Next-Gen, i videogiochi del futuro solo in cloud?

ps4-vs-xbox-onePlayStation 5 e Xbox Two non esisteranno fisicamente?

Anche se è un pensiero prematuro, noi, come molti colleghi e lettori ci stavamo domandando: “Ma Xbox Two e PlayStation 5 esisteranno fisicamente?”

Ogni ciclo vitale attivo di una console dura in media sei anni. Quindi fino al 2019 salvo imprevisti le future console dovrebbero reggere bene il peso delle responsabilità, in più il mondo cloud riuscirà a dare respiro all’hardware e ai contenuti fornendo continuamente assistenza in remoto. Appunto al cloud vogliamo dedicare qualche riga.

Yoshida un paio di settimane fa parlava di una Sony pronta in un futuro non troppo lontano a trasformare il mondo gaming in un servizio cloud dove, accedendo tramite computer o dispositivi mobile è possibile accedere a videogiochi renderizzati in remoto e consegnati già belli e pronti. Infatti la novità della notizia era appunto una parte della dichiarazione dove si accennava a giocare sul PC a titoli first party Sony. La tecnologia Gaikai è un precursore di questa visione molto ambiziosa.

Microsoft con Xbox One ha fatto intendere che il cloud costituirà un pilastro fondamentale per due motivi: il primo riguarda il continuo aggiornamento di contenuti e obiettivi. Basti pensare che in Forza Motosport l’intelligenza artificiale verrà aggiornata costantemente per tenere testa alle nostre strategie di gioco. Successivamente il servizio nel suo stadio avanzato riuscirà a fornire contenuti sempre più grandi in termini di dimensioni su hard disk.

Nel futuro i formati fisici potrebbero non sparire, ma essere ridotti e lasciare spazio al Digital Donwload e tecnologie simili al Gaikai. PlayStation 5 e Xbox Two (nome inventato) potrebbero esistere fisicamente come “decoder” pronte a ricevere dai server tutto il materiale possibile.

Ma stiamo parlando troppo presto e soprattutto in una dimensione dove se il nostro pensiero dovesse rivelarsi vero, a pagarne il prezzo sarebbero i paesi con connessioni internet non performanti. Italia in primis. Infatti chi attualmente acquista prodotti digitali ben sa come dei server non all’altezza o connessioni poco stabili possono trasformarsi in vere e proprie chimere.



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