Recensione Project CARS

Il gioco che cambia le regole del gioco.

Versione testata: PS4.

Sin dalle prime informazioni circolate sulla rete, Project CARS ha destato l’attenzione di un vasto pubblico di appassionati per alcune scelte coraggiose decise dal team di sviluppo in fase di prima progettazione. Innanzitutto il gioco, nato grazie al crowdfunding, ha provato a mettere al centro dello sviluppo l’enorme comunità di appassionati, chiedendole di offrire il suo contributo non soltanto economico, ma anche tecnico e di marketing. Oltre all‘enorme esperienza maturata dallo sviluppatore, (già dietro giochi di assoluto pregio quali GTR e GT LEGENDS) i consigli e il supporto della community dei finanziatori ha determinato alcune scelte stilistiche che caratterizzano questa produzione. Non bisogna dimenticare infatti che, prima che Bandai Namco mettesse sul piatto la restante quota necessaria alla pubblicazione del progetto, Project C.A.R.S. (acronimo che sta per Community Assisted Racing Simulator) era un progetto che potremmo dire “open source”, basato sulla piattaforma “World of Mass Development” con la quale gli utenti interessati a partecipare al finanziamento del gioco potevano non soltanto acquistare dei “pacchetti” aiutando finanziariamente lo sviluppo di questo o quell’aspetto del gioco, ma anche dare il proprio supporto tecnico con consigli, beta testing, fino a suggerire modifiche di alcune componenti. In cambio i finanziatori, come in ogni crowdfunding che si rispetti, hanno ottenuto ricompense rappresentate da perks e contenuti aggiuntivi di gioco, fino ad una vera e propria percentuale sulle vendite del titolo nei tre anni seguenti alla pubblicazione.

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Solo voi e la strada

Sin dal primo avvio di Project CARS la sensazione è di trovarsi di fronte ad un titolo diverso da tutto ciò che fino ad ora siamo stati abituati a vedere in una simulazione automobilistica. Nessun elemento da sbloccare, nessuna esotica moneta di gioco o altra forma di ricompensa; nessuna patente di guida da guadagnare. In Project CARS niente di tutto questo è necessario, ci siete soltanto voi e la strada. Il titolo sviluppato da Slightly Mad Studios in sostanza vuole offrire al pubblico di appassionati un modo più immediato per soddisfare la propria fame d’asfalto, eliminando ogni inutile barriera alla immediata fruizione dei tanti contenuti del gioco.

La vostra ricompensa, nelle intenzioni degli sviluppatori quella che vi darà maggiore soddisfazione, sarà affrontare una curva a tavoletta dopo aver calcolato al millimetro il vostro inserimento, ritardare sino all’ultimo istante lo stacco in frenata, sorpassare negli ultimi metri un avversario, dopo averlo innervosito sfruttandone la scia.

Project CARS è insomma simulazione allo stato puro e come tale non ha bisogno – nè ci prova in alcun modo – di offrire alcun incentivo alla guida. Sin dal principio infatti il giocatore avrà la possibilità di affrontare uno qualsiasi dei campionati a disposizione, dalla divertentissima Formula Kart, fino all’impegnativo Campionato Prototipi. Del resto ogni campionato, ogni gran premio, ogni vettura, ogni singola gara è una storia a sè, ed ha una propria autonoma dignigità, come del resto sanno tutti gli amanti delle quattro ruote e sarebbe stato inutile offrire una modalità “Carriera” che attraversasse le diverse competizioni come fosse un crescrendo. Padroneggiare alla perfezione il vostro Kart non vi permetterà di affrontare con maggiore autorevolezza le sfide e le gare con altre classi, ma dovrete di volta in volta abituarvi alla nuova vettura, alla risposta del freno, al comportamento in curva del vostro mezzo. Dovrete diventare tutt’uno con la vostra vettura, imparando dapprima a tenerla in pista, poi a sondarne i limiti, infine a spingervi fino al limite estremo di essi, per provare ad avere una qualche chance contro una IA aggressiva ma resa “più umana” dalla presenza di accidenti casuali, come una curva lunga, o la foratura di uno pneumatico. Certo la curva di apprendimento non è così ardua se si utilizzano tutti gli aiuti, ed in particolare le indicazioni di traiettoria e di frenata, tuttavia la vera sfida comincia lì dove si accetta lo spirito simulativo del titolo. In questo senso Project CARS non è un gioco per tutti, o meglio lo è solo ad un primo livello molto superficiale. Il grande merito di Slightly Mad Studios è stato quello di creare un gameplay estremamente stratificato. Chi cerca un livello di sfida moderato, qualche minuto di divertimento senza gli eccessi di un titolo arcade, può trovarlo in Project CARS; tuttavia quando si dedica del tempo al titolo e si accetta la frustrazione generata dalla rinuncia ad ogni forma di aiuto, compreso il classico “riavvia”, ci si accorge della sua incredibile profondità. L’assetto della macchina, la pressione dei freni, lo studio del circuito, la scelta della strategia di gara, diventano improvvisamente tutti elementi indispensabili alla vittoria finale, senza tuttavia operare alcuna forzatura sul giocatore. Pur non essendo presente una vera e propria modalità carriera nel gioco sono presenti tre modalità differenti che dovrebbero collegare il vostro percorso nel mondo delle auto: la prima vi permetterà di difendere un titolo già guadagnato, la seconda di guadagnare il vostro primo titolo, la terza di provare a sfondare da pilota professionista nel mondo delle corse e diventare una leggenda. Per cominciare la vostra avventura nel mondo delle corse dovrete però dapprima firmare un contratto con una scuderia, e a mano a mano che verranno i successi, provare a migliorare il vostro ranking mondiale e il numero dei vostri fan, di cui potrete avere traccia e con cui potrete mantenere il contatto tramite una sorta di Twitter interno al gioco. 

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Correre direttamente non è però l’unico modo per fare carriera; con Project CARS potrete ad esempio decidere di non correre un particolare evento, lasciando al computer il compito di simulare prove libere, qualificazioni e gara, o anche una sola delle tre e dedicarvi all’assetto della vostra vettura, quasi si trattasse di un manageriale. Questo aspetto è uno dei più importanti del gioco e possiamo garantirvi che dopo le prime ore passate a smanettare con i settaggi della vostra vettura, la vostra esperienza di guida non sarà più la stessa: la profondità del gameplay aumenterà esponenzialmente, insegnandovi a capire cosa c’è dietro ogni singola corsa.

Nella versione PS4 ci è molto piaciuto l’utilizzo dello speaker interno al gamepad per simulare le comunicazioni tra pilota e scuderia (fantastiche le informazioni sul pilota che vi precede o sullo stato della vettura e dei pneumatici provenienti dal vostro ingegnere di macchina), elemento questo che amplifica ulteriormente la sensazione di trovarsi davvero nel cockpit di una supercar.

Il gioco è basato su una versione potenziata del motore fisico Madness Engine, già alla base dell’ottimo Need For Speed Shift sviluppato dagli stessi ragazzi di Slightly Mad Studios. In partico
lare i miglioramenti hanno riguardato soprattutto la gestione del consumo e del comportamento degli pneumatici, grazie all’introduzione di SETA o STM (Seta Tyre Model), un simulatore dinamico del comportamento degli pneumatici di grande complessità. Il simulatore tiene sotto controlllo tre aspetti, la struttura degli pneumatici,  il consumo e il contatto con l’asfalto, il calore generato dal rotolamento. L’interazione di questi tre elementi varia a seconda del comportamento del giocatore, risultando in un consumo accelerato o rallentato di questi e di conseguenza in una diversa risposta della vettura nel corso della gara.

Si immagini ad esempio uno stile di guida più aggressivo sui cordoli, o con staccate e frenate molto più decise nell’ingresso in curva: il comportamento più o meno conservativo del pilota inciderà in maniera determinante sulla tenuta e sul consumo dei vostri pneumatici, determinando con il passare del tempo percettibili cali di precisione e quindi ritardi negli intermedi. A tutto questo si aggiunge infine una straordinaria gestione delle condizioni metereologiche in grado di cambiare drasticamente l’esito di una gara per l’influenza delle stesse sul grip.

Al grande lavoro tecnico, si è inoltre aggiunta la consulenza di alcuni piloti molto noti al pubblico degli appassionati quali il mitico “STIG” aka Ben Collins, dal defunto programma cult della BBC, “Top Gear”, e dei piloti Nicolas Hamilton e Oli Webb.

Anche i 40 tracciati comprendendo anche strade, circuiti storici, circuiti Kart, e due inventati – suddivisi per diverse aree geografiche ma con una netta prevalenza dei circuiti europei e nord americani – hanno ottenuto lo stesso trattamento certosino riservato alla fisica simulativa. Alcuni di essi sono stati addirittura scansionati al laser per garantirne la massima fedeltà alla controparte reale.

Un po’ deludente per la verità il sistema di danneggiamento dei veicoli. I danni ci sono e si “sentono”, determinando anche la completa impossibilità di continuare la corsa, tuttavia non si “vedono” o almeno non si vedono come avremmo voluto.
Se infatti si esclude qualche graffietto sulla vernice o qualche piccola ammaccatura, le vetture coinvolte in incidenti anche piuttosto spettacolari, mantengono sempre il loro aspetto, facendo venire meno parte della magia simulativa.

Come in una vera auto

Uno degli aspetti sicuramente più importanti di un titolo simulativo è l’elemento grafico. Per riprodurre le sensazioni proprie di una gara è indispensabile che anche l’elemento visivo permetta la totale immedesimazione. In Project CARS non soltanto i modelli poligonali delle vetture o gli interni curati all’inverosimile, ma anche la perfetta riproduzione dei cicli giorno/notte e delle diverse variabili ambientali, contribuiscono a rendere la sensazione di trovarsi di fronte ad un prodotto simulativo professionale. Forse proprio la volontà di non lasciare nulla al caso, o l’eccessivo costo di alcune licenze, ha fatto preferire al team di sviluppo di concentrarsi su un numero limitato di autovetture (almeno se confrontato a quelle presenti in altri titoli come Gran Turismo), “solo” 65. Spicca, ad esempio, l’assenza di alcuni grandi marchi, su tutte le italiane Alfa Romeo e Ferrari, e l’assenza di alcuni modelli estremamente rappresentativi di alcuni produttori quali BMW e AUDI. Tuttavia lo sviluppatore ha già annunciato di voler introdurre nel corso dell’anno, con DLC anche gratuiti, nuove vetture.

Tecnicamente il gioco nella versione PS4 gira splendidamente a 1080p e 30 fps, sebbene per poter godere appieno del lavoro degli Slightly Mad Studios, non possiamo che consigliarvi la versione PC. La versione per PS4, pur nella sua indubitabile bellezza, pare un passettino indietro rispetto a quanto già visto in Driveclub, mentre è decisamente una spanna sotto la magnificenza visiva della versione PC, che può godere di uno dei sistemi di illluminazione dinamica più affascinanti visti negli ultimi anni. 

Tuttavia anche nella versione PS4 il gioco saprà restituirvi emozioni uniche e qualche visuale mozzafiato, con l’acqua che bagna la vostra visiera ed il sole che vi acceca in alcuni tratti di pista. In generale quando non sentirete il bisogno di utilizzare la visuale in prima persona dall’interno del cockpit, vi troverete più di una volta ad utilizzare la visuale dall’alto per poter ammirare lo splendido lavoro tecnico e di rifinitura operato dello sviluppatore.

Nella versione PS4 non sono mancati sporadici cali di frame rate e qualche fastidioso problema di pop in, soprattutto nella gestione delle ombre.

Multiplayer

Il multiplayer è uno degli aspetti sicuramente maggiormente curati della produzione. Il giocatore potrà settare in maniera certosina tutte le regole della gara e invitare altri giocatori a partecipare all’evento o i propri amici, eventualmente anche restringendone l’accesso con password. Sino ad ora tutte le gare disputate si sono rivelate piuttosto corrette, merito anche dell’Online performance & Reputation system, che permette di valutare non soltanto l’abilità dei giocatori su un arco temporale più lungo della singola corsa, ma anche la loro sportività e la correttezza. eventuali scorrettezze inoltre vengono punite con un blocco dei giri del vostro motore in gara.

Commento finale

Project CARS è attualmente il migliore simulatore in circolazione. Graficamente eccezionale e tecnicamente ineccepibile, il titolo fissa un nuovo punto di riferimento per quanto riguarda il genere automobilistico su console e PC . Slightly Mad Studio è riuscita nel difficile compito di proporre un prodotto in grado di soddisfare le enormi pretese del pubblico hardcore, e allo stesso tempo di realizzare un prodotto accessibile a tutti. Il gioco non è esente da difetti soprattutto dal punto di vista tecnico sulla console Sony, ma i meriti superano di gran lunga i demeriti consegnandoci un vero e proprio must buy per ogni amante del genere.

Pro Contro 
– Un vero simulatore…
– …che sa anche divertire
– Gameplay perfetto
– Sistema danni da migliorare
– Un passo dietro la versione PC
– Poche autovetture
 
Voto Globale:90 
 

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