C’era una volta…
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Comincia così, come la più classica delle fiabe, uno dei titoli più attesi di questa primavera 2014, almeno da noi della redazione di 4News.it. Un TPS, un FPS, l’ennesimo remake? Niente di tutto questo, Child of Light unisce alle meccaniche più classiche dei platform Ubisoft, un gameplay ispirato ai mai dimenticati Final Fantasy e Chrono Trigger e il risultato è… scopriamolo insieme.
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La fiaba di Aurora
Aurora, unica figlia del duca d’Austria, è una stupenda bambina dai lunghi capelli rossi. Dopo la morte della madre, è lei, allegra e vivace, ed unico ricordo della donna un tempo tanto amata, a portare serenità nel cuore del Duca. La vita dei due viene però ben presto sconvolta dall’arrivo a palazzo di un’altra donna, che in poco tempo ruberà il cuore del Duca. Come ammaliato dal fascino di questa donna misteriosa, il Duca decide di sposarla. Alla felicità della festa seguirà però ben presto la disperazione. Aurora giace in un letto, fredda, come catturata da un sonno profondo…
La piccola però non è morta. Catapultata in un regno fatato su cui incombe una maledizione, con l’aiuto di tanti amici e soprattutto di Igniculus, una piccola scintilla di luce inviata dalla dama del bosco per aiutarla, proverà a salvare questo regno e a trovare la via smarrita di casa.
… Ed una lupa, che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame.
Child of Light è una mirabile sintesi tra due mondi: quello degli RPG giapponesi, a cui le meccaniche di gameplay sono fortemente ispirate, e quello occidentale, che con la sua sensibilità fornisce non soltanto l’ambientazione, tipica di alcune delle più belle fiabe dell’europa centrale e della Carinzia in particolare, ma anche colori e illustrazioni che ricordano da vicino le opere di alcuni grandi maestri dell’acquerello (su tutti Turner); il tutto misto, ancora una volta, a suggestioni tipiche dei film d’animazione dello studio Ghibli. Volendo scavare ancora più nel profondo, ma senza rovinarvi la sorpresa di scoprire a poco a poco questo piccolo gioiello, i primi minuti di gioco nel regno fatato ci hanno riportato alla mente addirittura una delle scene forse più note della letteratura mondiale come magistralmente illustrata da Gustave Doré, quella di Dante che, risvegliatosi in una “selva oscura”, incontra sulla sua strada la famelica lupa.
Child of Light recupera così le più classiche meccaniche di gioco degli RPG a turni, tanto care agli amanti di Final fantasy e di Grandia – titolo apparso su Playstation nel lontano ’97 – e le fonde con quelle del platform 2D di cui Ubisoft è maestra.
Dal mondo degli JRPG giapponesi ed in particolare dalle opere del genio di Yoshitaka Amano (creatore della serie Final Fantasy), il titolo mutua ad esempio il sistema di combattimento. Ogni qualvolta che ci si imbatterà in un nemico la schermata muterà e vi porterà in un’area di combattimento in cui, dapprima in solitaria, poi con l’aiuto di un altro membro del party, dovrete affrontare i nemici incontrati nel corso dell’avventura, ciascuno di essi vulnerabile ad un particolare elemento (fuoco, luce, acqua, fulmini).
Il sistema di attacco è ben strutturato, tattico ma allo stesso tempo facile da padroneggiare sin dai primi scontri. Su di una barra temporale viene scandita la velocità di attacco di ciascun membro del team e dei vostri nemici. Una volta che l’icona del personaggio avrà raggiunto l’inizio della parte rossa dell’indicatore, ci verrà chiesto di scegliere il tipo di azione da eseguire: difesa, attacco, utilizzo di pozione, ciascuna di queste con un diverso tempo di carica.
Una volta che l’indicatore del personaggio avrà poi raggiunto la fine della barra di stato, l’azione scelta verrà eseguita. Essenziale dunque per gli scontri è studiare a fondo il tempo di carica di ciascuna azione, per tentare di prevenire, anticipare o contrattaccare alle mosse dell’avversario. Il personaggio a raggiungere prima la fine della barra avrà infatti un discreto vantaggio: in caso di attacco effettuato nei confronti dell’avversario immediatamente seguente nella barra rossa, questo verrà interrotto e il suo indicatore tornerà all’inizio della barra, impedendogli quindi di effettuare la sua azione; in caso di difesa, caricata immediatamente senza raggiungere il termine della barra, si avrà la possibilità di sfuggire ai colpi avversari. A seconda del livello del personaggio questi avrà un determinato numero di Punti Forza e un determinato di Punti magia necessari per lanciare incantesimi.
Il sistema di combattimento è basato essenzialmente su attacchi di luce, acqua, fulmini e fuoco più un classico attacco in mischia ed è reso più profondo dalla possibilità di abbinare “perks” nella forma di pietre preziose raccolte nel corso dell’avventura. Queste conferiranno bonus ad attacco, difesa e magia. Le pietre, denominate Oculus, potranno poi essere combinate tra loro per crearne di nuove e più potenti secondo particolari combinazioni da scoprire di volta in volta.
Ciascun personaggio riceverà al termine degli scontri dei punti abilità che contribuiranno a far crescere il suo livello, che potranno poi essere spesi per il crafting del proprio personaggio. L’albero delle abilità è del tutto simile a quanto già visto nelle produzioni Final Fantasy (FFX in particolare) ma con una progressione meno confusionaria.
La grande peculiarità però del gameplay di Child of Light è rappresentata dalla presenza di Igniculus. Igniculus, controllabile tramite mouse nella versione PC e tramite lo stick analogico destro nella versione console, fornirà un prezioso aiuto alla piccola Aurora nella risoluzione degli enigmi ambientali di cui è infarcito il gioco, nella raccolta di gemme preziose irraggiungibili alla nostra protagonista, nella scoperta delle “Rivelazioni” (messaggi utili a far chiarezza sulla trama del gioco) e nell’accumulo dei punti forza e magia sparpagliati nella mappa.
Nel mondo di Lemuria per ricaricare il proprio indicatore di Punti forza e Magia sarà necessario raccogliere piccoli frammenti di luce rilasciati da piante magiche sparse per la mappa. Solo raccogliendole nel giusto ordine, indicato dalla prima sfera di colore giallo, proprio come in Rayman Origins/Legends con la raccolta dei Lums, sarà possibile ottenere “desideri” e guadagnare punti magia e forza.
Ma il ruolo di Igniculus risulta fondamentale anche in battaglia. La “scintilla magica” infatti avrà la facoltà di accecare i vostri nemici permettendovi di attaccarli alle spalle, cosa che vi fornirà un discreto vantaggio nella sezioni di combattimento, oppure di passare inosservati in zone particolarmente pericolose, evitando lo scontro. Quando in battaglia, Igniculus non soltanto potrà ripristinare parte dell’energia del vostro team, ma, accecando i vostri nemici, li rallenterà, permettendovi di anticipare le loro mosse.
In compagnia della luce [Co-op]
Child of Light ci ha piacevolmente sorpreso anche sotto questo punto di vista. Con un secondo pad o utilizzando semplicemente il mouse, un secondo giocatore potrà accompagnarvi nella vostra avventura nel mondo di Lemuria, aiutandovi nella maniera appena descritta. Il meccanismo funziona decisamente bene rendendo il secondo giocatore non solo uno spettatore passivo, ma attribuendogli un ruolo a volte fondamentale soprattutto negli scontri più complessi. Altra introduzione interessante è la possibilità di scovare messaggi segreti lasciati da altri players nel mondo di Lemuria, con consigli su passaggi segreti o su come affrontare alcuni nemici.
Uno spettacolo per gli “oculi”
Dal punto di vista visivo, Child of Light è un vero e proprio quadro animato. La bellezza delle illustrazioni – tutte disegnate a mano – e quella di alcune animazioni, rendono l’opera visivamente incantevole, restituendo un’atmosfera onirica davvero suggestiva. Il personaggio di Aurora, modellato in cell-shading, si muove su queste tavole ad acquerello in maniera fluida con animazioni che lasciano senza fiato: su tutte quelle del movimento fluttuante dei capelli o delle piccole ali da fata della protagonista. Il motore grafico UbiArt dona poi un tocco inconfondibile al gioco, sebbene in alcuni punti qualche sporadico calo di frame rate sia comunque visibile (la versione testata è quella PC).
Il comparto audio non è da meno, con melodie di pianoforte e flauto che rimarranno a lungo nella vostra mente anche una volta completato il titolo. Sebbene un po’ di varietà in più sotto questo profilo avrebbe sicuramente giovato ulteriormente alla produzione, si tratta di una delle più belle colonne sonore che ci sia capitato di ascoltare negli ultimi anni.
Il gioco è localizzato in italiano in maniera eccellente: tutti i dialoghi dei protagonisti (solo testuali) sono splendidamente tradotti in rima lasciando inalterato, rispetto alla versione originale, lo humour di alcune scenette. La voce narrante in italiano durante le cut-scene, poi, è adeguata all’atmosfera fiabesca di Child of Light. Il gioco ha una buona rigiocabilità e la longevità generale, anche grazie ad approfondite sidequest, a difficoltà normale si attesta su ottimi livelli.
Commento finale
Ubisoft ha fatto centro di nuovo: con Rayman Legends, Watch_Dogs e le tante nuove IP che la compagnia di Montreal ha in serbo per questo 2014, il publisher è tornato al centro del mondo videoludico.
Child of Light è una fiaba senza tempo. Un RPG che fonde sapientemente oriente ed occidente e due gusti così diversi di fare videogames. Artisticamente eccellente e con un gameplay che non dispiacerà, nella sua apparente semplicità, neppure ai puristi dell’RPG Made in Japan, il titolo è una perla che nessun appassionato videogiocatore dovrebbe lasciarsi sfuggire, anche in virtù del costo contenuto (14,99€ per la versione standard digitale).
Pro | Contro |
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– Visivamente incantevole
– Adatto anche a chi non va matto per i JRPG
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– Scontri un po’ ripetitivi
– Prima o poi finisce
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Voto Globale: 95 |