i comandi, infine, sono posti nella parte inferiore del padiglione destro ed in particolare: il tasto “+” e “-” per skippare la traccia o aumentare e abbassare il volume,  il tasto centrale per le funzioni play/pause e per la risposta alla chiamata e il tasto di accensione e pairing. Sempre sul padiglione destro sono posti l’ingresso per il cavo jack da 3,5mm che ne permette l’utilizzo in modalità passiva – particolarmente  utile quando si è a corto di batteria – e l’ingresso micro usb per la ricarica.

Comfort, isolamento e durata della batteria.

Le Hesh 3 Wireless forniscono un comfort particolarmente elevato anche dopo diverse ore di ascolto, grazie alla generosa imbottitura in memory foam e alla struttura incredibilmente leggera. Rispetto alle Crusher, tuttavia, le cuffie vestono decisamente “più strette”: l’archetto esercita una pressione decisamente maggiore sulle tempie e lo spazio per le orecchie tra i cuscinetti di memory foam è più limitato (4cm) creando qualche fastidio in più soprattutto a chi indossa gli occhiali. La buona rigidità strutturale e la particolare conformazione “skinny” dei padiglioni hanno però un enorme vantaggio: l’isolamento acustico. Le Hesh 3 Wireless sono probabilmente tra le cuffie chiuse con il maggiore isolamento in questa fascia di prezzo. Una volta avviata la riproduzione sembra quasi di entrare in una sala di incisione e l’unico suono udibile diventa quello proveniente dalla vostra sorgente. Si tratta sicuramente un enorme vantaggio per una cuffia “portatile”, soprattutto se le si utilizza in luoghi affollati e rumorosi, ad esempio in treno, o si vuole semplicemente evitare di infastidire chi sta a fianco.

La connettività è un altro dei punti di forza delle Skullcandy Hesh 3. Una volta premuto il pulsante di pairing, il processo viene completato in appena un paio di secondi e la connessione è granitica, senza alcuna perdita di qualità, fino ad oltre 20 metri, anche tra una stanza e l’altra. In questo senso sembra quasi di trovarsi di fronte ad un headset wireless radio, piuttosto che a cuffie BT.

La durata della batteria permette una riproduzione continua fino a circa 22 ore, mentre bastano appena 10 minuti per garantirvi ulteriori 4 ore di riproduzione a volume medio, grazie alla funzionalità rapid charge, simile a quella degli smartphone di ultima generazione.

La prova d’ascolto: l’headset della maturità

E’ sul piano della qualità audio però che le cuffie Skulcandy Hesh 3 ci hanno sorpreso, regalandoci quella sensazione di maturità di cui parlavamo in apertura. Il nostro test si è svolto come al solito utilizzando musica di diversa qualità, in formato FLAC, Mp3, audio streaming e con generi piuttosto diversi l’uno dall’altro: Rock, Pop, R&B, Classica.

Le Hesh 3 wireless offrono un suono nettamente più aperto rispetto alle Crusher wireless, con una netta dominanza delle tonalità più alte della gamma sonora. La particolare voce di Thom Yorke, frontman dei Radiohead, le distorsioni elettriche e gli echi della sua chitarra, ma soprattutto il tintinnio del charlestone Zildjian della batteria in “Creep“, prendono vita, offrendosi in una riproduzione realistica e pungente già ad un volume non troppo elevato. A volumi moderati, i bassi di “Heard ‘Em Say” della coppia Kanye West & Adam Levine appaiono già incredibilmente definiti e presenti, per diventare decisamente coinvolgenti ai volumi di ascolto più elevati. La resa acustica resta sempre fedele senza lasciarsi andare a code incontrollate, sbavature o distorsioni. E’ però l’ascolto di “Mama, you been on mind“, nella cover del compianto Jeff Buckley di un pezzo di Bob Dylan e di “Satisfied Mind” che ci convince definitivamente di una cosa: dal punto di vista audio le Hesh 3 Wireless sono probabilmente le cuffie più equilibrate prodotte sino ad ora da Skullcandy. L’incredibile voce di Jeff ci regala un brivido che avevamo provato soltanto con nostra signora delle cuffie “Sennheiser HD600”, una cuffia molto, molto diversa per concezione (è una cuffia aperta) e prezzo (le Hesh 3 Wireless costano circa 129 euro su Amazon). Sia chiaro, il confronto non è neanche lontanamente possibile, eppure la resa delle Hesh 3 Wireless con alcuni pezzi è sorprendentemente molto vicina a quella di cuffie dal sangue blu. Manca probabilmente un po’ di corposità alla gamma media e, a voler essere pignoli, si avverte qualche vuoto al confine con la gamma alta dello spettro sonoro, dovuto probabilmente ad una equalizazzione che ha favorito la cristallinità degli alti, ma dal punto di vista musicale queste Hesh 3 Wireless non deludono sicuramente le aspettative.

Anche la parte microfonica non è per nulla male. Il microfono integrato sul padiglione destro svolge al meglio il suo compito, garantendo una buona chiarezza delle conversazioni telefoniche e una buona selettività dell’audio che impedisce di catturare rumori esterni indesiderati.

Commento finale

Le Skullcandy Hesh 3 Wireless sono un prodotto maturo, con una resa sonora bilanciata, molto diversa da quella di altre cuffie consumer nella stessa fascia di prezzo, e forse sono indirizzate ad un pubblico che ha superato la fase dell’adolescenza e cerca sonorità “adulte”.
Le Hesh 3 Wireless offrono, quando serve, un punch deciso e coinvolgente nella gamma bassa e danno il meglio di sé nella gamma media e alta, offrendoci una resa sonora molto più vicina a cuffie con una “signature” decisamente più aristocratica. L’autonomia di 22 ore e un sistema BT incredibilmente efficace le rendono cuffie adatte sicuramente in mobilità, ma non commettete l’errore di sottovalutarle: le Skullcandy Hesh 3 Wireless vi stupiranno soprattutto per la loro musicalità

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Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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