Recensione Army Corps of Hell

army-corps-of-hell_thumbAl comando delle armate infernali.

Versione testata PlayStation Vita.

Un bel giorno, è stato sbattuto fuori dal suo trono il Re degli Inferi. E per di più lo hanno spogliato del suo corpo e dei suoi più grandi poteri. Ma come si sono permessi? Hanno deciso di farlo incazzare. E così il Re degli Inferi raccgolie i goblins e crea la sua armata infernale, Army Corps of Hell.

Square Enix fa debuttare il titolo in esclusiva su PlayStation Vita, nel giorno del lancio della console.

Ma cosa ci attende davvero nei panni del Re degli Inferi per riconquistare il trono e i pieni poteri ?

Continuate a leggere la nostra recensione per scoprirlo.

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Io ho i pieni poteri

Essere il grande e potente regnante dell’Inferno non capita tutti i giorni. L’introduzione, accompagnata da musica metal pesante e realizzata in stile fumetto, rende già l’idea di quello che attende il giocatore di lì a poco. I goblin, esseri minori e subdoli, diventano inevitabilmente il vostro esercito per uccidere tutti gli altri demoni e arrivare al vostro trono. Dopo una prima fase di personalizzazione del vostro alter ego a cui scegliere il nome, si passa alla pratica.

La scena di gioco è strutturata in blocchi. Ogni blocco è una ambientazione piatta, un piano su cui muoversi e dal quale compaiono i nemici di vario genere. Per poter passare al blocco successivo , bisogna terminare quello attuale in modo da creare un ponte di collegamento.

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Gli stick analogici servono per gestire i movimenti e la telecamera mentre con il pulsante dorsale destro si scagliano i goblin contro il nemico inquadrato. Questa azione si manifesta in modo davvero simpatico con le vocine quasi stridule degli esseri al vostro cospetto lanciati a mordere la vittima predestinata, in un banchetto degno dei migliori piranha. Ad ogni pasto compare una icona sul goblin a forma di cuoricino che sta a significare il suo modo di ringraziarvi.

Ogni goblin può essere ferito, visibile da una icona che ne raffigura il suo stato di salute. Per salvarlo da una morte certa, basta passargli vicino o sopra. Questa pratica è utile anche per riprendere quelli che vengono sballottati dal nemico verso altri punti della zona di gioco.

Le prime fasi tendono a far assomigliare il titolo ad un frenetico gioco d’azione arcade, ma basta proseguire ai livelli successivi per accorgersi della vera natura basata su strategia e azione. I nemici cominciano a diventare sempre più ostici ma soprattutto grandi, bestioni veri e propri.

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A venire incontro ci sono anche gli aiuti a video che invitano il giocatore a utilizzare anche altre funzionalità, come ad esempio lo spostamento rapido tramite la pressione del pulsante croce.

Il Re degli Inferi, dopo ogni combattimento finale, si congratula con la sua armata infernale e li premia con vari potenziamenti. Questi sono a vostra scelta, passando dal semplice aumento di potenza di un arma ad altre nuove, a tecniche di soppressione, e così via.

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Il tutto serve per lo scopo finale, ovvero rinascere nel vostro aspetto iniziale di Re degli Inferi e riprendere posto sul trono.

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Esiste anche una modalità Multigiocatore in modo da unirsi ad altri due amici per sconfiggere demoni in una serie di sfide nelle quali la sua caratteristica principale è resistere a ondate di demoni. Attenti però a non farvi le scarpe a vicenda uccidendo i goblin degli altri. Sareste proprio dei cattivoni.

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Il titolo offre parecchi spunti positivi. Il gameplay è immediato, frenetico e divertente. Gestire l’armata di goblin è un vero spasso e quando si arrivano a scoprire mosse nuove e speciali, il coinvolgimento sale alle stelle. Non mancano variazione al gameplay con fasi in cui ad esempio bisogna suonare. Graficamente si mostra con buone qualità in generale anche se un lavoro migliore di raffinamento sulla composizione delle texture e dei poligoni avrebbe reso il tutto ancora più spettacolare.

Il comparto audio è un orgia di suoni strazianti, vocine stridule e una base musicale totalmente metal che vorreste mettere sul vostro lettore mp3 per ascoltarla quando volete. L’assenza totale di un doppiaggio vocale, quasi inutile visto il titolo, poteva dare una spinta maggiore al voto finale.

La nota negativa arriva dopo una serie di lunghe missioni, scoprendo un uso spesso ripetitivo di scene di intermezzo riviste e modificate nel testo. Oppure nel ritorno di boss già affrontati in altri livelli. Peccato.



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