Recensione Trine 2


Mago, Cavaliere e Ladra!

Il comparto narrativo di Trine 2 è strettamente connesso al primo episodio, con esso condivide l’incipit e lo spessore ancora una volta esiguo. Da notare che nemmeno in questa occasione ci è dato conoscere il background dei tre eroi e quel poco che si riesce a capire ci illustra l’odissea coniugale di Amadeus (il mago) sposato con una moglie bisbetica, il quale continua a perseverare nello studio dell’incantesimo della sfera di fuoco.

La nuova avventura inizia quando il Trine (lo stesso artefatto magico della volta precedente) richiama i nostri eroi al loro destino, a loro il compito di scoprire l’origine di alcuni eventi inconsueti che minacciano l’intero regno. Il resto del plot narrativo si sviluppa senza risvolti inaspettati ne deviazioni improvvise, infatti l’aspetto narrativo di Trine 2 è semplice e riesce a conquistare e divertire il giocatore per la sua vivacità.

Rispetto a Trine, Trine 2 fa un grande passo avanti nella modellazione dei nemici. Se in Trine il campionario era monotono, in questo sequel sono presenti diverse specie di mostri (goblin, aracnidi, orchi, anfibi striscianti, serpenti enormi, demoni e molti altri ancora.) perfettamente realizzati e inseriti alla perfezione nel contesto del livello presentando un dettaglio notevolmente superiore così come le animazioni, sempre fluide e molto credibili.

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Deludenti sono le boss-fight, realizzate in maniera sufficiente ma come nel primo capitolo anche adesso non brillano per meccanica di gioco, con scontri poco impegnativi e tutti troppo simili tra loro risolvibili in una manciata di secondi.

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