Una ventata d’aria fresca.
Versione testata: PlayStation 4.
Il team di sviluppo francese Spiders è abbastanza conosciuto per aver sviluppato alcune avventure “punta e clicca” come Gray Matter e pochi altri titoli non di grande rilievo, purtroppo. Solitamente una software house simile va ad essere un po’ di nicchia nel paesaggio videoludico, finendo per produrre giochi destinati principalmente agli appassionati di un genere che non richiedono nulla di particolare e rimanendo lì, in “penombra”, attende magari di essere inglobata in altre aziende più famose. Trattandosi inoltre di un team con pochi membri al suo interno, non ci si aspettano grandi progetti per tentare di entrare in scena con stile e ribaltare i concorrenti.
Ma cosa succede quando i membri di tale team sono alcuni tra i grandi sviluppatori del rinomato Silverfall e si sono da sempre dedicati agli RPG? Ve lo diciamo noi in modo metaforico: la classe non è acqua, e i ragazzi di Spiders sanno bene come attenersi a questo detto. Bound by Flame, il loro ultimo lavoro, è la prova inconfutabile che la qualità non si determina dalla quantità: chi ha mai detto che un team di sviluppo “di poco conto” non possa finire improvvisamente sotto i riflettori? Spiders Studios è uno di questi e scoprirete ben presto il motivo.
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Umano o Demone?
Le terre di Vertiel sono in grave pericolo: un’immensa armata di non-morti guidata dai Signori del Freddo sta seminando morte ovunque, portando gelo e neve con sé e rendendo impossibile la sopravvivenza anche ai pochi superstiti rimasti. L’esercito dei Signori del Freddo, oltretutto, non ha mai perso una guerra nei 10 anni passati, rendendosi temuto ed invincibile. L’intero territorio sembra essere condannato, ormai, a divenire una landa desolata controllata da scheletri e creature malvagie, ma c’è ancora una speranza: gli Scribi Rossi sembrano essere gli unici in grado di fermare questo apocalisse attraverso un particolare rituale.
Voi impersonerete Vulcan, un abilissmo guerriero dell’Ordine delle Lame Franche, un piccolo esercito incaricato di proteggere gli scribi per arrivare alla capitale Caraldthas e tentare di distruggere l’enorme armata che continua ad avanzare. Durante un attacco al tempio da parte di diversi non-morti, gli scribi eseguono il rito per porre fine a tutto, ma qualcosa va storto e Vulcan viene colpito da una “fiammata magica”. Dopo essersi ripreso, il guerriero capisce che qualcosa in lui è cambiato: comincia a sentire una voce che gli parla, ha una sensazione di potenza interiore, come se qualcosa si fosse impossessato del suo corpo. Ben presto viene a conoscenza di aver acquisito una sorta di doppia personalità: il Demone al suo interno, infatti, si manifesta in svariate situazioni e chiede di essere liberato per donargli tutta la sua forza. A questo punto, Vulcan si trova di fronte a due opzioni: cercare di contenere e reprimere il Demone mantenendo le sembianze umane o lasciare che si “impossessi” di lui e lo affianchi nella dura battaglia contro l’armata dei non-morti sprigionando la sua potenza? La scelta starà a voi, con tutte le conseguenze che entrambe porteranno.
La storia è davvero ben realizzata e le scelte che faremo durante il nostro cammino andranno ad influenzare il corso di essa, portando quindi a percorsi alternativi nonché a finali differenti. Come si evince dalla trama, inoltre, avremo la completa libertà di scegliere se liberare il Demone che c’è in noi o reprimerlo, pertanto il fattore rigiocabilità è abbastanza elevato per chi vuole scoprire i vari approcci offerti dal gioco. Ciò che è sicuramente da dire è il fatto che Bound by Flame parta “lento” per poi decollare sempre di più. Inizialmente, infatti, pareva di trovarsi di fronte all’ennesimo titolo tutto fumo e niente arrosto, ma proseguendo questa impressione è andata via via scomparendo con nostro grande stupore. Da qui abbiamo subito capito che il team di sviluppo sapeva molto bene il fatto suo e che non avrebbe deluso le aspettative dei giocatori. In termini di longevità, la durata totale si aggira attorno alle 15-20 ore a difficoltà normale, che sicuramente aumentano abbastanza selezionando l’ultimo livello di difficoltà; aggiungendo poi che il gioco offre finali alternativi, si superano tranquillamente le 40-50 ore, davvero ottime per un RPG non open world.
Un RPG di alto livello
Pur non offrendo un mondo di gioco vasto e aperto come ogni GdR che si rispetti ed essendo, invece, abbastanza lineare, Bound by Flame possiede comunque tutte le caratteristiche del genere e ne introduce altre ancora regalando un gameplay a dir poco ottimo. Le cose da analizzare sono davvero molte, ma partiamo dicendo che durante la nostra avventura incontreremo parecchi NPC pronti ad affiancarci in battaglia: passeremo da forzuti guerrieri ed abili arcieri a vere e proprie streghe o maghi che utilizzeranno la loro magia per difenderci o attaccare. Ognuno di questi personaggi avrà abilità differenti, permettendoci di adottare diverse tecniche d’attacco in base alle situazioni in cui ci troveremo. Inoltre, saremo in grado di scegliere il loro stile di combattimento, che si divide in automatico (ovvero l’NPC si adatta automaticamente alle circostanze), offensivo, difensivo e uno stile con un’abilità “speciale”: per farvi due esempi, una maga si preoccuperà principalmente di curarci in combattimento e un arciere di sferrare colpi più potenti a scapito, però, della sua velocità. Tutto questo influenza parecchio l’esito delle nostre battaglie contro le creature che ci troveremo di fronte, che ovviamente non staranno a guardare.
In seguito a questa affermazione, la nota di merito va sicuramente all’I.A. dei nemici, che è veramente ottima dato che se non saremo abbastanza pronti questi ci butteranno a terra per poi infliggerci ingenti danni senza che noi possiamo far nulla finco a quando non ci rialzeremo. La stessa cosa vale per i gruppi di nemici, che ci attaccheranno contemporaneamente costringendoci spesso a pararci e a contrattaccare al momento opportuno. I vari non-morti e le creature, inoltre, si divideranno in diversi tipi e sottovalutare anche il più semplice scheletro è la cosa più sbagliata da fare in questo gioco: ci è subito saltato all’occhio, d’altronde, che la difficoltà è decisamente tarata verso l’alto, con l’opzione Falco (ovvero difficoltà Normale) paragonabile tranquillamente a Difficile in qualsiasi altro gioco, che porta il giocatore a sudarsi davvero la vittoria durante i combattimenti. I livelli di difficoltà sono quattro, ma vi assicuriamo che a quella normale già facciamo fatica a sopravvivere contro i nemici e diverse volte siamo anche morti, quindi possiamo dire ad occhi chiusi che richiede quasi tanta abilità e prontezza quanto Dark Souls, garantito (abbiamo detto quasi, ndr.). Questo non può che giovare al titolo ovviamente, tenendo conto che oggi l’I.A. e la difficoltà sono spesso messi in disparte e non of
frono un grado di sfida soddisfacente per i giocatori hardcore. Occorre fare anche un piccolo cenno alle conseguenze riguardo la scelta di liberare il Demone o meno: scegliendo di sprigionarlo e progredendo nella “trasformazione”, ad esempio, ci spunteranno le corna e in quel caso non potremo più indossare elmi, ma il nostro mana si rigenererà più rapidamente, pertanto dovremo valutare bene ciò cui andremo incontro in base alla “forma” che preferiremo.
Le aree di gioco sono differenti, infatti passeremo da villaggi ad ostili paludi fino a raggiungere montagne innevate. Trattandosi di un RPG, ci verranno assegnate sia missioni primarie, volte al completamento della storia, sia secondarie, che ci permetteranno di incontrare nuovi NPC e trovare oggetti, armi e quant’altro. Anche questi obiettivi ci porranno di fronte a delle scelte ogni tanto, andando a modificare in minima parte gli eventi futuri. E’ stato pure introdotto un ciclo giorno/notte con possibilità di dormire in tende da accampamento per velocizzare il tempo; alcune missioni richiedono una particolare ora per essere affrontate, portandoci a sfruttare questo “sistema”.
Per quanto riguarda l’evoluzione del personaggio e l’armamentario, dobbiamo dilungarci abbastanza date le innumerevoli opzioni. All’inizio del gioco avremo la possibilità di creare il nostro protagonista nei suoi tratti più semplici, ovvero la tipologia di viso, capelli, sesso e nome personale, anche se durante il gioco verrà sempre chiamato Vulcan dagli NPC. Avremo a disposizione tre stili di combattimento, ognuno con dei pro e dei contro a seconda delle situazioni:
– Guerriero: brandiremo armi pesanti come spade, martelli e asce che infliggeranno più danni a scapito della velocità d’attacco; potremo anche parare in modo più efficace gli attacchi più potenti che, diversamente, potrebbero sfondare le nostre difese.
– Ramingo: l’agilità e la velocità caratterizzano questo stile, permettendoci di schivare gli attacchi nemici e contrattaccare più facilmente grazie all’utilizzo di due daghe, anche qui il tutto a scapito del danno, che sarà ridotto. Sarà anche possibile utilizzare la modalità Furtivo, che ci farà avvicinare silenziosamente ai nostri bersagli e infliggere maggiori danni.
– Piromante: sfrutteremo il potere del Demone, che ci permetterà di lanciare palle di fuoco, incendiare la nostra arma per un determinato lasso di tempo infliggendo danni maggiori e altri poteri, tutto questo utilizzando il mana.
A proposito delle barre di mana e salute, queste si rigenereranno lentamente con lo scorrere del tempo o più velocemente bevendo le rispettive pozioni. E’ possibile, poi, potenziare il nostro personaggio attraverso un albero delle abilità semplice nelle opzioni offerte ma ben realizzato: per quanto concerne il miglioramento di Vulcan in sé, potremo aumentarne la salute massima, il mana, l’abilità con determinate armi e i danni inflitti, l’esperienza ottenuta uccidendo le creature e molti altri aspetti. Riguardo i vari stili di combattimento, potremo migliorarli tutti e tre a nostro piacimento, aumentando la probabilità di colpo critico, il potere di interruzione (ovvero l’efficacia delle parate senza dover finire a terra in seguito ad un duro attacco), la velocità e via discorrendo. Per poter applicare questi potenziamenti, ovviamente, occorrerà sfruttare i punti ottenuti al passaggio di ogni livello del personaggio. Per sferrare gli attacchi da piromante o per utilizzare pozioni e altri oggetti, avremo a disposizione un rapido menu a ruota che ci permetterà di selezionarli in un attimo evitando di perdere tempo aprendo l’inventario vero e proprio.
L’armamentario non consisterà solamente in spade, martelli, asce e daghe, ma potremo anche attaccare dalla distanza grazie a balestre oppure posizionare a terra delle trappole esplosive, molto utili per danneggiare gruppi di non-morti evitando di morire. Potremo reperire nuove armi e armature di ogni tipo durante il nostro cammino all’interno di scrigni, barili e casse, che daranno anche oro, materiali e altro loot, oppure comprarle presso i mercanti spendendo l’oro che possediamo; ovviamente, potremo anche rivenderle per ricavarne qualcosa.
Un altro fattore interessante è il crafting di armi e armature al fine di potenziarle, infatti raccogliendo il loot otterremo materiali utili per migliorare il nostro equipaggiamento, mentre i più “impazienti e ricchi” potranno acquistare le varie materie prime richieste sempre dai mercanti. I potenziamenti delle armi si limitano ad else, pomoli, estensioni delle asce e affini di diversi tipi, andando ad aumentare l’attacco e altri parametri fino all’applicazione di danni da veleno, da fuoco e simili. Riguardo l’upgrade delle armature, invece, potremo aggiungere spallacci, gomitiere, stivali, guanti ed elmi sempre volti ad aumentare la nostra resistenza generale e contro armi con effetti applicati al contatto. Le trappole esplosive, le pozioni e i dardi per la balestra, inoltre, potranno essere anche creati da noi stessi sempre avendo tutti i materiali richiesti, quindi vi è anche un crafting degli oggetti. Una feature particolare introdotta nel gioco è la possibilità di riciclare armi e armature oltre a venderle: questo permette di non ricavare soldi, bensì materiali da utilizzare in seguito senza doverli trovare o acquistare; a seconda della situazione quindi, se siete a corto di oro e necessitate di qualche materiale, “distruggete” la vostra arma e ricavateli da lì.
Per finire, il sistema di combattimento, pur essendo molto semplice nell’insieme, con attacchi divisi fra potenti, ma lenti, e “deboli” ma agili e rapidi come spiegato nei tre stili, svolge bene il suo ruolo, anche se i più esigenti avrebbero preferito più movimenti e colpi specifici, magari indirizzati a diversi arti per attribuire maggiore realismo al tutto. Il gameplay, pertanto, è solido e ben realizzato con tutto ciò che un gioco di ruolo necessita. Ciò che avrebbe sicuramente reso questo titolo quasi sublime sarebbe stata una modalità cooperativa, purtroppo del tutto assente ma che avrebbe ampliato ulteriormente l’esperienza di gioco, regalando ore e ore di divertimento aggiuntivo in compagnia di un amico.
Esteticamente godibile, ma non troppo.
Ecco che arriva, purtroppo, un’altra pecca di Bound by Flame, ovvero il comparto grafico, realizzato in cell-shading. Sia chiaro che con questa frase non significa che sia pessimo da ogni punto di vista, ma per essere stato sviluppato anche per PlayStation 4 ed avendo testato proprio quella versione, la grafica non offre nulla di particolare che faccia apprezzare visivamente il titolo. Le texture sono accettabili per quanto riguarda esseri umani, creature e vestiti,
ma l’ambiente circostante avrebbe potuto essere più curato. La nota dolente va sicuramente alle espressioni dei personaggi, che sono quasi assenti e pesano sulla riuscita di dare enfasi in molti discorsi: ad esempio, se un guerriero è infuriato e sta gridando, la fronte e le sopracciglia si aggrottano appena, ma non meritano per nulla. Si possono anche riscontrare degli sporadici cali di frame rate, ma sono davvero rari e non rovinano, fortunatamente, l’esperienza di gioco. Insomma, dal comparto grafico si poteva ottenere molto di più, anche perché l’engine ha tutte le potenzialità richieste ma non sono state sfruttate a dovere.
Il comparto audio è ben realizzato, ma per quanto riguarda le musiche a volte sono fuori luogo e troppo alte, costringendo a modificarne il volume nelle impostazioni. L’atmosfera generale, comunque, è ben ricreata e le ambientazioni sono variabili fra loro, senza avere un senso di “riciclo della mappa” ogni tre per due. Riguardo il doppiaggio, il parlato è in inglese e si sente che i discorsi sono stati realizzati con impegno da parte dei doppiatori. Abbastanza spesso i dialoghi contengono frasi ironiche che fanno sorridere il giocatore, peccato che non si possa dire altrettanto per le espressioni che, come detto, vanno a rovinare il risultato. Se queste carenze fossero colmate con un eventuale secondo capitolo, sicuramente il gioco ci guadagnerebbe parecchio e l’esperienza finale migliorerebbe sensibilmente.
Commento finale
Bound by Flame si è rivelato davvero un ottimo titolo in grado di regalare svariate ore di gioco accompagnate da un’elevata difficoltà che sarà sicuramente amatissima dagli hardcore gamers, dato che di questi tempi i titoli tendono a peccare sotto questo aspetto. Purtroppo, graficamente non eccelle e la completa assenza di una modalità cooperativa non giova a questo titolo, che rimane però ottimo sotto il profilo del gameplay: albero delle abilità, crafting di oggetti, armi e armature, diversi stili di combattimento e molto altro. In poche parole, il team Spiders è stato in grado di realizzare un gioco nel complesso ben riuscito, ma non ancora ottimo su diversi aspetti. Certamente l’acquisto è consigliato per gli amanti del genere RPG, ma anche i neofiti del settore sapranno apprezzarlo nella sua “presunta” semplicità. E se amate Dark Souls, beh, Bound by Flame è ottimo per “allenarsi” e prepararsi grazie alla sua difficoltà, come sottolineato nella recensione.
Pro |
Contro |
– Ottima trama
– Crafting, potenziamenti e svariate abilità
– Buona longevità per un RPG non open-world
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– Comparto grafico poco sfruttato
– Espressioni quasi inesistenti
– Assenza di una modalità cooperativa
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Voto Globale: 85 |
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