Recensione Sword Art Online (SAO) Hollow Fragment

Il labile confine tra realtà e realtà virtuale.

Versione testata PlayStation Vita.

Immaginate di poter mettere le mani su un gioco così realistico da riuscire a coinvolgere tutti i vostri sensi: potete sentire la brezza primaverile sulla pelle, l’odore di fiori sconosciuti, provare sapori diversi da quelli mai provati nemmeno nel miglior ristorante del mondo. Ora immaginate che in questa realtà voi possiate combattere armati di spada, pugnale, mazza o lancia, contro mostri mitologici e bestie feroci, sentire il peso dei loro attacchi e provare persino dolore quando venite colpiti. Con il Nerve Gear, in un futuro non troppo lontano, tutto ciò è quello che potrà offrire la realtà virtuale. Un sogno per tanti videogiocatori, abbattere le barriere tra i mondi in cui “viviamo”; un sogno che, per i 10.000 “fortunati” che hanno potuto acquistare Sword Art Online al day-one, si tramuterà presto in incubo.

Siamo nel 2022, in Giappone, e questa è in estrema sintesi l’idea alla base della light novel di Reki Kawahara e dell’omonimo anime di cui è recentemente iniziata la seconda stagione: in Sword Art Online protagonista è Kirigaya Kazuto, un giovane beta tester che si ritrova intrappolato nel mondo virtuale di Aincrad, che lui stesso aveva testato durante le fasi di closed beta, senza possibilità di effettuare il Log-out. Il game creator, Kabaya Akihiko, ha infatti deciso di portare il suo gioco su un nuovo livello di realismo. Così, sfruttando la potenza del Nerve Gear e le sue interazioni con il cervello umano, ha ricalibrato l’hardware, facendo sì che la morte in-game equivalga alla morte anche nel mondo reale. Spetterà dunque a Kirito ed i suoi nuovi compagni salire i 100 piani di Aincrad, battere il gioco e riportare nel mondo reale i sopravvissuti.

Ma quando sembra di essere giunti ormai al lieto fine, accade qualcosa di inaspettato: nascono così Infinity Moment e Hollow Fragment.

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What if…

Sword Art Online Hollow Fragment si inserisce in un diverso filone narrativo rispetto ad anime e light-novel, in un what if che riporta i fan della serie alla boss fight del 75esimo piano. Siamo in effetti all’interno della stessa storia narrata in Infinity Moment, titolo per Psp mai arrivato in Europa, di cui Hollow Fragment può essere considerato una sorta di Dlc: azzeccatissima dunque la scelta di integrare i due capitoli all’interno di un unico gioco, con esponenziale aumento della longevità globale (si parla di oltre 100 ore, tra quest primarie, secondarie e dialoghi… tonnellate di dialoghi. E se non masticate l’inglese, inutile proseguire oltre).

Ma torniamo alla trama: il bug di sistema che ha portato Kirito (alias di Kazuto) e compagni al piano numero 76, ha dato ai giocatori anche accesso ad alcune aree altrimenti irraggiungibili. Ne è un esempio la Hollow Area, una zona in cui Kazuto viene teletrasportato senza motivo apparente e dove fa la conoscenza di un orange player, ovvero un giocatore “assassino”: Philia. I due, costretti dalle circostanze (e dall’incapacità del protagonista di farsi i fatti suoi quando c’è di mezzo una ragazza), raggiungono insieme una sala di controllo dalla quale Kirito può ritornare ai piani stardard di Aincrad. Da questo momento in poi, attraverso il portale del piano 76, sarà possibile viaggiare senza soluzione di contunità tra i due giochi inclusi nel pacchetto proposto da Namco.

L’idea della fusione è decisamente interessante, ma, se non avete apprezzato la trama creata da Kawahara, il videogioco difficilmente vi farà ricredere sul plot della serie. Coloro che, come chi vi scrive, sono invece diventati dipendenti dal mondo di Aincrad e dall’idea di una simile realtà virtuale, difficilmente riusciranno a staccarsi dalla Ps Vita e a rinunciare all’occasione di scalare finalmente tutti i livelli di gioco. I personaggi sfruttano diversi cliché nipponici e, anche quelli inediti, sono ovviamente delle ragazze innamorate del protagonista. Nulla di veramente originale, insomma; ma perché cambiare un formula consolidata, che trova la sua giustificazione nel successo dell’anime?

Tra skill e interazioni sociali

Sword Art Online è un jRpg, che emula l’ambiente di gioco di un Mmorpg, con influenze dai simulatori di appuntamenti. Pur mancando di una componente multiplayer online, è possibile giocare in locale con altri quattro giocatori; purtroppo, non avendo nemmeno lontani conoscenti da sfruttare per lo scopo, questo aspetto non potrà essere trattato in questa sede. Passiamo dunque ad analizzare le meccaniche in singolo.

Sia Hollow Fragment che Infinity Moment si basano su un sistema di combattimento per massimo due giocatori: abbiamo da una parte Kirito, ovvero il nostro alter ego, dall’altra un partner che potrà essere scelto di volta in volta tra i personaggi “umani” del gioco. Fanno eccezione le boss fight più impegnative ed alcune side quest, nelle quali saremo chiamati ad aiutare dei “party” guidati dalla Cpu a salire di livello. Le missioni assegnate dagli Npc possono dunque essere affrontate in solitaria oppure in coppia. L’intelligenza artificale in quest’ultimo caso non è eccelsa, ma il giocatore dispone di una serie di comandi da impartire al membro del suo party; pur non essendo eseguiti in tempo reale, tali ordini sono comunque indispensabili nelle lotte più impegnative.

Gli scontri si affrontano poi facendo larghissimo uso delle skill: ciascuna arma a nostra disposizione, infatti, richiede molto allenamento per dare accesso alle abilità più potenti, indispensabili in ogni occasione, perché anche i nemici più deboli richiedono troppi colpi stardard prima di essere abbattuti. Visto che però ciascuna skill d’attacco consuma Sp e, generalmente, è difficile utilizzarne più di tre a distanza ravvicinata, diventa penalizzante giocare in solitaria. La potenza degli attacchi è inoltre gestita dal “burst”, un sistema di energia basata sul rischio di ciascun attacco: così, quando saremo in prima linea, la nostra barra si svuterà rapidamente; al contrario, quando, utilizzando lo “switch” con il compagno, potremo attaccare ai fianchi, i nostri colpi avranno maggiore efficacia.

La crescita del personaggio, infine, si basa principalmente sull’acquisizione di skill più potenti; in secondo luogo, abbiamo la ricerca di equipaggiamenti rari e, in misura minore, l’aumento di livello. Poco incisivo, almeno all’inizio, il potenziamento delle armi presso il fabbro: Lisbeth, la nostra blacksmith di fiducia, ha infatti perso le sue abilità – a causa dell’errore di sistema cui abbiamo già accennato – e non potrà per questo darci una grossa mano finché non riuscirà a riconqustarle.

Poteva poi mancare un po’ di sano fanservice? La domanda è retorica e, per la gioia dei completisti, esistono tutta una serie di immagini in Gc che potranno essere sbloccate nell’apposita galleria. Per accedervi, però, occorre dedicarsi con una buona dose di pazienza alla componente, per così dire, “social” del titolo. Come in un classico simulatore di appuntamenti, dovremo così portare a spasso le spasimanti del nostro Kirito, offrire loro del cibo (ma se volete il trofeo d
i platino potrebbe essere una spesa inutile) e parlare con loro. Le conversazioni in questo caso, sotto forma di minigioco, in cui premere correttamente R (90% dei casi) o cerchio, sono dei veri e propri dialoghi non-sense, del tutto facoltativi ma utili anche a migliorare l’intesa in battaglia. Le conversazioni che si sbloccano con i vari personaggi non sono il massimo dell’originalità, ma siamo sicuri che saranno apprezzate dai fan della serie.

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Strana alchimia

Diciamolo chiaramente: Sword Art Online Hollow Fragment potrebbe essere tranquillamente la versione Psp di Infinity Moment emulata su Ps Vita. Pur giovando nel cambio generazionale di una grafica tendenzialmente più pulita e di scene di intermezzo in Gc sempre apprezzabili, il gioco non fa un grosso salto di qualità nemmeno all’interno della Hollow Area. Il caricamento delle aree più densamente popolate (si parla di massimo una decina di personaggi a schermo) è spesso soggetto a rallentamenti, mentre il movimento dei “players”, sia all’interno della città, sia nelle mappe esterne, è poi completamente incoerente con la situazione di gioco o con quanto visto pochi secondi prima in un’area limitrofa. Nonostante ciò, il titolo riesce comunque a farsi apprezzare.

L’audio non è indimenticabile, ma comunque discreto; la localizzazione in inglese dei testi, infine, pur non essendo sempre fedele al 100% è tutto sommato accettabile, almeno nelle parti in cui abbiamo potuto riconoscere le parole giapponesi.

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Commento finale

Sword Art Online Hollow Fragment è uno spin-off decisamente interessante: riadattando per le Ps Vita occidentali l’inedito Infinity Moment, pur senza grossi stravolgimenti tecnici, Bandai Namco riesce a proporci un buon jRpg con una longevità da far invidia a larga parte dei titoli per home console. Nonostante poi venga seguita una sceneggiatura alternativa a quella della serie regolare, il gioco riesce a mantenersi fedele allo spirito leggero della trama originale, riproducendo in maniera adeguata le personalità dei vari protagonisti.

Siamo in definitiva di fronte ad un must have per tutti i fan dello spadaccino nero, consigliabile anche a tutti coloro che cercano un’esperienza di gioco longeva per la loro portatile Sony.

Pro Contro 
– Longevità invidiabile (e nuovi Dlc gratuiti appena rilasciati)
– Infinity Moment integrato e incluso nel prezzo
– E’ a tutti gli effetti Sword Art Online
– Comparto tecnico di vecchia generazione
– Assenza del multiplayer online
– E’ a tutti gli effetti Sword Art Online
  Voto Globale: 80
 
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