Un’invasione di colori pronta a stupire.
Versione testata: PC.
Mentre la rete pullula di frenetiche ricerche riguardo i titoli che andranno a definire sempre più la famigerata Next-Gen, c’è una parte del mondo degli sviluppatori che sta lavorando assiduamente per dare vita a vere e proprie idee che trovano nel canale delle produzioni “INDIE” una seria possibilità di esistere. Per INDIE indichiamo gli sviluppatori indipendenti; piccoli studi di sviluppo che creano videogiochi, spesso di natura atipica e molto originale, che sempre più trovano spazio pubblicitario attraverso i Social Network e una casa presso grandi publisher che aprono le porte a nuova forza lavoro. Se il mondo PlayStation ha appena gloriosamente conquistato 1,000 sviluppatori INDIE registrati, e su PSVita gli Ovosonico, colleghi Italiani con Murasaki Babi hanno letteralmente conquistato il palcoscenico dell’E3 2013, un piccolo team di talenti tedeschi ha dato vita alla prima vera e propria produzione dedicata al mondo console e pc: The Last Tinker: City of Colors.
Inutili pregiudizi.
Quando si parla di produzioni con budget ridotto e magari, anzi, quasi sicuramente un team di lavoro esiguo in termini di numeri, nasce una sorta di scetticismo sulla qualità finale del prodotto. Ci siamo abituati per troppo tempo a pensare che “più soldi” significa più qualità. Osservando in via generale il mondo videoludico ad oggi non sempre grossi investimenti e team di talentuosi nerd hanno dato vita a videogiochi in grado di conquistarsi un vero e proprio trono. Il pregiudizio nasce da un’abitudine non proprio corretta. Gli sviluppatori INDIE godono di buona fama per quanto riguarda l’originalità, la voglia di evadere da schemi ormai stagnanti, ma vengono messi in difficoltà da strumenti di lavoro non sempre affinati e quindi budget consistenti. I ragazzi di Mimi Productions vengono fuori da una fruttuosa esperienza mobile e si affacciano al mondo platform con una visione molto chiara e che potrebbe, lo possiamo già dire, conquistare parecchie attenzioni se riesce a superare la fase grezza in cui vive ora. The Last Tinker: City of Colors è un videogioco che punta a prendere ciò che c’è di meglio del mondo platoform classico per fonderlo in un mondo completamente originale e che potrebbe far sbattere la mascella a terra a parecchi disegnatori. Se nella vostra mente s’era fatto avanti il pensiero di trovarsi di fronte a un giochino senza pretese e magari ricco di problemi, beh, dovrete ricredervi.
Una città colorata.
Una volta installato il gioco, già dal primo avvio una cascata di colori accesi ci farà capire come essi saranno il personaggio principale di tutta la nostra avventura. Ci troviamo in una dimensione fantastica chiamata “Tinkerworld” dove attraverso i colori può essere creata qualsiasi cosa: da case a vestiti, e così via. La città dei colori è addetta alla produzione di vernice. In essa gli abitanti si distinguono per colori oltre che un aspetto fisico proprio e vivono in diversi quartieri. All’inizio della vicenda purtroppo ci troviamo già immersi in una situazione spiacevole: la città dei colori vive con quartieri nettamente separati e ognuno di essi entra facilmente in conflitto con gli altri. Pace e prosperità vengono minacciati e soltanto il nostro eroe di nome Koru potrà, attraverso le sue capacità latenti che verranno scoperte man mano che progrediremo nella storia, cambiare le sorti di un regno sull’orlo di una profonda crisi.
Koru è aiutato dall’amico Tap, ma non ci è subito chiaro quale sarà il nostro compito finché non progrediremo nella trama. Inizieremo ad apprendere i comandi di base comprendendo che sarà meglio sostituire con un controller della Xbox 360 il mouse e la tastiera: gestire la visuale può dare una sensazione di scomodità, nonostante il titolo rimanga pienamente giocabile. Dopo aver scambiato delle chiacchiere con qualche NPC che ci compare dinanzi, dovremo raggiungere la linea d’inizio per una gara. Girovagando per la mappa e lasciandoci trasportare da un level design degno di nota e ovviamente una pioggia di colori che in Full HD delizia gli occhi, raggiungeremo il banchetto dove registrarci per la gara, scoprendo che per farlo avremo bisogno di 500 gemme. Tap, il nostro fedele compagno, rimane stupito da tale situazione mai verificatasi prima e decide di indicarci la strada verso delle quest secondarie per conquistare le famigerate gemme per poi accedere all’iscrizione.
Un Platform adatto a tutti.
Quello che colpisce immediatamente del gameplay è che questo non è banale e né tantomeno dedicato a una fascia d’utenza che non ha pretese. Il gioco ha diversi livelli di difficoltà e Koru non dovrà soltanto destreggiarsi a risolvere puzzle intuitivi ma per nulla risolvibili in poche battute, ma sarà dotato di mani da cui far scaturire i suoi poteri e una scarica di pugni con cui affrontare numerosi nemici e rompere casse (Qualcuno ricorda Crash Bandicoot?) per collezionare gemme (Qualcuno ricorda Spyro?). L’idea che c’è alla base è buona e la storia di ottima fattura. Non abbiamo avuto modo di provare a fondo il titolo anche perché incompleto e verrà rilasciato soltanto questa estate tramite Steam su PC/Mac e i relativi store per console. Il titolo è per tutti ed è consigliato anche a un pubblico molto giovane che vuole esercitare la logica ma soprattutto provare un gioco che nella sua semplicità trova una ragione di esistere ed essere pubblicizzato.
Commento finale
The Last Tinker: City of Colors è una piacevole sorpresa nel mondo delle produzioni autonome. Un gioco compatto, dal level design degno di nota, ricco di colori. Un platform che prende le glorie del passato per dare una solida base a una storia molto interessante e che diventerà chiara soltanto andando avanti. Koru è un personaggio a cui ci affezioneremo subito e, man mano che passano i minuti su schermo ci verrà voglia di andare avanti. Purtroppo, essendo il titolo ancora in sviluppo e in rilascio per una non ancora confermata data estiva per questo 2014, presenta alcune imperfezioni che meritano un secondo di attenzione. Le animazioni dei personaggi sono ancora incomplete e meritano una maggiore cura; la varietà del titolo che traspare da una trama non banale dev’essere rispettata da puzzle sempre più complessi e in grado di sfruttare appieno il mondo di gioco. Il gameplay tramite mouse e tastiera avrebbe bisogno soltanto di una leggera ottimizzazione in modo da mantenersi al pari con l’impatto tramite controller. Siamo ansiosi di scoprire il gioco nella sua interezza.
Pro | Contro |
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– Affascinante e ben disegnato;
– Divert
ente e per certi versi rilassante; – Promette bene…
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– … anche se è decisamente da rifinire, soprattutto nelle animazioni;
– Mouse e tastiera un po’ scomodi
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