Recensione Il Testamento di Sherlock Holmes


“Dovremmo consultare il nostro diario delle deduzioni…”

Durante le varie fasi di gioco ci troveremo ad impersonare non solo Sherlock Holmes, ma talvolta anche il dotto Watson. Questo sistema permette di seguire la trama in modo più fine, sollecitando il giocatore a cogliere aspetti sia dall’uno che dall’altro punto di vista. Parlando ancora di punti di vista, il gioco permetterà la libera scelta tra la telecamera in prima persona o in terza persona. Personalmente preferisco giocare in terza persona, ma mai come in questo caso consiglio vivamente la prima delle due scelte. Le animazioni igname infatti risultano davvero legnose.

Talvolta dopo aver analizzato un elemento dello scenario ci troveremo infatti con il personaggio bloccato per qualche secondo pria che questi abbia la possibilità di muoversi nuovamente… cosa davvero brutta da vedersi oltreché fastidiosa. Per quanto concerne invece il cuore vero e proprio del gameplay, dovremo come nelle più classiche avventure grafiche girovagare per lo scenario alla ricerca di indizi e prove.

Da questo punto di vista il titolo mette a disposizione enigmi per tutti i gusti. Alcuni risulteranno infatti abbastanza accessibili, altri invece molto ostici.

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C’è da dire però che il gioco permette di saltare un enigma qualora questo risultasse troppo difficile. Inoltre durante l’esplorazione dello scenario avremo modo di attivare “il sesto sento di Holmes” che ci permetterà di evidenziare i vari indizi ancora da analizzare. Si tratta comunque di un sistema riuscito a metà perché ci si trova spesso ad andare verso dettagli inutili e fuorvianti ai fini stessi dell’avanzamento di gioco. Proseguendo l’indagine, dopo aver analizzato tutto l’analizzabile, dovremo eseguire le nostre deduzioni. Eccoci forse ad un punto abbastanza frustante per i meno attenti. Il sistema delle deduzioni ci porterà a dover rispondere ad alcuni quesiti con risposta multipla, collegati tra loro. Questo quindi richiede l’attenzione del giocatore ai vari indizi trovati ma anche ai dialoghi avuti nel corso del gioco. Infatti le deduzioni dovranno combaciare ed “incastonarsi” perfettamente, pena l’impossibilità di superare il livello.

E’ anche vero che le avventure grafiche dovrebbe essere seguite a prescindere con una certa attenzione e che risolvere le varie sessioni di deduzioni e gli enigmi è estremamente soddisfacente. Come ultima cosa, ma non ultima per importanza, è la mancanza degli autosave. La cosa può risultare abbastanza scomoda. Il mio consiglio è quello di iniziare fin dal principio a salvare regolarmente ogni mezzora o ora di gioco così da evitare di perdere tutti i progressi fatti per uno sbalzo di corrente o magari per l’abitudine di spegnere la console dopo aver finito il livello. Comunque tale mancanza è segnalata dal gioco in avvio.

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