Recensione Army of TWO: The Devil’s Cartel


Frostbite morde solo a metà

Tecnicamente parlando, Army of Two: The Devil’s Cartel si avvale del motore grafico Frostbite 2.0 di Dice, ma non sempre quello che si vede a schermo sembra provenire da un engine di ultima generazione. L’impatto visivo è nel complesso piuttosto buono, con texture in alta definizione e animazioni dei protagonisti credibili. Purtroppo lo stesso non si può dire degli antagonisti, in quanto sembrano tutti usciti da una catena di montaggio, solo vestiti diversamente e dotati di animazioni legnose se paragonate a quelle di Alpha e Bravo. Gli effetti particellari non fanno certo gridare al miracolo, anche se le varie esplosioni sono piuttosto convincenti. L’illuminazione dell’ambiente di gioco è invece creata con cura, sia nelle zone aperte che negli interni. Un punto a favore del Frostbite 2.0 è la possibilità di poter distruggere quasi tutto ciò che ci circonda. Parte del divertimento deriva infatti dal vedere sbriciolare muri, far esplodere auto, barili o bombole di gas o varie suppellettili che adornano l’ambiente circostante. Non saremo in grado però di sventrare tutto ciò che ci circonda, e forse questo limite imposto al motore grafico è stato voluto.

Per quel che concerne l’aspetto sonoro, troviamo effetti sonori nella media, una colonna sonora piuttosto inconsistente e dei dialoghi a tratti imbecilli. Basti pensare che la maggior parte delle battute tra i due protagonisti vertono sulla madre e sulla sorella di questi ultimi. Nota dolente anche per la loro caratterizzazione: durante l’intero arco della campagna non verremo mai a conoscenza del motivo che ha portato Alpha e Bravo ad unirsi alla TWO e neppure quale sia il loro passato. Non ci aspettavamo certo una trama degna del Premio Pulitzer, ma almeno uno straccio di backgroud sì. Il doppiaggio in italiano non lascerà certo il segno, complice una recitazione piuttosto scialba e mai impegnata. Per quanto riguarda il multiplayer, il gioco offre la sola modalità coop online o locale, senza nemmeno avere introdotto la parte competitiva; sono difatti assenti deathmatch e simili. Davvero troppo poco per una produzione tripla A.

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