Jade Raymond, pensieri riguardo Playstation 4 e il futuro del Gaming

Jade_RaymondUbisoft fiduciosa ed entusiasta per la prossima console di casa Sony.

Tutti quelli che hanno giocato ad Assassin’s Creed (compreso me) e hanno passato ore intense armati di Joypad o mouse e tastiera, devono l’esperienza gaming entusiasmante ad una donna programmatrice di Montréal che si chiama Jade Raymond.

Affascinante, preparata, coraggiosa e molto pragmatica, Jade ha mostrato per anni gli artigli curando rispettivamente come produttrice e produttrice esecutiva dei primi due capitoli della saga Assassin’s Creed; per poi passare nel 2009 al timone di Ubisoft Toronto.

Negli ultimi giorni Jade si è mostrata positiva nel rispondere alle domande di curiosi e giornalisti del settore informatico riguardo le strategie di sviluppo che Ubisoft adotterà nei prossimi mesi, cruciali oseremmo dire, per il gaming Next-Gen.

Le parole della programmatrice sono state molto fiduciose nei confronti della Playstation 4 e l’atteggiamento più “friendly” di Sony che da mesi raccoglie feedback da parte dei programmatori, dimostrando di avere imparato la lezione impartita da un ciclo vitale di Playstation 3 non proprio glorioso, soprattutto dal punto di vista della programmazione. Playstation 4 è molto più vicina al mondo pc, e il porting dei titoli sarà non solo molto più veloce ma anche più facile.

Proseguendo con le domande poi Jade ha espresso quello che è il pensiero di tutti i suoi collaboratori, e cioè un po’ di spavento ma anche entusiasmo per il cambiamento che il mondo dei videogicohi sta subendo con l’entrata in gioco di smartphone e tablet sempre più potenti. Intere famiglie non hanno più tempo per sedersi comodamente e giocare per ore, quindi c’è la necessità di creare titoli in grado di integrarsi su più piattaforme, senza sacrificarne la qualità e dare l’idea di immergersi in un mondo che non richiede necessariamente un harem dove isolarsi per ore. Si parla di titoli in grado di essere mobile al 100%. La difficoltà sta tutta nel riuscire a creare giochi di qualità ma anche molto snelli e appunto, in grado di integrarsi a 360 sugli strumenti che il mondo hardware offre. Questo non vorrà dire che Ubisoft (ma così come anche le altre software house) dovrà ideare titoli per tutte le piattaforme esistenti, ma che il titolo Multiplatform sarà più difficile da programmare nel futuro perchè le differenze di programmazione tra le console si faranno evidenti ancora di più quando i tablet avranno praticamente la potenza di calcolo dei pc di qualche anno fa. Una storia verrà narrata su una determinata piattaforma solo se ritenuta idonea a raccontarla. Addio a porting strani e innaturali.

Integrazione con social network, periferiche esterne, storie avvincenti e divise in capitoli, questo sarà il fulcro di idee su cui si baseranno i progetti futuri di Ubisoft, che al momento è concentrata al 100% sulle fasi finali della realizzazione di Splinter Cell: Blacklist, che vedrà la luce a fine estate.

Infine, pensieri positivi riguardo il passaggio per sviluppatori e programmatori alla prossima generazione di console e hardware pc. Le console attuali non verranno accontonate così in fretta, permettendo un passaggio dolce e il giusto tempo al mercato per assorbire le nuove categorie di “merci”. Jade infine è sicura che in un futuro non molto lontano il diaframma che separa utenti e sviluppatori diverrà così sottile che saranno i primi stessi a influenzare lo sviluppo dei titoli, offrendo feedback e rompendo la torre di cristallo che i plubisher hanno creato per anni, spesso insordite dagli introiti e poi cadute nella trappola appunto perchè “fregate” dal modello business aggressivo.

Jade è lungimirante e molto diretta durante le sue dichiarazioni, avrà ragione anche questa volta? direi che non manca poi molto per scoprirlo.

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