Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…
Versione testata Xbox One.
Strike Suite Zero, pubblicato nel 2012 tramite le donazioni su Kickstarter, offriva un’esperienza videoludica che si avvicinava alle produzioni viste parecchi anni prima grazie a titoli del calibro di X-Wing e Wing Commander. Visto il bacino d’utenza raggiunto con la versione PC, ecco che Born Ready Games torna con una versione riveduta e corretta del suo simulatore spaziale, disponibile oltre che per personal computer anche sulle console Xbox One e PS4. Le novità introdotte in questa Director’s Cut varranno il prezzo del biglietto? Scopritelo assieme a noi.
Siamo figli delle stelle
Corre l’anno 2299, sul pianeta Terra regna la pace e le guerre sono ormai un ricordo lontano. Pace e prosperità la fanno da padrone in quello che sembra essere il mondo ideale in cui vivere. Ma un giorno viene captato un segnale alieno proveniente dallo spazio, grazie al quale l’umanità riesce ad ottenere istruzioni su come costruire motori spaziali in grado di superare la velocità della luce. Grazie a questa nuova tecnologia, il genere umano fà un enorme balzo in avanti, costruendo astronavi per colonizzare nuovi mondi e andare alla ricerca dell’origine del misterioso segnale alieno. Tutto sembrava andare per il verso giusto, ma ben presto i nuovi mondi colonizzati pretesero l’indipendenza dalla federazione terrestre, la quale negò ogni richiesta. I coloni riuscirono a trovare la fonte del segnale alieno: un’astronave aliena precipitata su un pianeta, e all’interno della nave un segreto che non poteva essere diviso con la federazione terrestre. La guerra è inevitabile, ed è qui che entriamo in gioco noi.
Il fascino dello spazio profondo
Strike Suite Zero, come detto nell’introduzione, è uno sparatutto spaziale di stampo simulativo che ci calerà nei panni del tenente Adams, con il compito di recuperare il manufatto alieno e affrontare le armate ribelli in 13 livelli di difficoltà crescente. Per portare a termine la nostra missione avremo a disposizione 6 tipi di astronavi dalle caratteristiche differenti tra loro, con i propri pregi e difetti che andranno ponderati nel corso del briefing al fine di scegliere il mezzo più appropriato per svolgere le missioni che ci verranno affidate nel corso del gioco. Alcune di queste astronavi hanno la peculiarità di potersi trasformare per un breve lasso di tempo in un potente mech, in grado di ampliare la nostra potenza di fuoco e avere la meglio sulle flotte nemiche.
Una delle novità introdotte in questa Director’s Cut è la curva di apprendimento più bilanciata e alla portata di tutti. Infatti nelle prime 3 missioni, saremo accompagnati da tutorial utili a padroneggiare nel migliore dei modi il sistema di controllo, non proprio immediato, visto e considerato che utilizzeremo tutti gli stick, grilletti e tasti del joypad. Dopo una buona oretta passata a prendere dimestichezza con il sistema di controllo, la gravità zero ed i suoi effetti sulla navigazione nello spazio, si comincia davvero a divertirsi, elargendo missili a ricerca e cannonate al plasma verso ogni vascello nemico. Man mano che distruggeremo navicelle e incrociatori nemici, andremo a riempire una barra d’energia utile a trasformare la nave in mech. Per un tempo limitato, la metamorfosi in robot ci permette di semplificarci un po’ la vita, grazie ad un lock automatico sui nemici, alla maggiore semplicità di guida del mech stesso rispetto all’astronave, ed una potenza distruttiva più elevata.
A zonzo nel cosmo
Le missioni da affrontare spaziano da ricognizione, intercettazione di siluri, eliminazione di specifici obiettivi, scorta di trasporti e altro ancora. Il gameplay purtroppo è minato da sbalzi di difficoltà eccessivi, che rendono difficile la vita anche ai giocatori più esperti. Aggiungiamo a questo che l’intelligenza artificiale dei nostri alleati rasenta lo zero assoluto, in quanto non riceveremo mai copertura dalle navi amiche: saremo così empre presi di mira dai missili e dai laser avversari. Togliersi nemici in coda o eseguire manovre evasive, risulta quasi sempre impossibile, complice anche il sistema di controllo non proprio perfetto.
Il cattivo bilanciamento delle armi è un altro difetto che contribuisce ad aumentare la difficoltà di gioco; se è vero che con i missili a ricerca si può avere la meglio sugli avversari in maniera piuttosto indolore (spara e dimentica), lo stesso non si può dire utilizzando i cannoni. I cannoni al plasma sembrano inefficaci e soggetti ad un rapido surriscaldamento. La tecnica migliore è quella di distruggere più nemici possibili grazie ai missili, poi concentrarsi su quelli rimasti coi cannoni. A fine missione verremo sottoposti ad una valutazione della nostra performance; grazie alle medaglie ottenute, potremmo potenziare le navi a nostra disposizione o il mech Strike suit.
Si poteva fare di meglio?
Tecnicamente parlando, si nota che il titolo ha un’origine modesta e non tripla A. Le navi e gli incrociatori più grandi sono sì ben realizzati, ma scarseggiano di dettagli, specie se visti da vicino. Il design del mech risulta invece essere convincente e curato. Le esplosioni, i giochi di luce ed altri effetti particellari invece sono davvero ottimi, illuminando il freddo spazio grazie agli effetti vomitati su schermo dalla moltitudine di navi presenti, le scie dei propulsori ed i serrati dogfight ai quali assisteremo. Questo Strike Suit Zero: Director’s Cut risulta quindi piacevole da vedere, anche se ad un occhio critico non sfuggiranno alcune carenze di design. Il frame rate è solido e stabile anche nelle situazioni più caotiche.
Il comparto audio è ottimamente realizzato: buono il doppiaggio che accompagna le scorribande spaziali, ottimi effetti sonori che sembrano usciti da produzioni del calibro di Star Wars, con una colonna sonora molto valida e mai banale. Purtroppo manca un doppiaggio in lingua nostrana, ed i sottotitoli sono minuscoli, di difficile lettura. Questa magagna rischia di impedire di godere appieno di tutte le comunicazioni radio, perdendo di vista dettagli sulla trama e sugli obiettivi missione che vengono aggiornati dai nostri commilitoni. Fortunatamente gli obiettivi principali vengono sempre evidenziati nell’HUD della nostra astronave.
Per un coinvolgimento maggiore, consigliamo di usare la visuale all’interno della cabina di pilotaggio.
Commento finale
Oltre alle 13 missioni che facevano parte del pacchetto originale del gioco, questa Director’s Cut offre 5 missioni aggiuntive che fungono da prequel e offrono punti di vista differenti sulla trama di gioco. La longevità di gioco per portare a termine tutto il gioco si attesta attorno alle 8/10 ore. La difficoltà è elevata anche alle difficoltà più basse, complice una distribuzione di saves e checkpoint incomprensibile, e un tasso di mortalità elevata, dovuto in maggior parte al sistema di controllo non raffinato appieno e all’intelligenza artificiale inesistente dei nostri alleati. Incomprensibilmente manca una qualsivoglia modalità multiplayer, sia competitiva che cooperativa. Un vero peccato perché secondo noi si sarebbe adattata perfettamente alla natura del gioco in oggetto. Nonostante i difetti, Strike Suit Zero: Director’s Cut è un titolo godibile, specie per chi ha amato in passato questo genere di gioco; inoltre su console è una ventata d’aria fresca, il che non guasta mai.
Il prezzo per portarsi a casa questo titolo è 19,99€ , non male se consideriamo la sua durata complessiva.
Pro | Contro |
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– Ambientanzioni e atmosfere accattivanti
– Azione martellante
– Fisica e controlli realistici
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– Difficoltà elevata ed incomprensibile in certi punti
– Missioni alla lunga ripetitive
– Nessuna modalità multiplayer
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Voto Globale: 75 |