Si spegne una delle voci R&B più belle di sempre!
Whitney Elizabeth Houston aveva un sogno: portare gioia e divertimento con il calore della sua voce. Lo aveva scoperto alla tenera età di 9 anni era già una componente del coro della sua chiesa e dove incantò tutti due anni dopo da solista.
Fu quella bella performance a permetterle di farsi notare e ad entrare come voce di sostegno nel singolo Life’s Party della Michalel’s Zager Band. L’allora produttore Zager le offri un contratto da cantante ma il padre le impose prima di finire la scuola. Così la giovane Whitney, continuò a coltivare il suo sogno, frequentando locali notturni nei quali si esibiva di tanto in tanto per sostituire la madre. Anche qui la sua voce non poteva rimanere confusa tra le altre. La si distingueva bene, molto bene, e se ne accorse Paul Jabara, noto produttore discografico. Ma anche questa volta i genitori imposero alla figlia di terminare gli studi. Preso il Diploma, Whitney non attese molto prima di firmare il suo primo contratto discografico per la Tara Production. Paul le permise di incidere la sua voce in un suo disco di Paul Jabara and Friends, come solista, nel singolo Eternal Love.
{hwdvideoshare}id=3714|width=640|height=480{/hwdvideoshare}
La sua notorietà cresceva. Whitney veniva invitata a posare per Vogue, e altri scatti fotografici, ma intanto le sue canzoni, quelle che sentiva dentro, non riuscivano ad emergere. Fu così che nel 1985 la Arista Records le offre l’opportunità della vita, e Whitney non se la lascia sfuggire. Incide il suo primo album omonimo. Parte un pò in sordina ma l’anno dopo è in testa alle classifiche. La gente americana l’adora e non passa molto tempo che anche oltre oceano la sua voce scalda gli animi e il cuore; il suo successo si impone in modo incredibile. Tre singoli, tra cui l’immortale Greatest Love for All, scalano le vette della classifica e, con una apparizione indimenticabile al Grammy Awards, la incoronano la nuova regina del rhythm & blues e pop.
{hwdvideoshare}id=3715|width=640|height=480{/hwdvideoshare}
Il successo è proseguito poi con una serie di altri album, tra cui Whitney nel ’87 interpretazioni cinematografiche come attrice in Guardia del Corpo (Bodyguard) al fianco di Kevin Kostner e in Donne (Waiting to Exhale) insieme a Denzel Washington.
La sua vita privata purtroppo è segnata da varie vicissitudini: prima il matrimonio con Bobby Brown termina in modo indecoroso, con lei che lo accusa di averla picchiata e lui che risponde additandole l’appellativo di alcolizzata, poi problemi con la droga che la tengono lontana dal palcoscenico. Il suo ritorno in grande stile avviene nel 2000, puntando all’album Greatest Hits nel quale include duetti con George Michael e Enrique Inglesias, che vende oltre 8 milioni di copie in poco tempo e viene consacrato tra i 20 album più venduti di sempre. Seguono album in collaborazione con altri artisti, uno natalizio, e uno addirittura dove fa esordire la figlia in duetto. Riceve altri premi, Grammy e Bet Honours, che la tengono sempre in testa alle classifiche di gradimento per essere una delle artiste più amate.
Ma nel 2007 le cose non vanno bene. Per problemi familiari, Whitney deve abbandonare nuovamente la scena. Bisogna attendere il 2009 con il suo settimo album, I Look to You, che diventa subito venduto in tutto il mondo e primo nella FMI, la classifica italiana, con il premio di disco d’oro ricevuto in diretta durante la trasmissione X-Factor da una emozionatissima Simona Ventura e da Francesco Facchinetti con la canzone Million Dollar Bill.
{hwdvideoshare}id=3716|width=640|height=480{/hwdvideoshare}
Il suo giro di presenze tra premi e onorificenze continua, Whitney è sempre più la regina della musica. Ma anche stavolta qualcosa non va. Alcune date di concerti vengono posticipate, altre annullate. C’è chi, del suo entourage, giura di averla vista in preda a crisi d’alcool. Una brutta storia. Grazie ad una linea di profumi, ritorna alla ribalta, ma è solo per poco. Il suo periodo di luce è costantemente macchiato da piccole episodi infelici.
La notizia di ieri notte, che è stata trovata senza vita nel suo appartamento del quarto piano al Beverly Hilton Hotel, è solo un brutto epilogo di una artista nata per brillare nel panorama musicale, e da oggi in cielo. Una stella della musica a cui è stato dato il dono di una voce unica e inconfodibile, amata da tutti, capace come pochi di far nascere quell’ardore che ti prende dentro e ti permette di toccare il cielo. Ha vinto ben due Emmy Awards, sei Grammy Awards, 30 Billboard Music Awards, 22 American Music Awards durante la sua carriera.
Addio Whitney. L’amore per la tua voce continuerà a farci compagnia fino a che arriverà la chiamata per il paradiso anche per noi, quel paradiso che indicavi col dito durante le tue esibizioni per ringraziare Dio per averti dato una voce celestiale.