Il tempo s’è fermato
Quello che accomuna i tre titoli, oltre ad essere riproduzioni fedeli delle loro controparti appartenenti allo scorso millenio, è la difficoltà degli scontri con i boss di fine gioco: scorretti, bastardi e maledettamente difficili. Più e più volte vedrete la vostra barra d’energia prosciugarsi in men che non si dica a causa di veri e propri “imbrogli” che erano presenti anche nelle versioni da sala. Quello che invece differenzia i tre giochi presenti è la varietà e le introduzioni che vanno ad affinare un gameplay ormai penetrato nel cuore di molti giocatori di vecchia data.
Partendo dalle Fatality e dall’impopolare tasto per la parata di Mortal Kombat si passa all’introduzione delle pit Fatality, Babality di Mortal Kombat 2, alla possibilità di eseguire combo, di correre o esibirsi in Animality in Ultimate Mortal Kombat 3. Sotto questo punto di vista, ci troviamo di fronte ad una conversione “Arcade Perfect”.