Prima di criticare, bisogna conoscere.
Ci riserviamo la responsabilità di un linguaggio pungente, ma la fattispecie lo richiede. Oggi 17 Settembre GTA V arriva ufficialmente sul mercato e conquista di ora in ora innumerevoli recensioni positive ( noi gli abbiamo affidato 95 come voto). Ovvio che c’è anche una controparte di giornalisti atta a sottolineare aspetti negativi e migliorie che potevano essere apportate; ma c’è una fascia che invece sembra, come ogni uscita di un Grand Theft Auto, essersi affezionata nel muovere critiche che non trovano fondamento logico.
Vi proponiamo due casi in particolare. Il primo che sottolinea aspetti irreali del gioco, rivelando anche (permettetemelo, me ne assumo la responsabilità come articolista e colui che ha recensito il gioco) l’ignoranza di chi ha lavorato al servizio. L’altro invece, con toni pacati e parole ben scelte, istruisce sull’aspetto critico da mantenere nei confronti di produzioni di fantasia.
Nel primo caso parliamo di un servizio TV di Studio Aperto. GTA V viene annunciato come campione di incassi ma immediatamente come “Violento, sanguinario, incubo di politici e genitori”. Sul contenuto violento non c’è da discutere, GTA racconta sempre la storia di criminali. Però “l’incubo di politici e genitori” non ci è parso chiaro. I genitori prima di tutto devono controllare gli acquisti per i figli, se questi minorenni. GTA V è un gioco targato PEGI 18, significa adatto ad un pubblico adulto. Non che adolescenti o bambini non possano immergersi nella Los Santos del 2013, ma se proprio è necessario, devono essere guidati in questo mondo da figure più esperte. Stessa cosa che avviene con i bollini colorati per i progammi TV (che tutti, o quasi, ignorano).
Nel prosieguo dell’esposizione si parla di una città di gioco ghettizzata e con strade ricche di gang locali armate fin dentro le mutande. Quì si apre il discorso dell’ignoranza. Los Santos è una città, e come tale, ha zone più “signorili” e altre invece dove la gente è cresciuta per strada quindi più aperta a scontri a fuoco (come avviene nella realtà nelle metropoli). Non stiamo parlando quindi di una mappa di gioco con il 100% di criminali o anziani, che mossi dalla furia si portano dietro bazooka e non fanno altro che attentare alla nostra vita.
In alcuni frame del servizio vengono poi mostrate immagini di un combattimento clandestino, ma che non fanno parte della realtà di GTA V ma del IV (la mini mappa in basso a destra è in 3D nell’ultimo capitolo di Rockstar.) e si parla nel frangente di un’ipotetica associazione dei genitori pronta a far guerra al gioco, perchè alienante. Insomma, violento e pronto a fare il lavaggio del cervello all’ affezionata prole.
Bisogna far comprendere a codesti ipotetici genitori infuriati, che GTA V non fa male, se lasciato sullo scaffale di un negozio perché prodotto affidato ad un pubblico maturo e di videogiocatori coscienti. Se i genitori temono che il figlio si faccia male nel mettere la mano nella presa dell’energia elettrica, cosa fanno? Non gli permettono di farlo. Per GTA V invece perché dovrebbero alzarsi e muorevere un inutile guerra? Se un’esperta commissione ha analizzato i contenuti di gioco prevenendo la disinformazione?
Il PEGI non solo indica l’età a cui il gioco è rivolto, ma anche, attraverso icone, in via generale, le tematiche dei contenuti che il gioco esprime: sesso, violenza e droga. Un genitore cosciente si deve assumere le proprie responsabilità per gli acquisti videoludici per i propri figli, come fa per gli altri.
Purtroppo il servizio scende nel ridicolo quando si parla di un infelice caso di violenza. Due quindicenni in un tentativo di rapina hanno ucciso un uomo nell’aprile scorso. La giornalista riporta un’ipotetica frase pronunciata da uno dei due ragazzini “Sembrava un videogioco, era come una partita di GTA.” Vorremmo leggere gli atti legali ora, per venire a conoscenza dell’esatta frase pronunciata e se questa è stata l’effettiva (a noi è parsa più come una forzatura dei fatti per combaciare con un servizio sciatto). Ma il concetto che si voleva esprimere è parso abbastanza chiaro: i videogiochi fanno male e mischiano realtà virtuale con quella odierna. Fatto smentito più volte dalla psicologia, che anzi ne esalta le capacità di affinamento dell’intelletto e migliore cura dei riflessi.
Critica dotata di maggior senso logico invece proviene da Famiglia Cristiana. Il giornalista afferma come GTA V sia un prodotto per un certo tipo di pubblico, che non può essere fatto di giovani, o giovanissimi. Il perchè è chiaro.
I bambini non hanno il background culturale degli adulti, e, dotati di minore coscienza critica sono facilmente influenzabili da contenuti ad altro profilo, come quelli proposti da GTA ma come tanti film, d’altronde. Quindi ci pare chiaro che il discorso si apre sul fatto che certi prodotti vanno venduti a un pubblico adatto, e GTA lo è, perché il PEGI indica esplicitamente l’età.
Prima di muovere innumerevoli critiche o aprire trincee di guerra su prodotti, bisogna conoscere i propri diritti in primis e leggere clausole di contratti di licenza, contenuti nei manuali di gioco o le indicazioni fornite da sistemi di protezione e tutela del consumatore come il PEGI.
Vi proponiamo di seguito il servizio di Studio Aperto piombato su YouTube e il link all’articolo di famiglia cristiana, per approfondimenti. E infine un video che esprime in un’espressione il pensiero riguardo il servizio giornalistico proposto da una presunta testata di un certo livello culturale e di affidabilità.
http://www.famigliacristiana.it/blogpost/non-sottovalutate-gta-5.aspx
A buon intenditor….
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