Gameplay e Tecnica
Datura nasce come titolo giocabile con Move e come tale è giusto che sia questo il controller da utilizzare. Il pad infatti non è ottimizzato, quasi per niente, risultando quindi inadatto al gameplay con una risposta ai comandi non sempre corretta. Detto questo, il motion controller di PS3 risulta perfettamente integrato nel sistema di gioco. Grazie al solo e singolo Move, è possibile muoversi e effettuare azioni. Il tasto centrale Move serve per avanzare, il pulsante cerchio per indietreggiare, mentre con la croce si può ruotare la visuale. La mano (destra o sinistra, da scegliere all’inizio della partita), appare come unico strumento per interagire con l’ambiente circostante.
La sensazione che si avverte è che gli sviluppatori abbiano voluto lasciare al giocatore come una sorta di “tech demo”, nella quale fare esperienza con il Move, alternado fasi di esplorazione ad altre di soluzione di enigmi. La vibrazione a diversa intensità aiuta a capire se lo sfregamento della mano sull’oggetto inquadrato ci sta portando a compiere l’azione corretta. Lo scame di insetti che ci fluttua attorno è un altro segnale indicativo che quell’oggetto è utile allo scopo. Parte del gameplay è basato sulle scelte che determinano, oltre alla conquista di un Trofeo ovviamente, a decidere la strada che porterà al finale medesimo ma con un tragitto emotivo differente.
Seppure i movimenti siano perfettamente integrati per simulare la gestualità della mano, parte di essi viene quasi accompagnata dal gameplay, in pratica basta accennare il gesto per poivederlo compiere a schermo. Ciò non va certo a giovare nel giudizio del sistema di gioco. Un vero peccato. Solo le fasi esplorative e poche altre necessitano di una manualità totale.
Per aiutare anche chi potrebbe trovare difficoltà a orientarsi, basta accarezzare un albero di betulla per sentire come una specie di segnale dalla foresta, segnado così un punto su un foglio a cui viene disegnata una mappa del percorso.
Il comparto grafico non è nulla di eccezionale. La foresta è riprodotta in modo diciamo fotorealistico, apprezzabile molto sui televisori in 3D, mentre i poliponi dei personaggi, quei pochi che si incontrano, sono creati in modo appena sufficiente. Il suono è invece degno di nota. Ogni musica è azzeccata col momento che si vive e i suoni trasportano davvero all’interno di Datura. Non esiste alcun parlato.