Recensione Time & Eternity


“Questo matrimonio non s’ha da fare”

La storia di Time and Eternity ha inizio alla vigilia delle nozze della principessa del regno di Kamza con un cavaliere al servizio dello stesso regno (al quale saremo liberi di dare il nome che preferiamo; nel corso della recensione lo chiameremo Nate): i due si preparano al giorno più importante della loro vita nella loro nuova casa, chiaccherando piacevolmente con alcune amiche di Toki e in compagnia dell’animale domestico della ragazza, un draghetto di nome Drake.

Ma, proprio come per Renzo e Lucia, anche per la principessa Toki e il suo promesso sposo riuscire a celebrare il proprio matrimonio non sarà affatto un’impresa semplice. Il giorno successivo, infatti, proprio quando i due novelli sposi stanno per suggellare le loro promesse con il bacio di rito, un gruppo di ninja assale la chiesa e uccide Nate, che sacrifica la propria vita per salvare quella dell’amata.

Toki però non è una ragazza qualunque: nel suo corpo convivono due anime distinte e, in quanto reale di Kamza, possiede anche il potere di controllare il tempo. Così, prima che il suo fidanzato muoia, riesce a tornare indietro nel tempo decisa a salvare il proprio matrimonio.

Divenuta dominante (per il momento) l’anima bionda e spegiudicata di Toki, Towa, e con l’anima di Nate finita nel corpo afasico di Drake, i due (forse è meglio dire tre) iniziano a cercare indizi per scoprire e fermare i colpevoli dell’attacco.

La trama, che potrebbe sembrare complessa, in realtà risulta piuttosto scorrevole e senza troppo pathos, anche a causa della scelta (a nostro avviso deliberata, ma non sempre azzeccata) di alleggerire anche i momenti più profondi con gag più o meno simpatiche.

A fare da contorno alla storia principale, anche all’interno di essa, troviamo una lunga serie di clichè sul matrimonio, nonché moltissimi intermezzi dal sapore “ecchi”, i quali, se da una parte scoraggeranno molti giocatori con lunghi dialoghi da visual novel privi però di veri e propri contenuti, dall’altra faranno felici i fan del genere (soprattutto quelli dalla mente un po’ più maliziosa) che potranno immedesimarsi nelle fantasie del protagonista e attendere con impazienza di sfruttare i vantaggi dell’essere l’animale domestico di una bella ragazza, magari al momento della doccia.

Nel corso della narrazione non abbiamo notato vere e proprie incongruenze (quando ci sono, sono segnalate dallo stesso Nate/Drake in monologhi quasi metateatrali che evidenziano aspetti paradossali delle vicende da lui vissute); tuttavia la storia riesce solo raramente a coinvolgere emotivamente, boicottata dagli stessi autori che, tentando di mantenere la trama leggera e spensierata, spesso inseriscono battute ridicole e fuori luogo.

tokitowa



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