Recensione One Piece: Pirate Warriors 2

Ammutinamento!

La ciurma di Mugiwara è inseguita dalla Marina e la Thousand Sunny è circondata: la nave pirata è presa d’assalto dai marines e Rufy si trova dunque costretto allo scontro con Smoker, “il cacciatore bianco”. Così prende avvio la One Piece: Dream Story, che dopo un breve scontro tutorial con “God” Ener, ci conduce a Punk Hazard, sede del vecchio laboratorio del geniale Dottor Vegapunk.

Qui Zoro, Sanji, Usop, Robin, Chopper, Brook e Franky cadono vittime di un Dial dai misteriosi poteri, che costringe Rufy e Nami a fuggire dall’isola inseguiti dai loro stessi compagni, ormai usciti di senno.

La storia, creata sotto la supervisione dello stesso Eiichiro Oda, porta da subito Rufy e Nami ad allearsi con un loro vecchio nemico e a partire alla ricerca di maggiori informazioni sul Dial e su come recuperare il resto della ciurma.

I pirati di Rufy hanno il nuovo design post timeskip, ma il gioco non tiene conto di molti avvenimenti della trama principale, tanto che i fan della serie rimarranno sorpresi dall’apparizione inaspettata di alcuni personaggi; la Dream Story è per questo difficile da collocare nella linea temporale delle avventure di Cappello di Paglia, ponendosi quindi come un episodio slegato dalla trama del manga.

Il plot è comunque interessante e, anche se alcuni passaggi sembrano solo un pretesto per menare le mani, l’intreccio narrativo è ben sviluppato e ricco di colpi di scena. I caratteri dei personaggi sono fedeli alle loro controparti viste nel manga e nemmeno le imprevedibili alleanze a cui vengono costretti dal precipitare degli eventi riescono ad intaccare la loro personalità.

OPPW2



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