Recensione Call of Duty: Ghosts

Chiamata al dovere: Il ritorno.

Versione testata Personal Computer
Nel 2003 un timido team di sviluppatori formato da dipendenti coinvolti precedentemente nel progetto “Medal of Honor”, più nuovi elementi e altri ancora aggiunti negli anni, è riuscito a capovolgere il settore videoludico con un prodotto diventato pietra miliare. Stiamo parlando di Infinity Ward e il loro figlio: Call of Duty.
Prima di entrare nel merito dell’ultimo capitolo chiamato “Ghosts”, bisogna portare all’attenzione una piccola introduzione.
Quando un gioco irrompe nel settore videoludico con successo, portando aria fresca e strappando voti positivi in sede di recensione, c’è la possibilità concreta che venga lanciato nel mondo degli investimenti futuri. In pratica, che venga ripreso continuamente per riuscire, da una parte rimanere in cima alle classifiche di preferenza, e dall’altra vedere il concetto originale degli sviluppatori continuamente aggiornato.
D’altronde lo dice anche un famoso proverbio: “Squadra che vince non si cambia.”
Call of Duty sul finire del 2003 è stato un gioco apprezzatissimo per tre ragioni: ottimo multipalyer; cura per le ambientazioni; accuratezza storica nel narrare i fatti. Dopo pochi mesi, nel 2004 inoltrato, l’utenza ne ha sostenuto la sua più totale affidabilità per sfide memorabili, ed è così che dopo un single player di ottima fattura, anche se non battezzabile come capolavoro, Call of Duty (da ora COD) in multiplayer ha mostrato artigli molto affilati.
Non c’è voluto molto a capire che dai seguiti gli sviluppatori sarebbero stati invogliati a un continuo e sistematico lavoro di ottimizzazione. Non sempre però i giochi ripresi continuamente riescono ad esprimere un potenziale creativo superiore ai predecessori, oppure a conservarne lo standard raggiunto. Call of Duty purtroppo è diventato vittima di questa insana abitudine di sfornare un titolo troppo velocemente. La nostra prova è stata profonda e ha toccato i fili della memoria di anziane sessioni di gioco con i titoli precedenti. A dentri stretti abbiamo terminato la trama principale e sviscerato il più possibile il multiplayer. Purtroppo avremmo voluto vedere molte delle nostre paure diventare appunto “fantasmi”, invece si sono trasformate in realtà.

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Soli tra i fantasmi?

Ci troviamo negli USA, e mentre le economie del mondo si azzannano per ottenere potere e risorse sempre più scarse, una coalizione di stati sudamericani fonda la “Federazione”, temibile e organizzatissima potenza militare prima, economica poi, che pian piano inginocchia mezzo pianeta accentrando un potere da far perdere la testa a chiunque. 
Protagonisti di questa drammatica e anche politicamente surreale vicenda, sono i “Ghost”. Squadra d’élite che nel passato ha costituito un soggetto importante in alcune pericolossissime missioni ed ora formata da superstiti divenuti leggenda.
Le vicende che ci vedranno coinvolti trovano spazio in un’America distrutta da una tipica guerra del XXI secolo: a base di satelliti craccati e razzi telecomandati. La trama che verrà introdotta fin da subito nella sua interezza, non nasconde risvolti da far cadere la mascella a terra. Anzi, dai primi momenti di gioco la sensazione di frettolosità inizierà ad avvolgere le nostre mani pronte a sparare centinaia di colpi. Il tutto è narrato rapidamente rischiando di far perdere il filo durante le sequenze di intermezzo tra un livello e un altro. La non profondità della storia fa storcere il naso, e quindi sposta l’attenzione da una trama discreta al gameplay, nella speranza di trovare e provare sostanziali innovazioni. 

Gameplay, parliamone

Purtroppo dobbiamo abbandonare il vestito diplomatico per indossarne un altro più critico. Call of Duty è una saga protratta per anni a ritmo sostenuto. Non ci vuole il genio della lampada per capire che in progetti portati a termine in brevissimo termine, il tasso di novità sostanziali e incisive è molto basso. Ghosts è un gioco che per i più risultera riciclato, soprattutto in termini di comparto tecnico che merita nel nostro discorso una sezione a parte, ma andiamo per gradi.
L’impatto che si ha con il titolo è prima di tutto di una storia raccontata a passi troppo grandi e veloci, come accennato prima. Nel DNA del single player c’è una la costante sensazione di inadeguatezza e idea che gli sviluppatori hanno lavorato in fretta e furia per incollare i livelli tra loro con una storia di qualità discreta e prevedibile.
Le varie sezioni non sono lunghe da sviscerare e anche i giocatori meno esperti potranno completare il titolo senza enormi sforzi in poche ore. Ovviamente a livelli di difficoltà più elevati la guardia va tenuta alta, ma non siamo di fronte a necessari cambi di strategia, anche perché, diciamola tutta, l’intelligenza artificiale è a un livello base. I soldati si limiteranno a evitare i nostri colpi e a spararne a tonnellate per farci fuori in poco tempo. Non abbiamo assistito a prese di posizione, strategie o altro. Il nostro compito per la maggior parte del tempo sarà quello di uccidere e avanzare nei livelli con interazioni minime con l’ambiente e compagni di merenda armati fin dentro le mutande. Il level design esibisce un buon livello di dettagli a schermo ma le ambientazioni rivelano senza troppi sforzi percorsi lineari prestabiliti, e anche parecchio fastidiosi. Call of Duty: Ghosts in single player risulta essere un gioco divertente ma scontato, privo di novità importanti e soprattutto impregnato di déjà-vu.
Un accenno va compiuto alle animazioni e la balistica. Le prime risultano davvero poco convincenti, soprattutto nei nemici quando beccano colpi oppure devono muoversi. Per la balistica invece il discorso è drammaticamente più complicato. Non siamo di fronte a un simulatore di guerra ma ci saremmo aspettati una maggior cura per le armi, su tutti i fronti, e in primis ovviamente quello del combattimento. Chi vuole giocare a COD:Ghosts nella speranza di sperimentare una situazione di guerra ben congegnata, e la necessità di puntare a selezionare le proprie armi di combattimento per strategia: rimarrà molto deluso. La linearità colpisce il titolo su tutti i fronti limandone una mediocrità che si sarebbe potuta evitare con piccoli accorgimenti.
Soltanto con l’introduzione della gestione di armi in remoto con un apposito e demoniaco congegno satellitare, e l’interazione con il nostro fido Riley, il gioco spara due rivoli di novità. Ma anche queste poco incisive.

Multiplayer?

Il multiplayer di COD dovrebbe far togliere il cappello a chiunque. Dopo anni, il gioco sostenuto da una comunità di utenti attivissima e un continuo supporto tecnico da parte degli sviluppatori, avrebbe potuto apportare imponenti novità anche per dare il buongiorno in maniera elegante alla Next-Gen. Purtroppo tutto ciò non è accaduto. Il multiplayer di Ghosts è ricco sì di novità e tante migliorie di secondo piano pronte a dare vita nuova alla nostra virtuale, ma l’insieme è ben lontano da organizzare un gioco epico e soprattutto pronto a rinnovare il nome “Call of Duty”. Anzi, nell’introduzione di alcune meccaniche abbiamo provato un po’ di confusione nei menù. I meno esperti in questo caso potrebbero necessitare di molte partite per ambientarsi e accomodarsi nel soggiorno delle novità.

Eccovene alcune:

-Possibilità di compiere scivolate in corsa; sporgersi dagli angoli e sfruttare punti di copertura in maggiore sicurezza.

-Mappe più ricche di punti strategici e altri dov’è possibile interagire con oggetti.

-Personalizzazione del soldato e del clan.

-Modalità Co-op fino a 4 giocatori chiamata “Extinction”

Il multiplayer sostiene il gioco e ne fa le veci mentre il single è a farsi un giro nella terra di nessuno. Ma anche quì, partendo da una base poco solida, si rischia di ammirare mediocrità, soprattutto in ambito tecnico e grafico che tra due click di mouse spiegheremo.

Call of Engineering

Dal trailer di annuncio i programmatori hanno parlato di un motore grafico potenziato. Il discorso di “aggiungere mattoni” senza stravolgere gli equilibri, a un prodotto già buono, non ha convinto molti, e sinceramente neanche noi. Effettivamente Call of Duty: Ghosts, di nuovo, in ambito grafico, non ha nulla. Il motore è obsoleto e non regge il confronto con altri titoli simili (qualcuno ha detto Battlefield 4?) e neanche può indossare giacca e cravatta e presentarsi al party Next-Gen. Gli effetti particellari sono ridotti al minimo indispensabile così come gli effetti di luce che raramente, in occasioni di scorci, danno lustro a schede grafiche di ultima generazione. Nonostante la presenza a schermo di molti dettagli, e lo ripetiamo, un buon level design, il gioco non convince e anzi offre pretenziosamente un comparto debole che anche le attuali console Xbox 360 e PlayStation 3 riescono a gestire senza sforzi.
Per l’audio non ci sono state sotanziali modifiche, anzi, il riciclo di alcuni suoni per granate e altri ambientali potrebbero infastidire chi è purista dell’innovazione.

Il motore fisico agisce discretamente ma non trova modo di esprimersi, visto che di superfici da distruggere o sequenze spettacolari da animare ce ne sono ben poche. Chiudendo la triade non possiamo che definire Call of Duty, in quest’ultima incarnazione, un gioco debole su tutti gli aspetti, e quello tecnico pone una spada di damocle sul delicato collo della saga  per futuri sviluppi. Su console Next-Gen che abbiamo avuto modo di provare varie volte, l’impatto grafico è lo stesso del PC, un gioco che non inaugura con gioia il passaggio generazionale.

A rigor di chiarezza, la nostra prova è stata sostenuta su una macchina in grado di far girare il titolo di Infinity Ward al massimo del suo potenziale e in Full-HD senza mai scendere sotto i 30 FPS in situazioni davvero calde.
-Asus HD Radeon 7870 2GB
-8GB RAM DDR3
-SSD
-Intel i5 3570k

COD-Ghosts 02

Commento finale

Call of Duty: Ghosts è un gioco che non appassiona. Freddo, obsoleto, ricco di contenuti riciclati: non lascia segni salienti nell’animo del giocatore, che risulta divertito ma non appieno soddisfatto. Divertente, dinamico ma esente da importanti novità; sostenuto da un comparto tecnico vecchio di anni e un single player molto debole che non porta la saga su un nuovo livello o apre le porte alla Next-Gen. In multiplayer, come da tradizione, le cose cambiamo ma non sono entusiasmanti. Il titolo respira ma non a pieni polmoni. L’intero prodotto non incide in maniera particolarmente evidente e mostra invece, con forza, carenza di idee dovuta al fatto che il brand e sospinto da ritmi di sviluppo elevatissimi distributiti in tempi troppo brevi. In conclusione, purtroppo va ammesso che la saga ha raggiunto il livello massimo di saturazione. Ghosts è stata una grossa scommessa: persa.

Pro Contro 
– divertente e, in alcune parti, adrenalinico
– multiplayer solido e ormai consolidato
– trama prevedibile e raccontata troppo velocemente
– motore grafico inadeguato
– la saga è ormai satura
– non pronto alla next-gen
  Voto Globale: 68

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