Ban e tabelle informative.
L’Australia applica una politica restriva su contenuti audiovisivi che trattano di materie delicate come: Droga, sesso e violenza.
Se la politica PEGI viene aggirata senza troppe difficoltà, i titoli “incriminati” che tentano di varcare il confine della terra dei canguri invece vengono pesantemente analizzati e classificati. Se un gioco non passa l’accurata fase di controllo non viene proprio messo in commercio. Per questo reperire titoli particolarmente ricchi di contenuti “a bollino rosso” diremmo noi, per canali legali è difficile.
Quindi Deep Silver un po’ infastidita sull’impossibilità di commercializzare il titolo allo stato attuale, ha spinto per lo sviluppo di una versione tagliata dei contenuti incriminati da sottoporre ai controlli; ma gli sviluppatori si sono mostrati in disaccordo perché il gioco perderebbe tutte le caratteristiche tipiche, diventando soltanto una versione annacquata di una saga che rischierebbe di beccare voti insoddisfacenti da riviste autorizzate, perché appunto risulterebbe innaturale.
La burocrazia Australiana non ha ceduto questa volta, così come nei confronti di Rockstar Games per Bully e Manhunt tempo orsono. Vi terremo informati sullo sviluppo della vicenda.
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