Recensione Akiba's Trip: Undead & Undressed

Akihabara ci aspetta!

Versione testata PlayStation 4.

Ahhh, il quartiere di Akiba… Chiunque abbia il coraggio di definirsi otaku ha sentito parlare delle sue meraviglie: dalle sale giochi ai maid café, passando per gli innumerevoli negozi di elettronica, videogiochi, action figures… Un vero e proprio paradiso nerd!

Fin dalla prima volta che quelle strade piene di gente strana e cosplayer ci sono apparse durante la puntata di qualche anime, abbiamo tutti immediatamente deciso che, non appena avremmo trovato il modo di andare in Giappone, almeno tre quarti della nostra vacanza l’avremmo passata in quei fantastici luoghi di perdizione.

Sappiamo bene, però, che solo pochi di noi riusciranno alla fine a realizzare questo magnifico sogno…

Quando però ogni speranza sembra svanita, ecco arrivare in nostro soccorso i ragazzi di Xseed, i quali, grazie alla lungimiranza di NIS America, sono riusciti a portare le bellezze di Akiba fin dentro le nostre case. Akiba’s Trip: Undead & Undressed, secondo capitolo di una saga che sbarca per la prima volta in Europa, è infatti un vero e proprio viaggio all’interno del celebre quartiere di Tokyo, nonché un pioneristico omaggio al superiore e pacifico stile di vita degli otaku.

Dopo la parentesi autunnale su PlayStation 3 e PlayStation Vita, il gioco arriverà la prossima settimana anche su next-gen, con tante novità e qualche piccolo miglioramento. Pronti a salire sull’ottovolante di questa reale utopia? 

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Tutto per quelle statuette… datemi le mie stramaledette statuette!!!

Se avete già affrontato la storia su PS3 o PS Vita sicuramente conoscerete già le disavventure di Nanashi: allettato dalla possibilità di ricevere come compenso rari articoli da collezione (che sappiamo tutti essere indiscutibilmente migliori di un pagamento in denaro), il nostro eroe ha accettato senza riserve di prestarsi come cavia umana per testare alcuni farmaci sperimentali. Le cose però non sono andate come se le era immaginate e, ad esperimento concluso, Nanashi scopre la dura verità: non gli verrà data alcuna statuetta rara! Ah sì, c’è da dire anche che il farmaco che gli è stato iniettato lo ha trasformato in una sorta di vampiro sensibile alla luce del sole, creato allo scopo di assorbire l’energia vitale degli esseri umani, ma questi sono meri dettagli.

Ribellandosi alla situazione e all’ingiustizia del suo mancato pagamento, con l’aiuto di una misteriosa ragazza che gli farà poi bere il suo sangue (bocca a bocca, direttamente dalla lingua), il giovane riuscirà presto a sfuggire ai suoi nuovi capi e a rifugiarsi nel quartier generale degli Akiba Freedom Fighters. Da questo momento in poi la sua vita non sarà più la stessa e, insieme ai suoi amici di sempre e a nuovi alleati, Nanashi darà inizio ad una vera e proprio lotta per la sopravvivenza tra otaku e Synthister (la specie di “vampiri” cui anche lui in parte appartiene), che non avranno alcuna remora a combattersi in sfide… all’ultimo capo di abbigliamento! 

“Pigliati sta roombata!”

Ebbene sì, come il titolo Undead & Undressed suggerisce, lo scopo degli scontri è proprio quello di lasciare gli avversari letteralmente in mutande. E talvolta senza nemmeno quelle…

Il sistema di combattimento è infatti molto semplice: con i tasti X, Cerchio e Triangolo si vanno a colpire rispettivamente gambe, busto e testa dei nemici, in modo da spogliarli di pantaloni, magliette, gonne e cappelli vari. Una volta indebolito a sufficienza il vestiario, si può procedere alla sua rimozione mantendo la pressione del tasto dedicato alla parte del corpo che vogliamo denudare. Sia nella fase di danneggiamento che in quella successiva, si può inoltre concatenare una serie di attacchi a ripetizione: nel primo caso si tratta principalmente di catene di colpi e contrattacchi, mentre, se si rimuove una parte dell’abbigliamento quando anche altre sono state indebolite a sufficienza, si attiva una serie di quick time event che permettono di spogliare un notevole numero di avversari.

Oltre a questo, abbiamo una serie di attacchi “non schivabili”, che si eseguono indirizzando lo stick sinistro in direzione opposta a quella del colpo, e poco altro. Procedendo nell’avventura possiamo sbloccare l’attacco combinato con la nostra partner del momento, che può essere eseguito caricando l’apposito indicatore tramite lunghe catene di combo, ma in sostanza il gameplay puro non prevede niente di più. Non ci sono alberi di abilità e la stessa incidenza delle armi è raramente significativa: ci siamo così trovati ad utilizzare lo stesso paio di guanti per circa tre quarti dell’avventura, con il resto dell’equipaggiamento che non è stato aggiornato molto più spesso. Il tutto diventa ben presto noioso e monotono.

Non si può dire, tra l’altro, che il titolo manchi di fantasia e abbondanza di oggetti per l’inventario: il nostro “armadio” è stato sempre zeppo di nuovi capi, di gusto spesso discutibile, e abbiamo avuto modo di avere tra le mani le armi più improbabili, da un monitor per pc a delle pistole ad acqua, passando per un improponibile aspirapolvere Roomba! Il problema vero è che i combattimenti nelle strette vie di Akiba peccano spesso di precisione e coerenza, rendendo difficile capire la reale efficacia dei nostri colpi e di quelli dei nemici, i quali, senza una vera ragione, possono a volte metterci ko in un solo colpo (parliamo del livello di difficoltà “Gamer”, il più alto selezionabile all’inizio. A difficoltà più bassa la questione delle armi non si pone nemmeno). Si presentano, inoltre, sporadici casi di compenetrazione poligonale che, durante i combattimenti contro un numero considerevole di nemici (sembra un musou in alcune fasi), creano situazioni decisamente troppo confusionarie, che obbligano a riparare precipitosamente in una zona sicura per riassettare i vestiti con L1.

Shizuku, Rin, Shion… l’harem è servito 

In assenza di un vero e proprio albero delle abilità, le quali vengono potenziate con l’esperienza apparentemente al solo scopo di sbloccare seguenze di strip più articolate nei QTE, e con un combat system che non offre molti stimoli, grande rilevanza finisce così per assumere la situazione affettiva del nostro protagonista, che si trova a fare i conti con un vero e proprio harem: la misteriosa ragazza che lo ha salvato dai suoi aguzzini, l’amica d’infanzia, la idol tsundere, la milf. Ognuno di questi personaggi femminili può interagire con Nanashi e aumentare il grado di complicità attraverso svariate sequenze di dialogo a scelta multipla (la versione PlayStation 4 ne inserisce alcune inedite, ndr). Ciò è possibile anche durante la campagna principale, che dura sulle 10-15 ore senza dedicarsi troppo alle side quest.

Ottenere la fiducia di una o dell’altra sbloccherà, dopo la boss fight conclusiva, uno dei cinque finali alternativi previsti dagli sviluppatori. Utile allo scopo è senza dubbio ricominciare l’avventura nella modalità “New game +”, che permette di sbloccare non solo l’o
pzione per modificare la dimensione dei personaggi (feature abbastanza divertente), ma anche di attivare i suggerimenti sulle scelte di dialogo che comportano un incremento di affinità con l’una o l’altra delle nostre donne.

La storia degli Akiba Freedom Fighters è comunque, nel complesso, sufficientemente strampalata e divertente, almeno abbastanza da spingere a sopportare i tanti difetti di gameplay che il titolo porta in dote fin dalla versione last-gen. L’idea di vampiri otaku che attaccano i colleghi in cerca di rarità ed energia vitale è tutto sommato originale, così come la scelta di renderli deboli alla luce del sole solo quando il loro corpo è completamente privo di vestiti. Manca purtroppo una vera e propria componente esplorativa, limitata da caricamenti ancora troppo frequenti nel passaggio da una zona all’altra e dall’impossibilità di entrare fisicamente all’interno dei negozi di Akiba, semplici disegni sullo sfondo della fedele riproduzione del rinomato quartiere.

Molto buona, invece, l’inferfaccia in stile smartphone che permette di accedere a tutte le “app” del nostro menù, dall’inventario al casella di posta elettronica, dalle impostazioni grafiche all’immancabile social network. “Pitter” è infatti la nostra fonte primaria di notizie e curiosità sulla vita ad Akibahara, una sorta di forum otaku dove anche la nostra schiva sorellina va spesso a dire la sua.

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Next-gen: non solo grafica pompata!

Sebbene gli sviluppatori abbiano tenuto a precisare che la versione PlayStation 4 giri a 1080p e framerate (quasi sempre) stabile a 30fps, le novità tecniche più interessanti arrivano a nostro avviso da altri aspetti meno appariscenti. Scarsa è, infatti, l’incidenza di un maggiore dettaglio poligonale su un titolo di questo tipo, in cui il design cartoonesco e la ripetitività nella creazione degli elementi di contorno (npg e automobili su tutti) rendono poco significativo il passaggio al Full HD. 

Assolutamente da rimarcare è, invece, la possibilità data in mano al giocatore di modificare a piacimento la palette cromatica degli sfondi e dei personaggi, l’incidenza dei contorni e la presenza più o meno pesante della nebbia. Allo stesso modo, è potenzialmente molto divertente la possibilità di creare degli streaming interattivi attraverso le chat di Ustream e Twitch: il pubblico delle nostre dirette da PlayStation 4 può così, mentre stiamo giocando, interagire con noi per mezzo di una serie di opzioni, che vanno dal ricaricare rapidamente la nostra barra per l’attacco combinato fino alla possibilità di metterci nei guai richiamando l’attenzione della polizia. Provate ad immaginare l’esilarante caos che potrebbe generare uno streaming di questo tipo di fronte ad un pugno di amici fidati, nonché le divertenti applicazioni che ciò potrebbe avere anche in altri giochi futuri.

Da non sottovalutare, poi, la presenza della modalità ToyBox, che permette di accedere, fin dalla prima run di gioco, all’editor completo dei personaggi, a tutto l’equipaggiamento e a tutte le altre opzioni altrimenti sbloccabili solo accedendo alla modalità New Game +. Nella modalità “scatola dei giochi”, in compenso, è impossibile sbloccare i trofei.

Tra le novità portate in questa versione next-gen va inoltre ricordata la presenza di tutti i DLC usciti per PS3 e PS Vita (principalmente costumi e nuovo intimo per le nostre eroine), oltre alla possibilità di ascoltare i dialoghi anche attraverso l’altoparlante del Dualshock 4(è disponibile il doppiaggio sia in inglese che in giapponese).

Ah, in alcune sezioni, infine, è anche possibile usare il trackpad del nostro controller, generalmente adibito a richiamare la mappa, per far ondeggiare… uhm… il seno… di alcuni personaggi. Non abusatene!  

Commento finale

Akiba’s Trip Undead & Undressed è un concentrato di otakusità: Xseed si è infatti profondamente impegnata per inserire all’interno di questo gioco tutto ciò che è tipico di quei titoli che solitamente, in Occidente, arrivano solo di straforo, imboscati in qualche scomparto nascosto della valigia di un temerario turista. Che sia stata follia o vero coraggio a spingere Nis a pubblicare una simile rarità in Occidente, è difficile stabilirlo. Ciò che è certo è che questo Jrpg difficilmente potrà incontrare il gradimento del grande pubblico, infarcito com’è di elementi voyeuristici e di meccaniche di gioco ripetitive. E’ vero, non mancano spunti interessanti ed originali, ma vengono in gran parte schiacciati da un gameplay che si riesce a sopportare veramente a fatica.

Allo stesso modo siamo però profondamente convinti che tale rarità sarà custodita gelosamente da un ristretto manipolo di irriducibili, che sognano un giorno di immergersi nella magica atmosfera di un quartiere che è diventato, ormai, la loro patria simbolica ed una vera e propria icona dell’otaku pride

Pro Contro 
– Un viaggio nella terra promessa degli otaku
– Tantissime personalizzazioni di armi e accessori
– Streaming interattivo
– Combat system ripetitivo e impreciso
– Negozi riprodotti solo esternamente
  Voto Globale: 70 
 
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