Decisione inaspettatamente rapida.
Dopo otto lunghi anni, tre lunghissime campagne elettorali e 4 governi più o meno riusciti, la Consulta, chiamata a pronunciarsi nella sua propria funzione di Giudice delle Leggi a seguito di quesito posto in via incidentale ha dichiarato la illegittimità costituzionale della Legge n. 270 del 21 dicembre 2005, per brevità Legge Elettorale, altrimenti conosciuta come “Porcellum” dalla definizione che ne diedero prima il suo estensore On. Calderoli e poi il politologo Giovanni Sartori.
La Corte Costituzionale, riunitasi nella giornata di ieri in pubblica udienza per esprimersi sulla questione, aveva fatto intendere che il tempo per la decisione sarebbe stato decisamente lungo tanto che i maggiori network di informazione avevano azzardato la previsione che si sarebbe giunti ad una decisione per i primi giorni del Gennaio 2014, subito dopo le festività natalizie.
Così non è stato e qualche ora fa, la Corte Costituzionale riunita al Palazzo della Consulta in Piazza del Quirinale ha diramato il seguente comunicato:
“La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono l’assegnazione di un premio di maggioranza – sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica – alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione.
La Corte ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali “bloccate”, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza.
Le motivazioni saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane e dalla quale dipende la decorrenza dei relativi effetti giuridici.
Resta fermo che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali.”
Con questa decisione il Giudice delle Leggi ha espunto dall’ordinamento giuridico le norme dichiarate incostituzionali ponendo fine al premio di maggioranza così come disciplinato nel “Porcellum” e soprattutto bandendo il meccanismo delle liste bloccate senza preferenza per l’elezione dei parlamentari. Quello che ha riaffermato oggi la Consulta è un principio di grande valore democratico ovverosia la libertà di scelta dei propri rappresentanti politici a cui poter delegare la gestione della cosa pubblica e la formazione delle leggi. La decisione, nei prossimi giorni, provocherà sicuramente diverse reazioni nel mondo politico, una di queste dovrà, per forza di cose, contemplare il ritorno alle urne per rinnovare organi parlamentari eletti in forza di una legge dichiarata non conforme al dettato costituzionale.