Recensione Killzone: Shadow Fall

Continua l’eterna lotta tra Helgast e ISA.

Versione testata PS4.
La line-up di lancio di PlayStation 4 ha perso proprio in dirittura d’arrivo due dei pezzi più pregiati del suo repertorio, ricoprendo di enormi responsabilità i titoli rimasti a fare da apripista alla next-gen targata Sony. Killzone: Shadow Fall si è trovato ad essere così rappresentante quasi esclusivo del nuovo corso Sony, caricando su di sè il peso di enormi aspettative, che i risultati delle vendite di PS4 non hanno fatto che accrescere ulteriormente. Riuscirà l’ultima fatica dei Guerrilla Games ad uscire indenne da questa gravosa prova del fuoco, o soccomberà sotto il tiro incrociato degli storici rivali multipiattaforma?
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Il muro di Vekta

Il terricidio portato a termine dai Vekta su Helgan ha reso impossibile la vita sul pianeta. I pochi Helgast sopravvissuti non hanno più un posto dove vivere, così vengono ospitati sul pianeta Vekta, abitando la capitale Vekta City. La convivenza non è però semplice ed è letteralmente un muro a testimoniare le difficoltà e a dividere i due popoli: la città è così divisa in due parti; Helgast e Vekta dividono la stessa terra, ma non possono dimenticare il passato. Gli uni vogliono vendicare il quasi completo genocidio subito, gli altri non accettano la convivenza con il nemico di un tempo. La situazione è tesa e la scintilla che innescherà la miccia dello scontro non si farà attendere.
Arbitro del conflitto sarà così un giovane Shadow Marshall, rimasto orfano del padre a causa delle tensioni tra le due fazioni e cresciuto fin da piccolo nei campi d’addestramento ISA; il suo ruolo nel conflitto sarà determinante, ma non privo di colpi di scena. I temi trattati prendono chiaramente spunti da un’attualità più o meno recente e non sarà semplice per il giocatore schierarsi con decisione dalla parte dei “buoni”: proprio come nella realtà, la trama di Killzone: Shadow Fall evidenzia molte sfumature di grigio.
Il sistema narrativo del titolo prende dunque le mosse da un’introduzione interessantissima e per buona parte delle quasi 10 ore necessarie al completamento della campagna principale riesce a mantenersi su livelli decisamente buoni. Il plot tuttavia non raggiunge elevati picchi di eccellenza, anzi, a causa di alcune missioni poco ispirate e di una caratterizzazione dei personaggi appena sufficiente, talvolta ci troviamo a fare i conti con sezioni particolarmente noiose. Il finale però, immancabilmente aperto e particolarmente ispirato, lascia intravedere più di uno spiraglio per una crescita futura della serie.
Non mancheranno, infine, anche numerosi collezionali, tra i quali spiccano le registrazioni audio ascoltabili direttamente attraverso l’altroparlante del nuovo controller Dualshock 4.

Spara a più non posso, ma usa la testa

La saga di Killzone si è sempre configurata come un FPS un po’ atipico, più ragionato e meno frenetico di altri esponenti del genere. Proprio questa sua caratterisca, che gli ha permesso di essere apprezzato anche da chi non è solitamente un grande fan degli sparatutto in prima persona, viene mantenuta ed ampliata in questa nuova incarnazione del brand Guerrilla. Sia chiaro, il nostro protagonista è sempre una perfetta macchina da guerra, capace di sovrastare una miriade di nemici grazie alle sue sole abilità; una serie di elementi, tuttavia, ci permettono di avere una maggiore varietà negli approcci di gioco.
Innanzitutto abbiamo l’introduzione dell’OWL, un drone tattico multifunzione che ci accompagnerà nel corso di tutte le nostre missioni. Le carattestiche di questo nostro nuovo amico vengono gestite tramite un preciso sistema touch che, attraverso lo slide delle dita sul touch pad del controller PS4 verso una delle quattro direttrici principali (su, destra, giù, sinistra), ci permette di scegliere se attaccare frontalmente il nemico, lanciare un corda per superare zone scoscese, colpire i nemici con una scarica elettromagnetica oppure generare uno scudo per proteggerci. L’utilizzo dell’OWL non è sempre obbligatorio, ma in alcune sezioni sarà un aiuto fondamentale e permetterà di studiare un seppur basilare approccio strategico; la sua gestione è un po’ macchinosa all’inizio, ma con il tempo e la pratica non sarà difficile utilizzarlo anche negli scontri più concitati.
Altro supporto indispensabile nel corso della campagna sarà il sonar attivabile tramite tasto direzionale destro, che permette di individuare l’esatta posizione di oggetti nascosti e nemici nelle vicinanze. L’unica limitazione nell’utilizzo di questo accessorio è il non poterlo attivare per un tempo troppo lungo per non attirare i nemici; ben presto però sarò quasi impossibile farne un utilizzo errato e le informazioni così raccolte ci saranno molto utili a pianificare i nostri movimenti.

Nonostante tutti questi accorgimenti ed un ritmo di gioco lento, a volte anche troppo, Shadow Fall non offre grandi possibilità ai giocatori che prediligono un approccio stealth: le stategie necessarie a proseguire nel nostro cammino sono decisamente elementari ed il confrotto diretto è quasi sempre la mossa più produttiva se non l’unica via obbligata in molte circostanze. Nemmeno il sistema di scelte è particolarmente profondo: potremo sì decidere a quali obiettivi dare la priorità o quali strade percorrere per raggiungerli nelle mappe più “open-world”, ma si tratta sempre di scelte che non cambiano nulla nella sostanza e che in definitiva portano tutte allo stesso risultato finale quando completeremo la nostra missione.

L’IA è invece piuttosto buona e bisognerà fare molta attenzione per gestire bene le nostre scorte di adrenalina (necessaria per essere rianimati dall’OWL o per rallentare il tempo negli scontri con un numero maggiore di nemici) per non dover ricominciare la sezione dall’ultimo checkpoint, che in alcuni casi sarà parecchio lontano dal punto da noi raggiunto in quel momento. Da notare però una scarsa cordinazione dei nostri avversari, a volte isolati o troppo spregiudicati nell’uscire allo scoperto; l’ausilio del sonar, poi, ci porterà in situazioni di fin troppo netto vantaggio durante alcune missioni.

Il lavoro di squadra paga

Il gameplay ragionato si traduce in un multiplayer in cui una buona strategia spesso fa maggiore differenza delle abilità dei singoli. Questa caratteristica peculiare dell’online targato Guerrilla Games si mantiene ben strutturata anche in questo inizio di generazione, con le tre sole classi selezionabili che compensano la scarsità di scelta con una vasta personalizzazione per livelli e la necessità di avere un team completo per poter competere al meglio contro i nostri gli avversari. Cecchino, Supporto e Assaltatore sono classi ben equilibrate tra loro ed il multiplayer si mostra solido sotto questo punto di vista, peccando però nella scarsa varietà delle mappe, con solo 10 ambientazioni disponibili. Buoni i tempi di attesa per entrare nelle partite e, limitatamente alle nostre sessioni di gioco, i server si sono dimostrati quasi sempre all’altezza (quando il PSN non è stato in manutenzione, ndr).

Grafica next-gen?

Ad un primo impatto i 1080p di Killzone: Shadow Fall lasciano veramente l’impressione di essere entrati in una nuova generazione. Foreste, città, ambienti al chiuso: tutto è realizzato in maniera impeccabile ed il framerate si mantiene sempre stabile a 30 fps nel corso di tutta la campagna singleplayer (raggiungendo i 60 frame al secondo nel multi). La serie sperimenta inoltre tutta una nuova gamma di colori che non le erano consueti, rendendo la vista delle scorci paesaggistici suggestiva e mozzafiato. Di contro, però, i personaggi non sono solo privi di una forte personalità, ma peccano di una realizzazione approssimativa e poco curata, risultando spesso caricaturali e resi ancor più sgradevoli a causa del forte contrasto che vanno a creare con ciò che li circonda.
Nemmeno il doppiaggio aiuta molto la loro espressività, risultando nel complesso sufficiente ma con qualche caduta di qualità verso il basso. Lo stesso vale per la colonna sonora, che risulta troppo poco varia per risultare memorabile. Pessimo poi il bilanciamento tra dialoghi e rumori di fondo, che pregiudica in più di un’occasione la corretta comprensione delle battute senza l’ausilio dei sottotitoli.
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Commento finale

Killzone: Shadow Fall è nel complesso un buon titolo di lancio che, anche a causa di un numero di titoli ancora piuttosto limitato, difficilmente potrà mancare nella collezione di tutti i possessori di Sony PlayStation 4. Non è tuttavia un lavoro esente da difetti e persino il comparto tecnico, punta di diamante della produzione nella costruzione degli scenari, finisce per lasciare a desiderare in alcuni aspetti non poco importanti. Un acquisto praticamente obbligato per chi ha già preso o prenderà PS4 come regalo di Natale; da ponderare con qualche riserva in più se invece progettate di passare alla next-gen solo nei primi mesi del 2014.

Pro Contro 
– buona trama con già ottimi spunti per un seguito
– multiplayer ragionato e bilanciato
– graficamente maestoso…
– … ma non per questo esente da difetti
– libertà d’azione solo apparente
– comparto sonoro appena sufficiente
  Voto Globale: 80  
 
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