inFamous: Second Son, intervista esclusiva a Bryan Fleming e a Troy Baker

Il fondatore di Sucker Punch e l’attore che interpreta Delsin ci parlano della nuova esclusiva Sony.

L’evento di presentazione di Roma non è servito solo a provare con qualche giorno di anticipo inFAMOUS Second Son, titolo che uscirà in esclusiva per PlayStation 4 il prossimo 21 Marzo. E’ stata anche una ghiotta occasione per fare qualche domanda insieme a pochi colleghi a due dei protagonisti principali durante lo sviluppo del gioco: Brian Fleming, founder di Sucker Punch, e Troy Baker, l’attore che interpreta Delsin Rowe. Scopriamo insieme qualche retroscena sul titolo.

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Come e quando nasce inFamous: Second Son? Sapevate fin dall’inizio che sarebbe stato un gioco per PlayStation 4?

Fleming: L’abbiamo sempre saputo, fin da inFamous 2; sapevamo, e parlo di 5 anni fa, che avremmo realizzato il nuovo capitolo per PS4, anche se non sapevamo quando la PS4 sarebbe uscita. Eravamo però sicuri che il gioco sarebbe uscito quasi in corrispondenza dell’arrivo di PlayStation 4, per cui tutte le novità introdotte, come l’ambientazione urbana e tutti i nuovi poteri, sono state create pensando alle possibilità di PS4. Non sapevamo con certezza quando sarebbe arrivata, ma sapevamo che Second Son sarebbe stato su PS4.

Abbiamo notato che Second Son rispetto ai primi due capitoli sembra più maturo, più realistico. Possiamo aspettarci una crescita costante del brand in futuro, anche grazie alla next-gen?

Fleming: In realtà non so cosa potrà riservarci il futuro, ma sicuramente cercheremo di essere sempre più realistici. Questo aspetto però non sappiamo quale direzione prenderà: arriverà un nuovo gioco o una nuova versione di inFamous? Ancora non lo sappiamo.

Ci sono stati anche dei rumors riguardanti l’uscita di inFamous su PS Vita. Voi sareste interessati a creare qualcosa per la portatile Sony?

Fleming: Il nostro team ha interesse, in generale, che ci siano sempre più giochi su PS Vita, che funzionino bene e che siano belli da giocare. Quindi sì, ci interessa molto PS Vita.

Piccola nota di colore: arriva a questo punto un’altra domanda per Brian, che, mettendosi a ridere, dice rivolto a Troy (Baker): “Ti sto stracciando!” Dopo qualche breve scambio di battute, si torna seri e l’intervista riprende.

Dopo qualche mese un po’ sottotono, inFamous Second Son è il primo titolo importante ad uscire su PS4. Sentite un po’ di pressione?

Fleming: Penso che la pressione sia uno stato che ti crei da solo, da dentro. Più che pressione è un’opportunità per noi, perché sia io che Troy cerchiamo di fare sempre un lavoro al massimo delle nostre possibilità. Sappiamo che questo titolo rappresnta due, tre anni di lavoro: in questo senso sentiamo la pressione, ma è più che altro un’opportunità.

Giocando la demo abbiamo notato che nessun personaggio ha le ombre. E’ un problema della build o non saranno presenti nemmeno nella versione finale? Sappiamo che è notte, ma ci sono comunque dei punti di luce che dovrebbero proiettare l’ombra dei personaggi (precisazione fornita dopo che Fleming aveva liquidato il collega con un semplice: “Ma è notte!”).

Fleming: Fare le ombre, con il nostro engine, ha un costo molto elevato. E’ però il team dedicato alle luci a decidere se e come proiettare le ombre a seconda delle varie ore del giorno per riuscire ad avere a schermo il miglior effetto possibile, quindi è a loro completa discrezionalità.

Troy, c’è qualche personaggio tra quelli che hai interpretato finora che assomiglia a Delsin? Ed in che cosa il protagonista di Second Son è unico?

Baker: Delsin per me è veramente un personaggio unico, non credo di aver mai visto nulla del genere né in generale nei videogame né in quello che ho fatto io. Dall’inizio abbiamo cercato di creare dei personaggi reali, grounded, con i piedi per terra e che vivono in una realtà “vera”. Quando ci è stato proposto, a me e a Trevis (Trevis Willingham, che interpreta Reggie. Ndr), di lavorare per questo gioco, siamo volati a Seattle per parlare con i Sucker Punch ed è venuto fuori che il rapporto di amicizia tra me e Trevis si sarebbe potuto tradurre nella relazione fraterna tra Delsin e Reggie in maniera del tutto naturale, perché è una cosa nostra, che esiste anche nella realtà. Delsin è poi il personaggio in cui mi sono ritrovato di più, anche perché mi assomiglia, non solo perché gli hanno dato il mio volto: per questo è il mio personaggio preferito.

Perché il nuovo inFamous è stato chiamato Second Son e non è stato inserito un 3 dopo il titolo? E’ stato solo un pretesto per raggiungere una fetta di pubblico più ampia o c’è di più dietro questa scelta?

Fleming: La prima grande decisione che abbiamo preso è stata quella di non chiamarlo inFamous 3: era nuovo il personaggio, era nuova la piattaforma su cui sarebbe uscito e, soprattutto, dopo sette anni era ormai giunto il momento di far iniziare a giocare a questo gioco gente che non aveva mai giocato a inFamous fino ad oggi. Sul titolo Second Son ci sono inoltre tre diverse teorie, poi sta a voi scegliere quella che vi piace di più: innanzitutto questo è il secondo genito della serie inFamous; la seconda teoria è che si rifà all’idea dei primogeniti presenti nei primi due capitoli, ovvero i primi che hanno scoperto come attivare i superpoteri; l’ultima ipotesi si riferisce, infine, alla relazione fraterna tra Delsin e Reggie, con Delsin che è il fratello minore di Reggie. Scegliete quella che preferite (ride).

Come è stato per Sucker Punch cambiare piattaforma? Quali sono state le differenze più grandi e i vantaggi della next-gen?

Fleming: La prima cosa è stata rifare tutto quello che avevamo già fatto su PS3, perché PS4 ha un’architettutra di sistema molto più diretta per costruire i giochi. La maggior parte dei tempi tecnici di engineering è andata verso l’ottenimento di nuovi effetti, come gli effetti particellari e le espressioni del viso tramite il motion capture.

Troy, che differenze ci sono tra il recitare per un videogioco o per un film? Cosa ti manca quando fai l’uno, cosa ti manca quando fai l’altro?

Baker: La prima e più importante differenza è che in TV e al cinema hai tutta una serie di cosa che lavorano per te e per il tuo lavoro: la scenografia, i costumi di scena, il make-up, le pettinature. Nei videogiochi tutte queste cose lavorano contro di te: invece del make-up, per esempio, hai 174 puntini per i sensori sul viso, che non sono proprio piacevoli… e quella bellissima tutina in lycra che indossiamo di certo non aiuta!

Detto questo, per me è meglio lavorare per i videogiochi perché la ritengo un tipo di recitazione più vicina a quella teatrale: richiede più immaginazione, sei tu, da solo, che devi crearti tutta la situazione. E’ più faticoso, certo, ma è più “da attore.” Sai una cosa? Devi capire meglio il personaggio, devi entrare di più nel personaggio ma soprattutto devi capire cosa puoi dare tu a quel personaggio; qui non hai le stampelle, non hai il supporto che ti arriva da tutto il resto, devi tirare fuori tutto da dentro te stesso. In TV e al cinema, poi, cambia anche l’atteggiamento dell’osservatore: chi osserva è assolutamente statico, mentre nel videogame sei tu che giochi, sei tu che crei la storia.. A me, insomma, dà molta più soddisfazione, anche perché sono un giocatore.

Una  curiosità: sul cappellino di Delsin compare la scritta “Seattle 138”. Ha un significato particolare?
Fleming: Ragazzi, devo essere sincero… Non ho la minima idea di cosa significa. Provate a chiedere a Troy (indica il compagno di intervista ridendo). So che dovrei saperlo, davvero, ma proprio non ne ho idea.

Baker: Billy Harper potrebbe saperlo, contattalo su Twitter e chiedilo direttamente a lui: @billyharper73. Magari me lo ha già detto, ma non me lo ricordo più (è un riferimento alla canzone dei Misfits, We Are 138, ndr).

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Ultimissima domanda prima dei saluti: quanto è stato difficile abbondonare Cole per Delsin?

Fleming: E’ stata dura, su Cole abbiamo lavorato per ben 6 anni. Sono stati però anche sei anni di sicurezza, non c’era più quel senso di sfida, di rischio, che invece abbiamo provato di nuovo con Delsin.

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Photo by Riccardo Barzi

 
 
 
 



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