Il ritorno dei Bungie dopo l’era Halo.
Versione testata: Xbox One
Chi non ha mai sentito parlare dei ragazzi di Bungie probabilmente è perché non conosce il brand Halo e la sua evoluzione sul mondo Xbox. Stiamo parlando di sviluppatori che per dieci anni hanno concentrato tutte le forze nelle avventure del Master Chief e che ora, separandosi da Microsoft e acquisendo una nuova proprietà intellettuale, con la benedizione di Activision si immergono in una sfida interessante e a lungo termine: Destiny.
Già ai primordi di Halo nel 2001 sono state scritte decine di note su come i Bungie e la loro cura minimale dei dettagli ha permesso agli shooter di cambiare nettamente strada. Ed è stata tutta questa esperienza accumulata negli anni che ha permesso di gettare le basi di ciò che ormai tutti chiamano “Saga letteraria”. Perché in effetti Destiny non è un semplice videogioco, ma un’esperienza che vedrà nei suoi dieci anni di programmazione un’evoluzione costante, l’inserimento di decine di storie e missioni che andranno ad alimentare e narrare una vicenda più grande: l’avventura dell’uomo immerso in una ennesima lotta per la sopravvivenza.
Abbiamo già messo in fila alcuni pensieri sulla beta di Destiny provata in questi giorni su PS4, nello specifico se n’è occupato il nostro Jacopo Minardi, ma cercheremo in quest’altra occasione di ripercorrere dei ragionamenti e avviarne di nuovi, alla fine di quella che è stata un’intensa prova sul campo.
{media load=media,id=6965,width=700,align=center,display=inline}
1.000 storie per raccontarne una!
Gli sviluppatori hanno detto sin da subito, l’anno scorso quando Destiny è stato annunciato al mondo, che il loro lavoro avrebbe concentrato una quantità immane di energie per creare un prodotto longevo e costantemente arricchito di contenuti. L’essere umano è reduce da una florida epoca di scoperte scientifiche e ricchezza, una nuova l’Età dell’oro. Durante le esplorazioni spaziali che gli hanno permesso di conoscere a fondo la Luna, Marte e altri pianeti che visiteremo nel gioco, non è potuta però mancare un’aspra lotta contro razze nemiche che hanno decimato l’intera umanità, costretta poi a rifugiarsi su Marte, in una base che fungerà da HUB per il giocatore: la Torre.
L’uomo ha perso il controllo sulla sua vita, e soltanto grazie ad una sfera gigante i cui segreti verranno disgelati nel corso dell’avventura, il Viaggiatore, è riuscito a salvarsi e a utilizzare le sue conoscenze in campo militare.
Nei prossimi anni verranno raccontate decine e decine di storie, molte di queste autoconclusive e che contribuiranno ad espandere la saga per offrire visioni sempre più intime di un’epoca dura di lotta e ricostruzione del genere umano. Non è stata palesata alcuna “gran minaccia”, ma già intravediamo la base per qualche grande battaglia pronta a segnare punti determinati nella trama. Destiny quindi si pone come un prodotto dinamico e che cambierà molte volte la propria faccia.
Dietro le quinte c’è tanta tecnologia
In numerose interviste è stato spiegato come verrà offerta una nuova visione di multiplayer. In pratica Destiny può essere un’avventura goduta in solitario, oppure con amici. Anche senza una lista di compagni di merenda possiamo intraprendere le missioni per poi vederci arrivare in aiuto altri giocatori per completare la squadra e terminare la nostra quest. Alcune di queste necessiteranno la presenza di tutte le classi disponibili in gioco (attualmente 3, Warlock, Titan e Hunter), per cui, senza caricamenti o transizioni di sorta vedremo la squadra completarsi. La ricerca di questa fluidità è stata alla base di tutto e dietro c’è un sistema complesso di algoritmi che gestisce il livello di difficoltà delle missioni, il comportamento dei nemici che permette ad una I.A studiata per benino di mettere a dura prova la pazienza del giocatore e quella dell’intera squadra.
Ma inoltre a farla da padrona è un’interfaccia grafica minimale e poco invasiva. La gestione delle armi, dell’armatura, delle abilità e delle schermate avviene in pochi passaggi, per non lasciar perdere troppo tempo al giocatore messo costantemente sotto pressione. L’obiettivo dei Bungie era, ed è, offrire un multiplayer fluido e che permette al giocatore di immergersi totalmente, dimenticando di essere di fronte un videogioco.
“Rinasce, cresce, spara!”
Dopo un’introduzione sul triste destino dell’umanità che tra film e videogiochi viene costantemente martoriata, l’avventura nella Beta inizia nell’antica Russia, su un pianeta terra che ha cambiato totalmente volto ed è diventato un luogo inospitale dopo fortissimi e prolungati attacchi di oscure razze aliene. Al nostro risveglio verremo richiamati da uno “spettro” inviato dal Viaggiatore, un condensato di tecnologia e intelligenza che ci guiderà per le nostre avventure fornendo dettagli sulle missioni, illuminando luoghi buoi e studiando gli obiettivi. L’approccio con il sistema di comandi è immediato e intuitivo, la nostra prima missione chiara: dovremo sfuggire da un imminente attacco nemico per prendere possesso di una nave e andare su Marte dove c’è la Torre, avamposto che fungerà, come detto, da Hub per incontrare giocatori e acquistare potenziamenti.
Nelle prime fasi di gioco noteremo subito che ogni nemico avrà una sua dialettica in combattimento e reagirà in maniera diversa in base a come noi ci porremo contro di essi. Ci sono nemici che combatteranno in gruppo e risulteranno devastanti, altri sembreranno poco furbi e facilmente atterrabili. Altri ancora attenderanno il momento in cui dovremo ricaricare l’arma per correrci dietro e attaccare corpo a corpo. All’aumentare del livello di difficoltà e andando avanti nelle missioni il tutto diventerà sempre più complesso e si paleserà la voglia dei Bungie di farci giocare in compagnia, per formare una squadra in grado di sfondare egregiamente le dure linee nemiche.
Preso possesso di una nave arrugginita compiremo un “salto” per andare a casa e conoscere il nostro destino, o almeno qualche accenno.
Dalla torre sarà possibile incrociare altri giocatori e avere interazioni con loro come ad esempio salutare, ballare (sì), sedersi e perdere tempo a saltare qua e là. Sarà possibile acquistare armi, potenziamenti vari con il Lumen, fonte energetica che funge da unica valuta, e far interpretare pezzi cifrati e sbloccare armi e armature. Ottenere missioni e acquistare nuove navi. Da qui si potrà andare in orbita e selezionare il pianeta da raggiungere, perché il genere umano ha conosciuto un bel po’ dello spazio circostante. Durante la beta è stato possibile compiere delle missioni sulla Terra, attualmente solo nell’antica Russia, e per un breve periodo accedere alla luna prima che i server ci lanciassero fuori dalla finestra con un arrivederci.
La selezione delle missioni è intuitiva: queste forniscono attraverso uno schema la natura delle stesse, ricompense eventuali e la difficoltà di gioco. Da qui potremo giocare in solitario o con amici e verrà man mano che i minuti passeranno
palesandosi un gameplay solido e, per certi versi, addictive.
Nelle ultime fasi di ogni missione (ma spesso anche a metà) c’è la fatidica “Zona a rientro limitato” che vedrà un risvolto importante per il raggiungimento degli obiettivi: i combattimenti qui saranno molto più intensi e ogni errore potrebbe essere fatale.
A tal proposito, non c’è limite alle resurrezioni, ma ad ognuna di esse il tempo per ritornare in gioco aumenterà, soltanto accorciato dagli amici che potranno rianimarci avvicinandoci. Potrebbe sembrare deleterio, ma a nostro parere è un ottimo modo per non frustare il giocatore, perché in combattimento è necessaria la presenza di più giocatori schermo e la loro assenza potrebbe (e lo abbiamo provato) generare spiacevoli situazioni di stallo.
“Armi, armature e classi”
Le armi ovviamente la faranno da padrona. Avremo a disposizione almeno due tipologie e nel nostro caso ci siamo armati in preferenza di un fucile di precisione (arma speciale) e un mitra dalle sembianze di un kalashnikov sotto viagra (arma principale). Nel corso della storia, aumentando di livello e compiendo missioni sarà possibile costruire un arsenale molto fornito e letale, che in determinati casi e per combattimenti complessi sarà necessario padroneggiare per sopravvivere. A completare ciò ci sarà l’armatura composta da stivali, guanti, armatura, elmetto e visore che potranno essere ibridizzati per una combo difensiva degna di menzione nei manuali di gioco. Niente di tutto ciò però rasenta i livelli di un GDR. Destiny è un gioco che nella lenta progressione del personaggio selezionato rivela di essere abbastanza semplice e lineare. All’inizio dell’avventura potremo scegliere razza e classe. Tra le prime abbiamo: Umani, Insonni (ibridi tra umani e alcune razze aliene) ed Exo (tipologia di robot dal fisico robusto e metallico). Per le seconde invece: Titan, Hunter e Warlock. La scelta della razza e della classe sarà utile per definire un sistema di combattimento di base con mosse predefinite, ma proseguendo nel gioco la scelta non si rivelerà limitante come per molti altri titoli, per cui non si corre il rischio di “sbagliare” combinazione e ricominciare l’avventura dopo neanche due ore.
Destino tecnico
La nostra prova su Xbox One è stata più che soddisfacente. Sul piano tecnico i Bungie hanno riversato tutta la loro capacità organizzativa e di ottimizzazione e un risultato migliore, al momento e tranne per qualche piccola e dovuta sbavatura, non potevamo aspettarci. Il comparto grafico fa la sua discreta figura, nonostante non siamo nei confronti di un titolo che fa della grafica la sua ragione di vivere. Permettendoci un piccolo off topic inoltre, mettendo a confronto video e screen della versione PS4 non abbiamo trovato differenze sostanziali, per cui è definitivo: Destiny in salsa nextgen non predilige una console nello specifico. Per quanto riguarda l’audio, la soundtrack ricorda tanto Halo e quella scelta di deliziare i timpani dei giocatori con atmosfere evocative. Non abbiamo avuto problemi nella gestione dei volumi e la voce di chi provava a parlare con noi era chiara. Per quanto riguarda il resto c’è soltanto da fare una menzione ad una intelligenza artificiale che per quanto organizzatissima a volte sembra non svolgere efficacemente il suo ruolo, complice secondo noi il fatto di essere nelle fasi finali di rifinitura. Per il resto i caricamenti sono sempre stati molto rapidi e la promessa di fluidità in gioco è stata pienamente rispettata. Una beta molto matura, non c’è che dire.
Commento finale
Destiny è un’esperienza molto promettente. I Bungie stanno investendo per i prossimi dieci anni una immane quantità di idee ed energie che vengono coperte da un tetto di responsabilità senza fine. La beta ci ha permesso di condensare tutte le indiscrezioni e features annunciate nei mesi precedenti e la maggior parte delle aspettative è stata soddisfatta pienamente. Nonostante il messaggio di scuse anticipate a schermo “scusateci per la polvere”, Destiny ci è apparso maturo, scintillante ed ormai pronto per un polish finale e all’arrivo sul mercato dove, attraverso la prova del nove, i server verranno messi sotto grandissimo stress. Nonostante ciò alcuni dubbi permangono: la I.A a volte imprecisa, le missioni secondarie tendenzialmente ripetitive; per alcuni potrebbero essere minuziosità ma in realtà vanno a stonare con un panorama degno della saga letteraria cui si prefige di diventare.
Aspettative | Perplessità |
---|---|
– Tanto divertimento per un gameplay addictive;
– Storie in grado di rapire la nostra attenzione;
– Missioni secondarie più varie…
|
– … perché attualmente troppo ripetitive;
– Una I.A ancora da completare
|